Camelot, la patria della cavalleria

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-   -   La leggenda della Pieve di Monsperone (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=2537)

Guisgard 13-04-2018 23.29.07

“No, madama...” disse l'uomo ad Altea “... non vi simili banditi a Chanty... non così temerari ed abili da sfidare i soldati del Maresciallo... per questo sono certo che non sono stati i banditi ad attaccare i militari.”

“No... nulla...” disse Elv massaggiandosi le tempie, come a voler quasi far uscire quel passato che sembrava essersi smarrito “... neanche il mio nome...” guardando Gwen “... ma tu mi conosci? Sai chi sono?”

Altea 13-04-2018 23.35.24

"Un bel mistero direi..qualsiasi persona sia stata mi auguro lo prendino subito e lo gettino alla forca"..sorridendo fredda ma pensai..oh no...che ammazzi quel Maresciallo, il Marchese e magari mio marito se ne vada perché senza un soldo..ma era un mistero dovevo risolvere.
Guardai l' uomo che parlava e dissi.."Sono lieta vi siate soffermato a parlare con una donna di politica, e pensare ero venuta qui per sapere di un ciondolo che pensi...apparteneva ad un Uscianese..ma qui non abbiamo più nobili di Usciano o lo avrei restituito al mittente.." sospirando e guardandolo maliziosamente, sventolando il ventaglio..magari era sensibile al fascino femminile e questo uomo mi avrebbe detto qualcosa di più o come no.

Lady Gwen 13-04-2018 23.39.13

Presi un profondo respiro.
Dovevo capire molto bene come agire, adesso.
"Tu ti chiami Elv e sei arrivato qui pochi giorni fa. Eri in viaggio e neanche io so molto di te..." e ciò era la verità, non lo conoscevo molto, sapevo a malapena il suo lavoro e il suo nome, ma null'altro.

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Guisgard 13-04-2018 23.53.05

Icarius salutò con un lieve inchino Clio e restò a guardarla mentre andava via, con ancora la bella sensazione di lei che gli sfiorava il braccio.
La dama entrò in casa e subito Stuarto le andò incontro ad accoglierla.
“Buongiorno, madama.” Disse. “Avete riposato bene? Credo vostra sorella sia in camera a riposare. E' stata molto impegnata sin dal suo arrivo.” Con tono malizioso il vecchio.

Altea prese a sventolare il suo ventaglio con fare civettuolo, guardando con malizia l'uomo accanto a lei e subito lui si sentì galvanizzato come un gallo nel pollaio davanti alla bella dama.
“Se vi interessa saperlo, madama...” disse “... nel bosco vi è un palazzo appartenuto ad alcuni nobili Uscianesi, discendenti dei cavalieri giunti qui secoli fa ed arruolati nell'esercito ducale del leggendario Ardeliano de'Taddei...”
“Se non sbaglio sono state confiscate dal Maresciallo quelle terre, giusto?” L'antiquario.
“Si...” annuì l'uomo.

“Elv...” disse lui ripetendo quel nome dal suono così vuoto ed anonimo nel suo cuore “... il mio nome... eppure non mi suscita nessuno ricordo, nessuna sensazione...” confuso e scoraggiato “... e tu?” Fissando Elv. “Tu chi sei?”

Altea 13-04-2018 23.57.51

"E' proprio cio che mi diceva Monsieur de Bary...ma voi sapete ora a chi appartiene questo Palazzo? Sono preoccupata, io sono la contessa de Bastian, non vorrei sia mai il mio Castello e magari il Palazzo sontuoso il mio gentil marito ha comprato, sono entrambe in quelle zone...un Palazzo con un Leone e un simbolo di un casato a me sconosciuto sopra il bel portone d' entrata, sontuoso e massiccio" avvicinandomi a lui e guardandolo negli occhi come per ipnotizzarlo con la mia innocente bellezza o forse diabolica...o dovevo parlare col Maresciallo, organizzare una festa.

Lady Gwen 13-04-2018 23.58.44

Niente.
Niente di niente.
Non ricordava nulla e nemmeno il suo nome riusciva a suscitare in lui vaghi ricordi.
"Beh, magari è solo temporaneo, magari la memoria tornerà... Hai preso una bella botta in testa..." cercando di sdrammatizzare, riuscendoci ben poco.
E ora la parte cruciale.
"Io sono la contessa Gwen Ygraal e, beh... Sono la padrona di casa..." abbozzando un sorriso.

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Guisgard 14-04-2018 00.07.13

“Ora il palazzo confiscato appartiene al barone di Monsperone, le cui veci sono fatte dal Maresciallo, madama...” disse l'uomo ad Altea, guardandola ora che era vicinissima a lui e sempre più sensuale “... però, se volete, io essendo un appassionato cacciatore e passando spesso per quelle zone, potrei, col vostro consenso, accompagnarvi...” sorridendo come chi tentava un approccio, un po' goffo, con la signora che aveva di fronte.

Elv guardò Gwen per un lungo istante.
“Una contessa...” disse meravigliato “... allora sono stato scortese e villano nel rivolgermi a voi con tanta confidenza... perdonate se vi ho parlato dandovi del tu... ma come avete capito sono un uomo che ha dimenticato tutto... onore, modi e persino il suo nome, contessa...” deluso.

Lady Gwen 14-04-2018 00.12.11

Mi intenerì enormemente ciò che disse, davvero tanto.
"No, non preccuparti, non devi scusarti..." lo tranquillizzai "In realtà... In realtà la confidenza fra noi non era un problema, prima che tu... Sì insomma, che tu non ricordassi nulla..." azzardai, guardandolo negli occhi.

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Clio 14-04-2018 00.14.52

Non feci che pensare a quello sguardo pulito, a quell'azzurro così intenso mentre mi avviavo verso il palazzo, pensieri che mi provocavano un leggero sorriso sul viso. Sorriso che era forse l'unico vezzo che mi sarei concessa, dopotutto, non c'era nulla di male in un sogno innocente, se mi provocava sensazioni così belle.
Rientrai in casa e mi accolse Stuardo, che salutai con un cortese cenno del capo.
"Oh me l'immagino!" con malcelato disprezzo.
"Sarò in biblioteca, potreste portarmi lì un tè con dei biscotti, per favore?" gentilmente "Ve ne sarei grata".
Mi congedai dall'anziano servitore per raggiungere il mio rifugio, il mio angolo segreto: la mia biblioteca.
In ogni palazzo davo rigide istruzione che fosse attrezzata con i migliori libri che potessi desiderare, avevo dovuto proteggerli con un incanto molto potente perchè Lys me li bruciava sempre, facendomi perdere tutti i progressi che avevo fatto fino a quel momento. Ma ora, non mi avrebbe più giocato.
Cresceva lei, crescevo io. Con la differenza che io non ero schiava di un demone, della lussuria e della crudeltà come lei.
Entrai in biblioteca, mi sedetti allo scrittoio, aprii il mio quaderno pieno di appunti e cercai di riprendere le fila delle mie ricerche.
Erano anni ormai, che cercavo il modo di annullare l'effetto di quella maledetta fiala, non avevo fatto altro da allora, se non ricerche su ricerche.
Mi aveva sempre incuriosito il fatto che il foglietto che la accompagnava era strappato, e da qualche anno nutrivo il sospetto che il testo mancante fosse la risposta che cercavo. Se i primi versi parlavano della trasformazione, del modo in cui ci saremmo alternate, come avevo scoperto ormai da moltissimi anni, allora forse la seconda parte nascondeva la soluzione, il modo in cui si poteva tornare indietro, quando la mia parte oscura era nascosta nell'inconscio, come quella di tutte le persone normali e non se ne andava in giro per la casa ad ammaliare servi, principi e ad uccidere chi le pareva e piaceva!
Sospirai, non avevo tempo per quelle cose, dovevo continuare la ricerca.

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Altea 14-04-2018 00.19.47

A quelle parole dell' uomo aggrottai la fronte...e se il Palazzo era confiscato dal barone e dove risiedeva il Maresciallo, come mai il ciondolo era nel mio Palazzo..forse era un altro nobile uscianese, e l' uomo della Rosa Nera, il nostro uomo era a suo servizio o altro..la cosa era legata comunque.
Sussultai quando l' uomo si rese disponibile a portarmi al palazzo...avevo un bel po' di ore, quindi tutto era perfetto.
Acquistai un fermaglio prezioso per cravatta dall' antiquario da portare al Maresciallo, non potevo andare a mani vuote.
"Si...ma aspettate, vado a prendermi un vestito adatto alla situazione, aspettatemi fuori".
Congedai lo studioso ringraziandolo, avevo proprio fatto bene ad andare da lui e visto la fama da uomo sensibile al fascino del Maresciallo dovevo esibire bene il mio corpo.
Dissi alla sarta di mettermi il vestito appena preso e quello che indossavo prima in una borsa di seta e volevo un vestito suadente.
Tutto fu fatto presto e uscii sorridendo maliziosa all' uomo..."Ah il vostro nome?" con voce bassa e leggera..come uno spirito ammaliatore.."Io vengo in carrozza e voi farete posto o verrete pure voi in carrozza?".

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Guisgard 14-04-2018 00.30.03

Elv apparve meravigliato.
“Dunque...” disse a Gwen “... volete dire che... io e voi ci conoscevamo bene prima del mio incidente? Eppure un attimo fa mi avete detto di sapere poco o nulla di me...” confuso.



Stuarto annuì a Clio e lei si chiuse in biblioteca, un po' il suo mondo segreto, tra libri e saperi lontani.
Accanto a lei aveva il foglietto ingiallito, sgualcito e strappato, con l'enigma interrotto ed in cui si celava il mistero del terribile incantamento.
L'enigma interrotto così recitava:

“Come la Luna ed il Sole,
tra rose rosse e fresche viole,
la bella amamelide sboccia sola
e una civetta canta quando vola...”



Altea si congedò, acquistò un abito ammaliante ed elegante e tornò dall'antiquario.
Comprò un dono per il Maresciallo ed accettò l'invito del cacciatore.
“Il mio nome è Derico, madama.” Disse lui. “Mi consentite di accompagnarvi con la mia carrozza?” Con un lieve inchino.

Altea 14-04-2018 00.37.30

"Sono con la mia carrozza, e sopra vi è il mio servitore..e poi una donna sposata non può farsi vedere a Monsperon con un uomo, so non vi importa dell' onore di mio marito ma non vorrei un duello non pensate? Vi seguiremo, d' accordo...vi saranno altre occasioni per incontrarci" falsamante e sperando avrebbe accettato o dovevo andare con la sua carrozza.
Una voce di donna...era la Rosa Nera..."Altea, brava...io sono scesa a compromessi falsi con uomini nobili pessimi per Lui...ora sei sulla buona strada...devi salvare te...e le future ragazze...non avere riguardi..".
Guardai l' uomo mentre il medaglione bruciava sulla pelle ma emanava il fuoco della passione.

Lady Gwen 14-04-2018 00.38.12

Sì, in effetti ero stata poco chiara sulla questione, ma non volevo imbarazzarlo e non sapevo che parole usare.
"Beh, non so molto di te prima del tuo arrivo, ma siamo entrati molto in confidenza durante la tua permanenza qui... Molto..." sottolineai, sperando di non metterlo in imbarazzo.
"Forse hai ancora bisogno di riposare un po', è meglio che vada..." alzandomi dal letto.

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Guisgard 14-04-2018 00.46.19

“Naturalmente, madama.” Disse Derico ad Altea. “Perdonate se non ho badato a queste cose. Faremo così dunque... raggiungeremo il palazzo degli Uscianesi con le nostre carrozze e una volta là vi mostrerò quel luogo. Badate però di non avvicinarvi troppo all'entrata... ci sono i soldati e potrebbero opporre resistenza... penserò io a patteggiare con loro.”

“No, aspettate...” disse Elv prendendo istintivamente la mano di Gwen “... perdonate...” lasciandola “... è che non voglio restare solo... avrei modo e tempo per pensare,per tormentarmi sui ricordi che non potrò più raggiungere... vi prego, restate ancora un po' qui con me... e se volete parlatemi di ciò che eravamo... ciò che siamo...” fissandola.

Altea 14-04-2018 00.52.33

Sorrisi alla intelligenza di quell' uomo, Derico, ed annuii..doveva essere una persona influente se riusciva a patteggiare con i soldati del Maresciallo.
Salimmo tutti e due in carrozza e guardai Furio.."Non dire nulla, devo andare dal Maresciallo, stai attento tu, fai da guardia, sto scoprendo molte cose..seguite quella carrozza" dissi al cocchiere.
Dopo un po' raggiungemmo un Palazzo e lo guardai e sospirai, avvertii freddo e poi quella vampata solita..Palazzo degli Uscianesi...oh eccolo..a una cena...accarezzando il collo e il seno...ricordando il mio corpo era stato preso da lui.

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Lady Gwen 14-04-2018 00.55.04

Sentii il suo tocco caldo sulla mia mano gelida e mi voltai mentre lui l'aveva già lasciata.
Rimasi ad ascoltarlo, guardando i suoi occhi neri e sentendo l'impellente bisogno che si celava nelle sue parole.
Restai un altro istante in piedi poi tornai a sedermi vicino a lui.
"Io... Io non so bene cosa siamo... È qualcosa che è nato così, all'improvviso, e non so bene definirlo..." ancora una volta dicevo la verità, e probabilmente, se avessi potuto fisicamente, sarei arrossita vistosamente.
In quei momenti passati a baciarci ininterrottamente su questo letto non ci eravamo preoccupati di sapere cosa fossimo noi, ed era bellissimo per questo.

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Guisgard 14-04-2018 01.02.10

Furio annuì ad Altea.
La carrozza partì, seguita poco distante da quella di Derico.
Uscirono dalla città ed imboccarono un sentiero, risalendo un dolce colle.
“Come mai” disse Furio “stiamo andando in quel luogo? Cos'ha di particolare?” Notando il giovane il gesto sensuale di lei che si accarezzava il collo ed il seno.

Gli occhi neri di Elv erano in quelli vagamente vermigli di Gwen.
“Capisco...” disse annuendo lui “... io... io non so bene cosa dire o fare... potrei fare un errore ad ogni parola... io... però so che chiunque io sia ora sto bene qui con voi... con te...” azzardò.

Altea 14-04-2018 01.07.03

Guardai gli occhi di Furio seguire la mia carezza ma non gli dissi nulla...oh no, quello era un momento tra me e lui..il suo nome..quale sarebbe mai potuto essere.
"Ho scoperto qualcosa sul ciondolo" gli dissi sinceramente "Apparteneva ad un nobile uscianese, Usciano è una parte o regione di Afragolignone, dove veniva l' uomo proprio della Dama Nera"..il mio uomo. "Per saperne di più dobbiamo andare a quel palazzo..Palazzo degli Uscianesi..confiscato dal Maresciallo a questi nobili, dicono non ve ne siano più ma io ne dubito".
Poi sussultai.."Sai stanotte, qualcuno ha assalito i soldati del Maresciallo, dicono non sia stata una banda ma non si sa bene cosa..lo voglio scoprire..io non mi sono accorta di nulla e tu?" guardandolo nei chiari occhi.

Lady Gwen 14-04-2018 01.09.07

Era tenero, come nel momento in cui mi aveva scorta accanto a lui, mentre lo guardavo dormire e gli accarezzavo il viso.
Studiai attentamente i suoi occhi coi miei, guardandoli a fondo.
"Non devi temere nulla, nessun errore..." mormorai, poi sorrisi "Potrai restare qui tutto il tempo che vorrai, nessuno ti manderà via, se non vorrai andartene..." dissi piano, poi.
Speravo che chiunque avesse deciso di darmi questa possibilità decidesse di essere più clemente stavolta.
Per me, per noi.

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Guisgard 14-04-2018 01.35.29

“Il bosco è immenso, dal nostro palazzo nessuno ha sentito nulla.” Disse Furio ad Altea.
La carrozza proseguì il suo cammino fino ad intravedere un castello.
Era molto diverso da quelli di Chanty.
La sua architettura era tipica delle terre Afrgolignonesi, come se i proprietari avessero dato poca importanza allo stile del posto.
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Elv sorrise, il suo bel viso si distese ed i suoi occhi neri si illuminarono.
Appoggiò la testa al cuscino ed apparve più rilassato.
“Parlami di te...” disse a Gwen “... vorrei sapere tutto... vivi qui da sola?”

Altea 14-04-2018 01.41.49

"Si infatti.. Ma lo scoprirò" e ad un tratto raggiungemmo Palazzo Uscianese che era un castello e mi si paro' la stessa visione di lui avuta prima. Dovevo stare attenta.. "Che strano castello, con una architettura diversa dalla nostra, tu rimani qui vigile.. Ma sembra il castello sia su un pendio".
Uscii e mi avvicinai all'uomo.. "Lascerò fare a voi con i soldati dunque" sorridendo con fare vezzoso.

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Lady Gwen 14-04-2018 01.43.11

Giurerei di aver sentito qualcosa, in fondo al petto, ma era solo suggestione...
I suoi occhi luminosi, il suo viso perfetto, il suo sorriso, il suo profumo.
Tutto mi mandava fuori di testa, mai avrei provato con qualcuno qualcosa di simile se non con lui.
Vederlo sorridere e ritrovarmi a trattenere il fiato, per quanto era bello.
Poi sentii altro alla sua domanda.
Sconforto.
No, lui non voleva sapere tutto di me...
"No, vivo con degli amici, per così dire..." risposi, con tono vago "Ho viaggiato un bel po', soprattutto in Europa, e poi sono tornata qui, nella casa che era dei miei genitori..." continuai, evitando i dettagli.
Non sapevo se e quando sarei riuscita a dirglielo, e soprattutto non sapevo come avrebbe reagito, questa volta.

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Guisgard 14-04-2018 01.54.35

Furio guardò Altea e Derico dalla carrozza, un po' insofferente e geloso per il modo fi fare di lei, così civettuolo.
Derico sorrise ad Altea e si avvicinò alle mura del castello.
I soldati bloccarono il passaggio ma lui li pagò con delle monete.
“Si, ma fate in fretta...” disse uno dei militari “... solo un giro veloce... qui non si può stare...”
I due entrarono nel cortile del castello, dove c'era un vecchio guardiano.

“Capisco...” disse sorridendo Elv a Gwen “... continua, ti prego... ti ascolterei per ore...” guardandola dolcemente “... non ricordo nulla del mondo, magari dalla tua voce potrò tornare ad immaginarlo...”

Lady Gwen 14-04-2018 02.05.10

Quel suo sguardo dolce, quelle parole, mi facevano sentire ancora peggio.
Perché mi sentivo una vigliacca ad apprifittare della sua amnesia per tenerlo avvinto a me, ma non ce l'avevo fatta a non farlo.
Sorrisi e lo guardai e i miei capelli tendevano verso il suo viso, ma ad accarezzarlo erano le mie dita, leggere, delicate.
"Il mondo, beh... Può essere un bel posto alle volte... Tante cose da fare, da vedere, da conoscere..." continuai a parlare "Nonostante ci siano anche le cose meno belle, come le guerre, la morte, le malattie... Ma bisogna pensare a quanto c'è di bello per compensare..." quelle parole suonarono terribilmente false alle mie orecchie, perché noi avevamo ucciso, dilaniato, nei secoli, spesso per fame, a volte per sollazzo.
Ma ora era a lui che dovevo parlare, non a me stessa.

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Guisgard 14-04-2018 02.15.11

“Se il mondo fosse come lo descrivi, sarebbe allora bellissimo...” disse Elv guardando Gwen “... ma credo che sia la tua voce a renderlo tale...” guardandola.
La lieve penombra che li avvolgeva sembrava quasi racchiuderli in un alone da sogno, lontani dal resto del mondo e dalle sue miserie.
“Perchè la stanza è così buia? Fuori è notte?” Chiese poi. “Ho perso la cognizione del Tempo...”

Lady Gwen 14-04-2018 02.21.34

Rimanevo senza parole di fronte a tale semplice meraviglia.
Era disarmante, con poche parole riusciva a spiazzarti e paradossalmente, questa amnesia mi stava aiutando a conoscerlo, più di quanto non fossi riuscita a fare prima.
Poi, chiese delle tende.
"Sì, è sera, posso aprirle, se vuoi..." gli dissi, con tono candido.
"Tuttavia, nessuno di coloro che vive qui sopporta bene il Sole..." dissi poi, con tono tranquillo, ma che cercava di mandare dei piccoli segnali.
"Scusami, ho le mani fredde, spero non ti abbiano dato fastidio..." ritirando le dita dal suo volto.

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Guisgard 14-04-2018 02.33.52

“No, non farlo...” disse Elv prendendo la mano di Gwen, facendola tornare di nuovo sul suo viso “... ho il volto caldo, mi danno sollievo le tue dita fredde...” facendole scivolare sul suo volto e guardandola negli occhi “... non fermarti...”
Sd un tratto qualcuno bussò.

Clio 14-04-2018 02.35.21

Rigirai quel foglietto ingiallito tra le mani.
Lo avevo tenuto tra le dita ogni giorno negli ultimi vent'anni.
Avevo provato di tutto, ormai era come un rituale, iniziare una nuova sessione di ricerche da quel vecchissimo foglio.
Mi ricordava perchè lo facevo, perchè non potevo lasciar perdere, uscire, godermi la vita come tutte le altre ragazze.
Mi ricordava quel giorno... il giorno che cambiò la mia vita per sempre.

Corsi via, corsi a perdifiato per nascondere le lacrime.
Era ingiusto, ingiusto, ingiusto.
Perché diavolo mio fratello poteva imparare a combattere e io invece no?
Ero più brava di lui, e anche di tutti i ragazzini che venivano il pomeriggio a giocare.
Dicevano che ero una femmina, e le femmine non possono ai cavalieri, ma io li ho battuti tutti.
E sono stata punita!
Eppure li ho sentiti, li ho sentiti prendersela con mio fratello perchè aveva perso la settimana prima.
Lui doveva vincere, io no, io se vincevo venivo punita.
Basta, basta!
Me ne sarei andata, sarei andata così lontano che non mi avrebbero mai trovato, mai mai mai.
Piangevo e correvo via, verso il bosco, non mi importava di niente e di nessuno.
Non sarei mai stata a ricamare tutto il giorno come Marta, mi annoiava, ero imprecisa, incapace e la maestra Mina mi rimproverava sempre.
No, no, no... io volevo combattere, diventare un cavaliere e andare a caccia di avventure come Lancillotto.
Non sapevo nemmeno dove stavo andando, correvo e correvo.
Solo quando ormai il fiatone era insopportabile, le gambe cominciavano a cedere mi resi conto di non avere la più pallida idea di dove fossi. Eppure c'ero stata tante volte, nel bosco ma... mi guardavo a destra, a sinistra, cercando un punto familiare, un albero particolare, qualcosa che potessi riconoscere.
Ma niente, niente di niente.
Ero spaventata, non volevo tornare a casa, volevo andarmene via ma... da che parte era il villaggio? E da lì, dove sarei andata?
Sentii le lacrime affiorare di nuovo, mi sedetti a terra, con la schiena contro un albero, le ginocchia al petto e piansi, piansi senza sosta per ore, finchè la calda luce del giorno non lasciò il posto a un caldo crepuscolo di fine estate.
Fu allora che arrivò, una carrozza, trainata da cavalli neri, che sembrava appartenere a qualche nobile, o a qualche facoltoso borghese. Magari loro sapevano la strada per il villaggio, mi alzai titubante e mi avvicinai alla carrozza.
Immediatamente, questa si fermò, avevo addosso abiti degni del mio rango, dunque non mi avrebbero preso di certo per una mendicante. Le tendine si aprirono e vidi un uomo distinto sorridermi, e poi aprire la porta della carrozza.
"Ti sei persa, piccola?" mi chiese, con un tono di voce suadente e un accento straniero che mi fece venire la pelle d'oca.
"Io.." arrossendo lievemente per l'imbarazzo di essermi fatta vedere conciata in quel modo da uno sconosciuto.
"Abiti da queste parti?"
Annuii.
"Sali, ti portiamo a casa!"
Scossi la testa: "non voglio tornare a casa..." alzando gli occhietti su di lui.
Sorrise, guardandomi tutta, uno sguardo cos' intenso che mi fece quesi rabbrividire.
"Lascia almeno che ti portiamo in paese, c'è un albergo adatto a una ragazza per bene come te.." sorridendo.
Arrossii ancora di più. Evidentemente mi lesse nel pensiero, perchè sembrò capire al volo il motivo del mio imbarazzo.
"Sarà mia premura occuparmi di ogni costo, non dovete preoccuparvi di niente madamigella, non potete certo passare la notte alla mercè dei lupi e dei cinghiali..." sorrise, affabile, porgendomi la mano.
Dopotutto.. era stato gentile con me, e io non volevo essere mangiata dai lupi. Così presi la sua mano e salii in carrozza.
"Vi ringrazio..." guardandolo timidamente.
"È un piacere e un onore poter aiutare una ragazzina tanto a modo come voi.." porgendomi un fazzoletto ricamato.
"Posso chiedervi perchè piangete?" sempre guardandomi con quegli occhi enigmatici tra il grigio e l'azzurro.
"Ecco.." abbassando lo sguardo.
"A me potete dire ogni cosa, non uscirà da questa carrozza, avete la mia parola.." con un tono rassicurante.
Io lo guardai titubante, ma poi mi lasciai andare, a volte confidarsi con uno sconosciuto è più facile che con qualcuno della propria famiglia.
"I miei genitori non vogliono che io combatta.." iniziai, sbirciando timida la sua reazione, magari anche lui la pensava come loro.
"Dicono che non è una cosa da ragazze, che devo imparare a ricamare, cose così.." tirando su col naso "...ma io non voglio!".
E ripresi a piangere.
"Ehi.. ehi.." lui mi alzò il viso che avevo abbassato con un gesto della mano, un gesto delicato e leggero "..posso farti un regalo?".
Io lo guardo titubante.
Lui sorride, e prende dalla sua borsa da viaggio una scatolina, la apre e dentro c'è una boccetta.
"Questo è un filtro magico..." guardandomi negli occhi "...bevilo, e tutti i tuoi desideri si avvereranno" con un sorriso enigmatico.
"Ma io.." rigirandolo tra le mani, titubante.
"Fidati di me, bambina mia..." fissandomi negli occhi "..tutti i tuoi sogni!".


Alla fine, l'avevo bevuta.
La mattina dopo, nel lussuoso albergo dove mi aveva lasciato era arrivata una carrozza. Un terribile incendio aveva ucciso tutta la mia famiglia e io, ero di diritto l'unica erede. Il mio desiderio era stato esaudito. Ora nessuno mi avrebbe impedito di imparare a combattere. Già, ora ero padrona della mia vita.
E sola, completamente sola.
Persi il conto di quanti giorni passai chiusa nella mia camera a piangere, a giurare vendetta per quell'uomo che mi aveva portato via tutto, con la promessa di darmi ogni cosa.
Ma sapevo che la colpa non era sua, ma mia.
Eppure, ancora non lo sapevo ma il peggio doveva ancora arrivare.
Perché poi, nella scatolina trovai anche quel biglietto che ora avevo tra le mani, parole che subito non compresi ma che ben presto assunsero un significato decisamente inquietante, ma terribilmente inevitabile.
Dapprima erano sogni, sogni inquietanti, in cui vedevo cose assurde, in cui ero crudele, spietata, lussuriosa, sogni che mi accaldavano, facendomi vergognare terribilmente.
E poi un giorno, quella parte di me che relegata nei sogni, nelle fantasie più segrete della mia anima, al canto di una civetta prese vita, una vita vera, al posto della mia.
Come la luna e il sole... finché la vista di un amamelide non mi fece tornare in me.
E così ogni giorno da allora, senza pace, senza tregua, senza perdono.
Sospirai.
Non era il momento di pensare al passato.
Dovevo andare avanti con le mie ricerche, e cercare di scoprire il pezzo mancante dell'incantesimo. Solo così potevo fare ammenda del mio peccato e sperare in una redenzione.

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Lady Gwen 14-04-2018 02.40.59

Rimasi ad osservarlo incredula mentre da solo prendeva di nuovo la mia mano, la riportava sul mio viso e lasciava scorrere le mie dita, tutto da sè ed io lo osservavo rapita da tanta spontaneità e delicatezza.
Solo alcune ore prima non avrei nemmeno potuto immaginare una tale intimità, più dei baci, più di qualsiasi altra cosa.
E rimasi in silenzio ad accarezzargli il viso, guardando i suoi occhi neri e la mia pelle pallida e bianca insieme alla sua.
Ambra ed alabastro.
Guardai la porta sentendo bussare, poi guardai lui.
"Torno subito..." mi alzai dal letto e andai ad aprire.

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Altea 14-04-2018 22.40.18

Derico pagò le guardie ed era proprio vero che i soldi aprivano qualsiasi porta.
Ma io osservavo quel castello maestoso nella sua strana struttura..poi ebbi un sussulto..ricordai le parole di Padre Anselmo e la mente andò pure a Furio, la Rosa Nera aveva scritto nelle sue ultime parole in punta di morte che una di noi avrebbe sconfitto "Il Tormento dei Bastian" solo quando si sarebbe innamorata, ma di uno delle zone del suo amato e in questo modo si sarebbe coronato l' Amore.
Era un particolare importante che avevo tralasciato e quindi l' Amore di Furio, semmai lo avessi corrisposto, non sarebbe valso.
Ma era impossibile innamorarsi a comando...povera me..ero destinata come le altre?
Poi vidi Derico farmi segno e io lo seguii in silenzio e dando un' occhiata ai soldati sorridendo..eh si, si doveva andare a compromessi se volevo saperne di più, sperando tutto questo fosse valso a qualcosa e raggiungemmo un maestoso giardino dove ci aspettava un guardiano.
Quei luoghi..mi davano una sensazione strana, come se li avessi vissuti davvero, molti secoli prima, li avessi amati e le mura racchiudevano mille segreti.
E li vidi lì...innamorati, passionali...e lei uguale a me.

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Guisgard 14-04-2018 23.27.54

Clio nella sua biblioteca continuò le ricerche per trovare i versi mancanti di quel magico arcano.
Cerò in alcuni manuali di magia nera e poi in altri di magia bianca.
Consultò antichi testi di demonologia e vari di teologia.
Sfogliò poi vecchi papiri in cui erano elencati incantesimi, ma tutto ciò senza giungere a nulla.
Ma alla fine, quando tutto il suo lavoro sembrava infruttuoso, verso il crepuscolo notò qualcosa.
La citazione di un libello, in cui venivano elencate le più famose maledizioni conosciute al mondo.
L'autore era un certo dottor Fagianus.

Gwen andò alla porta ed Elv la guardò tutto il tempo.
La vampira aprì e trovò sull'uscio il ghigno enigmatico di Nokolaj.
Il suo inquietante buonumore non si doveva solo all'imminente crepuscolo e dunque alla non lontana sera.
Non soltanto almeno.
“Eccoti...” disse “... ti stavamo dando per dispersa... resterai ancora a lungo murata in questa stanza?” Divertito. “Il maestro ha chiesto di te...” con un sorriso tagliente.

Altea e Derico erano ora nel cortile.
“Non abbiamo molto tempo, dunque facciamo un giro nel castello, madama, così la visita sarà per voi soddisfacente.” Disse lui.
Poi notarono il vecchio guardiano.
“Guardate...” indicandolo Derico “... se volete possiamo chiedere a quel guardiano, così potrà soddisfare ogni vostra curiosità su questo maniero.”

Clio 14-04-2018 23.34.34

Erano anni che cercavo di tutto, in ogni testo possibile, di ogni genere, provenienza.
Negli anni avevo imparato svariate lingue per poter accedere anche ai testi più rari, ma non avevo trovato nulla.
Dopo qualche ora... ecco, c’era qualcosa.
Un libello, un libello scritto da un certo Fagianus.
Immediatamente le mie ricerche virarono su questo libello e sull’identità di questo misterioso autore.
Sperando che la mia biblioteca fosse sufficiente, altrimenti ne avrei dovuto cercare una grande bei dintorni.

Altea 14-04-2018 23.36.56

Mi destai alle parole di Derico.."Oh si andiamo presto, quel guardiano potrebbe farci entrare e vedere il castello, magari raccontarcene pure la storia di questo Palazzo Uscianese" e mi avviai verso il guardiano con l' uomo al seguito.."I miei saluti, sono la Contessa de Bastian, mi hanno parlato di questo magnifico Palazzo ora di proprietà del barone e sotto la tutela del nostro grande Maresciallo" e pronunciai quella parola con voce bassa, suadente per far capire l' ammirazione..fasulla ovviamente "Vorrei tanto visitarlo, potete narrarmi la storia, a chi apparteneva?" guardandolo attentamente.

Guisgard 14-04-2018 23.52.47

Clio non ne trovò tantissime di notizie sul dottor Fagianus.
La più interessante, sebbene quasi inutile, riportava una sua veloce biografia, definendolo “uomo colto ed arguto, ateo e miscredente, dotato di vivace talento per le arti figurative ed esperto di magia e nozioni belliche.”
Viveva come un dotto itinerante, vagando da corte a corte ed offrendo i suoi servigi al miglior offerente, purchè, si precisava, anticlericale.

Il guardiano era un uomo anziano, dal forte accento Sygmese.
“Buonasera, signori...” disse ad Altea e a Derico “... questo castello è molto antico... fu fatto costruire da Peppus Fornarudis, antico combattente e signore di Usciano. Giunse con i suoi uomini a Sygma insieme alle armate del duca Ardeliano. Questo maniero, come potete vedere, è molto diverso dall'architettura Sygmese, proprio perchè gli Uscianesi, orgogliosi e superbi, non volevano mischiarsi con gli uomini del posto e mantennero le loro usanze. Infatti questo castello è costruito come una rocca Afragolignonese.”
“A noi interessano le cose pratiche.” Fece Derico. “A chi è appartenuto questo castello prima della confisca ad opera del Maresciallo di Monsperone?”
“All'ultimo discendente dei nobili Uscianesi...” rivelò il custode “... Reddas Fornarudis. Oggi ormai un nobile decaduto."
"E dove si trova costui?" Fissandolo Derico.
"E' rinchiuso in questo castello" il custode "ed il Maresciallo ha ordinato non abbia contatti con nessuno."

Lady Gwen 14-04-2018 23.53.58

Era Nikolaj.
Lo guardai con gli occhi assottigliati in una espressione annoiata.
Mi urtava il suo sorriso, quel suo buonumore ostentato e ghignante.
"Ah sì? Cosa desidera Sua Signoria?" con un velo di sarcasmo, sorvolando sulla prima parte della frase.

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Clio 14-04-2018 23.56.57

Un dotto itinerante, ateo, interessante.
Dovevo trovare quel libello, in un modo o nell’altro, chi avrebbe potuto conoscere un simile individuino? E dove avrei potuto trovare il suo libello?
Nei miei libri non c’era granché, così pensai di chiedere a chi conosceva bene quei luoghi, dato che io ero appena arrivata.
Così, lasciai la mia biblioteca per tornare nel salottino, mi avrebbe fatto bene una tazza di tè, inoltre magari Stuardo poteva saperne qualcosa.

Altea 14-04-2018 23.58.32

Ascoltai il tutto con attenzione, tutto tornava...nella storia della maledizione ed udii le ultime parole del guardiano.."Scusate perché è rinchiuso nelle prigioni? Di cosa sarebbe accusato questo Reddas?" incuriosita.

Guisgard 15-04-2018 00.06.48

“Beh, vieni a vedere tu stessa...” disse Nikolaj a Gwen con quel suo ghigno “... anche perchè lui ha proprio chiesto di te.” Con un sorriso di chi sembrava aver appena fatto la spia.

Clio lasciò la biblioteca e si spostò nel salottino, dove subito arrivò Stuarto.
“Madama...” disse “... faccio servire la cena? Vostra sorella cenerà con voi?”

“Eh, madama...” disse il guardiano ad Altea col tono di chi non voleva dire troppo e mettersi nei guai “... Sir Reddas è l'ultimo della sua nobile stirpe... è decaduto, ma resta il suo titolo e dunque i diritti che egli può accampare su questo castello... perciò il Maresciallo, dopo aver confiscato le sue terre, lo ha fatto rinchiudere in questo castello. Non si fidava di incarcerarlo nelle altre prigioni di Monsperone, per paura che egli possa fuggire e vendicarsi...”
Ad un tratto Altea si sentì osservata, quasi spiata.
Come se da una delle tante diverse finestre del maniero qualcuno la stessa fissando.
Era una sensazione strana, molto diversa da quella data dalle sue visioni.
Questa sensazione era reale.

Lady Gwen 15-04-2018 00.10.28

Lo guardai senza esprimere alcuna emozione, poi uscii richiudendomi la porta alle spalle senza preoccuparmi troppo di non urtarlo.
Raggiunsi la porta del Maestro e bussai.
"Sono Gwen, Milord."

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Altea 15-04-2018 00.11.07

"Oh capisco" ridendo "Io lo farei schiavo nel mio Palazzo, ma dubito il Maresciallo possa patteggiare...magari dare una festa e vederlo umiliato a servirlo".
Quindi il Maresciallo aveva paura questo uomo potesse riprendersi le sue terre, doveva odiare profondamente gli Uscianesi con tutti i Capomazdesi ed Afragolignonesi..cosa faceva mai di male questo nobile decaduto..voleva solo le sue terre per lui e basta.
Ma ebbi una strana sensazione, non era visione, come di essere osservato e il mio diafano volto osservo le finestre e le grate con le segrete per capire cosa sentissi...sesto senso femminile.


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