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La carrozza giunse così al palazzo del governatore.
Fu fatta entrare e la famiglia di Altea fu ricevuta da alcuni servitori e condotta in una grande sala. Poco dopo entrarono due figure: erano il governatore e l'ammiraglio Guidaux. “Ma che piacere conoscervi.” Disse sorridendo il governatore. “Finalmente, signor Fletcher. E che meravigliosa famiglia avete.” Furono così fatte le presentazioni di rito fra i presenti. “La nostra è una missione!” Esclamò il governatore. “Civilizzare queste terre!” “Si, ma senza importare i mali del Vecchio Mondo.” Intervenne l'ammiraglio. “Si, sono d'accordo.” Annuì Fletcher. “A cosa vi riferite, signore?” Chiese la moglie. “Oh, a tante cose, milady...” rispose Guidaux “... in primis penso alla religione organizzata...” “Non credete in Dio, ammiraglio?” Domandò la donna. “Vedete, milady, che esista o meno un Essere Onnipotente, Onnipresente e Onnisciente al di là delle nuvole, con tanto di barba bianca ed Angeli al seguito, in verità mi lascia alquanto indifferente... ciò che invece mi disgusta e deprime è la Chiesa e tutta quella sua organizzazione politica... io non ho molte reminiscenze delle cose religiose che mi furono inculcate da piccolo, ma se ricordo bene Cristo nacque in una stalla ed era povero... perchè allora i Vescovi vivono in tanta ricchezza?” “Forse dovremmo mandare lì tutti i pirati che infestano i nostri mari!” Ridendo il governatore. “Ma ora basta con questi discorsi brutti! Guardate, vi mostrerò una cosa unica...” http://3.bp.blogspot.com/-yMe_MwYTtL...407-004441.png |
L'Antigua Maria lasciò così l'isola di Portuga e prese il mare.
Giuff era su di giri perchè già assaporava i dobloni d'oro che avrebbe guadagnato di li a poco. Un pirata sull'albero maestro osservava il mare da ogni latitudine per scorgere qualcosa. Ad un tratto avvistò qualcosa: era una nave e batteva bandiera olandese. “E' una nave mercantile” disse Boyuke al capitano “e batte bandiera olandese. Nessun mercantile si avventurerebbe al largo di Portuga... devono essere loro, capitano...” Giuff allora prese il cannocchiale e guardò la nave. Intanto, su quella nave, anche i marinai olandesi si erano accorti dei pirati. “Sono loro, signore.” Fece uno di quelli a Gurenaiz. “Ci avviciniamo?” “Si...” annuì l'ufficiale “... ma ad agio... ricordate, non voglio correre rischi... dite agli uomini nella stiva di tenersi pronti ad intervenire... ma solo dopo un mio preciso ordine...” “Si, signore.” Sull'Antigua Maria fissavano con attenzione i movimenti dell'altra nave. “Sarà un gioco da ragazzi questo scambio, capitano.” Sorridendo Boyuke. “Faccio preparare la ragazza?” “Si, portatela qui sul ponte.” Boyuke andò allora a prendere Clio e la portò dal capitano. “Tra poco rivedrai il tuo amato...” fissandola Giuff “... e noi avremo l'oro...” |
“Allora stipuleremo un patto...” disse quell'uomo ad Elisabeth “... rifaremo la strada che avete percorso con quel dannato e cercheremo di ricostruire i suoi movimenti... voi lo avete visto in volto e dunque siete in grado di riconoscerlo... ci state?”
“Vi conviene, milady.” Intervenne l'altro. “Non correrete rischi, tranquilla... ci accompagnerete fino a ritrovare quel fuggiasco, poi insieme alla vostra governante ritornerete alla vostra vita.” |
Talia uscì così in giardino in compagnia di Musan.
“Allora ditemi, Analopel...” disse lo spagnolo “... come vi trovate qui? L'Europa è molto diversa dalle Flegee... avete forse nostalgia dell'Olanda?” Una meravigliosa quiete invadeva la baia e il crepuscolo stava sprofondando nel mare, mentre un sognante scurire cominciava pian piano a prendere piede. Le prime stelle della sera già si affacciavano lungo l'orizzonte infinito e diffondevano sulla terra l'eterna magia dei loro raggi, mentre la scia della Luna nascente aveva appena tracciato una strada d'argento sulle acque calme del mare. Talia avanzava nell'oscurità, avvicinandosi sempre più al mare. “L'amore qualcuno dice sia solo fortuna...” all'improvviso una voce “... ma le fortune umane sono alterne e vanno e vengono... no, l'amore, quello vero, è eterno, al di là di tutto e tutti... no, l'amore non è fortuna, ma solo un privilegio...” A quelle parole Talia si voltò e lo vide. “Sei tornato!” Sorridendo lei e corse ad abbracciarlo. “E' vero, sai?” Fece lui. “Cosa?” “Le stelle sono davvero tante, quasi infinite...” sussurrò lui “... le ho contate tutte, ogni notte sul ponte della nave... solo così potevo sperare che il tempo trascorresse presto...” la fissò “... sei sempre più bella, amore mio... mi hai pensato? Eh, ma non quanto me...” “Hai il metro per giudicarlo, signor ufficiale?” Alzando un sopracciglio lei. “Beh, allora dimmelo tu!” “Cosa? che mi sei mancato?” Fissandolo lei.”Che mi sembra passato un secolo dall'ultimo nostro incontro e che, per tutto questo tempo, anche quando non potevo, correvo ad affacciarmi sul mare per vedere tornare la tua nave... e che di tanto in tanto chiedevo al nonno della posta, ma tanto non mi avevi scritto mai, così qualche volta l'ho fatto io, ed altre volte sono riuscita a trattenermi solo a fatica... cosa? Questo? E perché? Tanto non mi credi!” “Perchè ti sei trattenuta dallo scrivermi?” “Perchè forse scioccamente temevo di infastidirti, con tutte le tue mansioni a bordo...” “Allora siamo stati sciocchi entrambi...” “Vedi che abbiamo immaginato la stessa cosa?” “Si...” sfiorandole il viso lui “... a bordo i marinai cantavano una canzone... ed ogni sua parola sembrava scritta per me... parlava della nostalgia verso la donna amata...” “Vorrei ascoltarla...” Ed insieme i due si incamminarono verso la riva, dove lui cantò a lei quella canzone, avendo come melodia lo scorrere dolce delle onde del mare... http://images1.wikia.nocookie.net/__...beth_Swann.png “Eppure, questi luoghi, hanno un qualcosa di magico, nel loro essere primordiale...” aggiunse Musan, destando Talia da quell'antico ricordo “... non trovate, Analopel?” |
Ora che si fa???? domandai tutto preoccupato siamo agli sgoccioli il capitano ci a razionati sia cibo che acqua riusciremo a sopravvivere domandai al mio amico che era vicino a me io mi sto stufando di queste angherie di questo capitano noi lo rispettiamo ma anche lui deve fare lo stesso continuai a dire chi è daccordo con me ? domandai a gran voce e aspettai una risposta
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Entrammo nella sala del Governatore, la stanza era piuttosto pesante per tanto riccamente era arredata e buia da tende di broccato, quando il Governatore si presentò. Feci un leggero inchino e mio padre ci presentò, lo vedevo stranamente nervoso in volto.
Ci sedemmo assieme, con il Governatore vi stava un certo Guidaux, rimasi in silenzio come disse mio padre ma non restando impassibile. Passavo da un discorso all'altro e pensando che immensità di stupidaggini si stavano dicendo..cosa c'entrava tutto questo con la Chiesa? Fissai mia madre fermamente cattolica che rinnegava ciò in cui credeva per gli interessi di mio padre e forse i suoi interessi, mi morsi le labbra per non intervenire. Fummo destati da questi discorsi dal Governatore...una sorpresa...di cosa si poteva trattare? |
"Certo" risposi a Fhael " tutto quello che ho è nel mio sacco e ho già saldato i conti con il locandiere... Per quando mi riguarda possiamo partire anche ora"
Gon, come per dare conferma a ciò che avevo detto, si mise a saltellare allegra tra me e Fhael. Così tutti e tre ci dirigemmo al porto, verso nuove avventure. |
Tornai sul ponte spinta da Boyuke, la luce del sole mi stordì in un primo momento. Restai in silenzio, attonita, guardandomi attorno.
E poi la vidi: fiera e maestosa nel vento leggero, la bandiera olandese. L'avevo odiata, maledetta, strappata in mille pezzi ma ora, al solo vederla, mi sussultava il cuore. È venuto davvero, è venuto per me.. Non riuscivo a credere ai miei occhi, Guerenaiz era lì per salvarmi. Il cuore iniziò a battermi forte e calde lacrime velarono le mie palpebre. Pensai a quello che gli avrei detto, cercai le parole più adatte per spiegarmi e farmi perdonare. E, ancora una volta, mi chiesi cosa pensasse di me, cosa mi avrebbe detto.. Anche se, ora che era così vicino capivo che se era venuto a salvarmi, forse, gli importava della mia vita. E iniziai a sorridere mentre la nave si avvicinava. Ascoltai le parole del Gufo Nero senza mutare il volto: "Avete visto capitano? Ve l'avevo detto che sarebbe venuto. Così, ognuno di noi avrà ciò che desiderava... " |
Così, Cheyenne e Fhael, con la piccola scimmietta, si diressero al porto.
Giunti là, salirono a bordo dell'imbarcazione del portoghese. Qui Fhael distribuì altri ordini ai suoi uomini e tutto era ormai pronto per la partenza. Ma proprio in quel momento Gon scappò via e corse verso le varie merci accantonate sul molo. “Cheyenne...” avvicinandosi Fhael “... cosa è accaduto? Che fine ha fatto la vostra scimmietta?” Ma poco distante, nascosta tra quella merce sul molo e attenta a non farsi vedere, una misteriosa figura era insieme alla scimmietta. “Stalle sempre vicina...” mormorò a Gon “... come se fosse la tua vera padrona... deve fidarsi ciecamente di te... intesi, piccola?” La scimmietta fece uno strano gesto, come a voler annuire. “Bene, ora ritorna sulla nave da lei...” aggiunse “... su, forza, obbedisci...” http://images3.wikia.nocookie.net/__...!MonkeyMan.jpg |
Il governatore, allora, invitò Altea e la sua famiglia a prestare attenzione a ciò che lui stava per mostrare loro.
Si avvicinò ad un piccolo vestibolo laterale. Issò su la tendina che teneva celato quell'ambiente e mostrò finalmente ciò che in esso si trovava. Decine di modellini, di pregevole fattura e minuziosamente definiti, raffiguranti navi di tutti i tipi. “Questo è il mio piccolo vanto, amici miei.” Disse il governatore. “Si tratta di perfette riproduzioni delle navi più belle ed imponenti che hanno solcato i mari.” Rise come un ragazzino davanti ai suoi giocattoli. “Non sono meravigliose? Guardate, guardate pure...” fece ai presenti “... ecco, questa per esempio...” indicando uno di quei modellini “... rappresenta la possente Adventure Vectory che seminò il terrore al largo del Madagascar... quest'altra invece è la leggendaria nave spagnola Nuestra Senora del Carmen con i suoi 72 cannoni!” “Io una nave con un simile nome” intervenne Guidaux “l'avrei affondata senza pensarci su due volte.” “Eh, il nostro caro ammiraglio è un idealista!” Esclamò il governatore. “Quest'altro modellino, invece, è il leggendario Griffon, celebre galeone pirata che assaltò più di 50 navi nelle Antille! E come potete vedere, cari amici, sono tutti bellissimi modellini!” “Si, davvero una notevole collezione, eccellenza.” Disse Fletcher. “Voi cosa ne dite, cara lady Altea?” Domandò poi il governatore. |
“Forse.” Disse Giuff a Clio, per poi dare ordine ai suoi uomini di prepararsi. “Tenetevi pronti. Voglio alcuni uomini sul ponte armati di fucili. Al minimo sospetto che aprano subito il fuoco.”
“La nave si sta avvicinando, capitano.” Mormorò Boyuke. Il Gufo Nero allora gettò un'altra occhiata su quell'imbarcazione olandese. La fissò per alcuni lunghi momenti. Il suo sguardo era mutato di colpo. “Cosa accade, capitano?” Chiese Boyuke. “Lo scafo...” mormorò Giuff “... lo scafo di quella nave... è troppo immerso in acqua... vuol dire che c'è qualcosa di pesante a bordo...” “Pesante?” Ripeté Boyuke. “E' una nave mercantile, ma non credo ci sia merce a bordo... sono qui solo per lo scambio...” “Hanno qualcosa a bordo...” con occhi di ghiaccio Giuff “... e non si tratta di merce...” “E cosa allora?” Allarmato Boyuke. “Forse uomini e cannoni...” rispose il Gufo Nero. “Maledetti!” Esclamò Boyuke. “E' una trappola! Devo dare ordine di ritirata immediata, capitano?” “No...” scuotendo il capo Giuff “... se ci allontaniamo ora, finiremo sotto il tiro dei loro cannoni... continuiamo ad avvicinarci... ma da ordine a tutti gli uomini di armarsi...” “Si, capitano!” Il Gufo allora si voltò verso Clio. “Il tuo sciocco innamorato” disse “credeva di metterci in trappola... ma si accorgerà che con il Gufo Nero non si scherza...” ed estrasse la sua sciabola, puntandola poi contro il bel viso della ragazza. http://pl.wallpaperson.com/system/ph...on_b9_270_.jpg |
“Possiamo fare ben poco, per ora...” disse Emas a Cavaliere25 “... il comandante possiede la legge dalla sua... non ci resta che obbedire per ora...”
“Io però non mi arrendo...” mormorò Rynos “... sono certo che anche il signor Guisgard è stanco di tutto questo... ed io farò di tutto per tirargli fuori la rabbia che si porta dentro...” fissò i suoi tre compagni “... venite con me sul ponte...” I quattro salirono allora in coperta e passarono accanto a Guisgard. “E' uno schifo...” disse Rynos “... salire fin lassù per un misero sorso d'acqua... più quello che sudi e sputi su questa nave, di quello che bevi...” “Rynos...” fece Guisgard. “Si, signore?” “Se fai l'insolente perchè credi di non aver nulla da perdere, ti sbagli...” fissandolo il tenente “... il comandante può servirti una bella sorpresa...” “Oh, certo, signore...” annuì Rynos “... sarò senza dubbio sorpreso... sarò sorpreso se alla fine del viaggio non avrà ucciso metà dell'equipaggio!” “Rynos...” disse Guisgard “... per questa volta farò finta di non aver sentito...” “Grazie, signore...” mormorò il marinaio, per ritornare con i suoi tre amici sottocoperta. |
Facciamo un patto...si insinuava nella mia mente, le stesse parole che avevo udito dire a mio padre quando non avevo nessuna voglia di andare ad un ballo di Gala....facciamo un patto certo, ma quello era mio padre e questi chi diavolo erano ?......" Bene, usciro' con voi ed andremo fuori da questa locanda, vi ritorno a dire che non abbiamo fatto molta strada, siamo arrivati al negozio di tele e colori....li' mi sono fermata e ho ammirato la vetrina ....di lui ..nessuna traccia, ma se vi fa piacere, possiamo rifare il tratto di strada insieme, perdonatemi...ma come siete entrati nella mia stanza ?...perche' a quanto pare il proprietario non sa' della vostra presenza, dimenticavo siete uomini perbene.....allora io esco da qui e voi fate in modo di raggiungermi..."........Uscii dalla stanza, con calma teatrale, arrivata alle scale,le scesi tutte d'un fiato....incontrai lo stesso ragazzo, che quel giorno sembrava volesse pulire il pavimento un po' piu' del dovuto...tanto che vidi la sua camicia lievemente macchiata si sangue, ma non qul rosso cupo delle ferite...di quel rosso che traspariva al rosa, era trapassato attraverso la benda......" Una buona giornata ragazzo"...udii solo un mormorio..e sorrisi quasi soddisfatta...uscendo fuori, non aspettai nessuno, sapevo di essere seguita e percorsi la stessa strada, sino a giungere alla famosa vetrina......sentendoli al mio fianco.." Questo e' quanto ho fatto per lui...niente di piu'...guardandomi intorno non ho visto nessuno che gli somigliasse e poi perdonatemi, ma visto che e' la peggiore della feccia...pensate che stia ancora qui intorno...io sarei scappata a gambe levate in posto dove non ci fosse anima viva.......sono qui da soli due giorni, non mi importa nulla di lui ne di voi.....il destino ha fatto si,che mi si coinvolgesse in una storia che non mi appartiene.....ridatemi la mia Ingrid e cercatevi il vostro malfattore....".........ero stanca...ero stanca di non far comprendere come quella storia mi si era appiccicata addosso....come l'aria umida di quel posto.........
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Uscimmo in giardino... l’aria era calda quel giorno, calda ed appiccicosa come spesso accadeva in quelle terre...
“Nostalgia...” mormorai alle parole di Musan, mentre la mia mente volava lontana inseguendo quel ricordo dolce e doloroso che per un momento l’aveva attraversata. Chiusi gli occhi, dunque, e rividi il mare dell’Olanda, risentii i suoni ed i profumi di quella terra e rividi lui... la gioia dei momenti che trascorreva con me e la nostalgia di vederlo poi partire, la sua nave che svaniva all’orizzonte portandosi dietro la scia della promessa che sarebbe tornato, l’attesa, la sua voce, i suoi occhi... “Nostalgia...” sussurrai ancora, pianissimo, quasi senza accorgermene “Si... nostalgia e... rimpianto!” Citazione:
“Si...” risposi dopo un momento, voltandomi appena verso lo spagnolo “Queste terre sono bellissime... paradisiache. Il cielo sembra più ampio, qui, ed il mare è di un blu più intenso. Qui vivono piante ed animali che sembrano usciti da una fiaba ed il sole risplende alto, più di quanto non sia mai stato in Olanda. Avete dunque ragione, milord: queste terre hanno qualche cosa di magico, di meraviglioso, di irresistibile... eppure, vi chiedo, la bellezza da sola può bastare?” Sorrisi appena e riportai gli occhi all’orizzonte... “La bellezza è fuggevole, Heer Musan... la bellezza è la cosa meno duratura che vi sia, e la più soggettiva... ciò che oggi vi appare gradevole alla vista, domani potrebbe non esserlo più... e ciò che oggi vi sembra bello, domani potrebbe darvi repulsione, o odio addirittura. No, milord, la bellezza non è eterna... al contrario, è qualche cosa di troppo fuggevole per permetterle di dettare decisioni!” Sospirai e tornai a guardarlo... “Queste terre sono belle, sì... molto! Ma non è certo per questo che sono qui. No... io sono qui perché mio padre ha deciso così!” Lo osservai ancora per un momento, in silenzio... era uno strano tipo d’uomo quel Juan Musan, era un uomo che non riuscivo a comprendere completamente: c’era qualche cosa di fuggevole nel suo sguardo, qualche cosa di gelido, proprio sul fondo degli occhi, qualche cosa che mi faceva rabbrividire se mi soffermavo a scrutarlo. E fu per riuscire a trattenere quel brivido e quel curioso ed irrazionale senso di oppressione, che riportai gli occhi verso l’orizzonte. |
Guardavo il Governatore mostrare quei modelli come un bimbo mostra orgoglioso le sue collezioni e sentivo le loro risate, mia madre rideva fingendo.. quando fui colta da quella domanda improvvisa e finsi un dolce sorriso.."Cosa penso?Riguardo a cosa milord? Ehm..noto che la flotta della Compagnia delle Flegee e' molto imponente e..mi complimento con Voi..eccellenza." cercai di fingermi il più possibile entusiasmata mentre sentivo lo sguardo preoccupato di mio padre su di me.
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Elisabeth, così, uscì dall'albergo e raggiunse la vetrina davanti alla quale si era separata dal fuggitivo.
Un attimo dopo, quasi fossero due ombre, anche i due uomini la raggiunsero. “Allora...” disse uno di loro alla donna “... è questo il posto? Qui vi siete persi di vista?” “Per forza di cose” fece l'altro “deve essersi diretto poi al porto... qui non poteva nascondersi, un verme come lui non passa inosservato in mezzo alla gente per bene... si, perchè solo al porto può trovare riparo un topo come lui...” “Allora abbiamo tre giorni di tempo!” Esclamò il primo dei due. “Infatti prima di quella scadenza i suoi compari non torneranno a Las Baias! Dobbiamo acciuffarlo prima che trascorrano tre giorni! Andiamo al porto! Ci faremo aiutare da Odeys! Venite con noi, milady!” Rivolgendosi poi ad Elisabeth. |
“Si, è vero...” disse entusiasta il governatore ad Altea “... la flotta della Compagnia è imponente... e non meno grandiosa è quella di Las Baias!” Rise. “Anzi, vi rivelerò un piccolo segreto... tra breve ci saranno due nuovissimi modellini! Uno sarà la maestosa Nuestra Senora del Rosario, che raffigura alla perfezione la bellissima nave del Viceré di Balunga! L'altro sarà addirittura un modello raffigurante l'Antigua Maria, l'imprendibile galeone del terribile Gufo Nero! Eh... io amo avere i modelli dei nemici vinti!”
A quelle parole, l'ammiraglio Guidaux si voltò di scatto e lanciò uno sguardo al governatore. “Ma come...” mormorò Fletcher “... il Vicerè di Balunga non è stato vinto... e poi, non sapevo fossimo in guerra con lui...” “Ehm...” intervenne Guidaux, come chi vuol girare la conversazione su un altro argomento “... perchè non mostrate il vostro pezzo migliore, eccellenza?” “Ah, si!” Esclamò il governatore. “Quasi lo dimenticavo...” e prese una piccola vetrinetta coperta da un telo. |
La cosa incominciava a farsi molto strana, ascoltai con pazienza i due signori ....2 Al porto, cosa dovrei fare io al porto, guardate che se il padrone della locanda non mi vede uscire o entrare...incomincera' ad insospettirsi.....e poi i patti non erano questi, voi non avete trovato il vostro brutto ceffo e io rivoglio la mia Ingrid....non ho ancora avuto il tempo di scrivere a mio padre e anche questo non sara' un buon segno....vi state ficcando nei guai..."......Ma nei guai c'ero io e lo sapevo bene, ma cosa potevo fare, urlare ?....mi avrebbero creduta...ma Ingrid poteva essere uccisa e io avrei trovato solo un cadavere.....avevo il morale a terra......e il brutto della storia era che ero sola in un paese straniero.......gran brutto affare.....
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Sospirai sollevata, adularlo era l'unica cosa da fare...farlo credere il migliore.
Ma mio padre fece un passo falso...non capivo, avrei chiesto più tardi spiegazioni ad egli su questo fatto del vicerè in quanto mio padre era contrariato, presi subito le redini della conversazione, l'aria si era fatta tesa.."Oh certo eccellenza, per fortuna abbiamo voi e la vostra flotta a tenerci al sicuro qui a Las Baias, non nego che ero molto preoccupata dai racconti di molti sui pirati ma ora mi rassicurate. Sono curiosa di vedere cosa si cela in quella vetrinetta." Ancora un sorriso falso...ora il bambino avrebbe mostrato il pezzo forte della collezione? Scossi il capo...speravo proprio mia madre non iniziasse con storie di uomo scapolo e ottimo partito. Eppure non vedevo in giro la sua famiglia.. |
“Non abbiate paura, milady...” disse Brizzon ad Elisabeth “... vogliamo solo condurvi da un nostro compagno... è un incisore e con il vostro aiuto riusciremo ad avere un disegno che raffiguri quel dannato Storm... fidatevi di noi... presto, tutta questa storia sarà finita...”
Presero allora Elisabeth e insieme raggiunsero il porto. Qui trovarono una piccola abitazione presso il molo. E vi entrarono. All'interno trovarono una tavola imbandita di fogli ed attrezzi vari per il disegno, carte di trigonometria, di geometria, colori e strumenti per la misurazione. Ad un tratto apparve un uomo. “Odeys...” vedendolo Brizzon “... quanto tempo, vero?” “Cosa ci fate qui?” “Ci serve un favore...” rispose Brizzon “... ci occorre un disegno... e la nostra amica ti aiuterà a realizzarlo...” |
Chiamai Gon che, dopo un attimo di esitazione, ritornò sulla nave.
"Bene, direi che siamo pronti per partire ora" dissi con un sorriso rivolgendomi a Fhael. Mi diressi sotto coperta a depositare i miei bagagli e decisi di lasciare la scimmia nella mia cabina, "è meglio che tu stia qui finché non saremo salpati." Tornai sulla prua della nave e mi sedetti sul bordo a osservare le lievi onde che toccavano il legno della polena. |
Il governatore allora tolse quel telo e mostrò la vetrinetta con all'interno il modellino tanto prezioso.
“Questo modellino” disse il governatore ad Altea “rappresenta l'imprendibile vascello pirata che ha diffuso il terrore per tutti i sette mari. Una nave capace di vincere qualsiasi battaglia, contro qualsiasi fregata nemica. Signori... ecco a voi la leggendaria Queen Lilla's Revenge, la nave del terribile pirata Capitan Lanzaras! Riprodotta in ogni suo dettaglio!” In quel momento un servo annunciò che la cena era pronta. “Prego, accomodiamoci a tavola, amici miei.” Sorridendo il governatore. |
Al sentir nominare quel nome...Capitan Lanzaras... ebbi un leggero sussulto, cercai di mantenermi calma.
Mi stavo avvicinando a esaminare il modellino, per vedere come era veramente la nave quando fummo chiamati da un servo, mia madre mi prese per un braccio e ci sedemmo a tavola.."Capitan Lanzaras avete detto?" dissi improvvisamente "..e ditemi, perchè era tanto temuto ed invincibile?" |
Sentii la lama contro il mio collo. Guardai negli occhi il Gufo Nero ma non dissi nulla. Più la nave olandese si avvicinava e maggiore era la mia inquietudine.
Misurai la distanza tra la mia mano e quella in cui il capitano stringeva la sciabola. Certo, pensai ,capitan Giuff era abbastanza distratto perché io potessi liberarmi ma non sarei andata di certo molto lontana. Dovevo aspettare il momento giusto, quando la nave fosse talmente vicina da potervi trovare riparo. Sapevo che Guerenaiz non era il tipo d'uomo che si fa prendere nel sacco da un mandria di pirati. "A quanto pare sarà più complicato del previsto, capitano" mi limitai a dire con uno sguardo supplichevole al Gufo Nero. Ma Guerenaiz la spunterà, maledetto... Pensai dentro di me, evitando di far trasparire la speranza che mi riempiva il cuore. |
Tutto era pronto a bordo del Prhoar.
Fhael diede ordine e l'imbarcazione finalmente salpò, lasciando così il porto di Las Baias. Puntò dritta sul Mar delle Flegee, sotto un cielo senza nubi che ormai era stato attraversato in lungo ed in largo da un crepuscolo inquieto, avvolgendo ogni cosa in uno sfavillio di leggere stelle che, silenziose, si stagliavano poco più su dell'orizzonte e quasi confondendosi e smarrendosi nella foschia che muta avanzava. Il mare appariva senza un'increspatura, senza una piega o un sussulto, attonito e stagnante, mentre il Prhoar scivola silenzioso sulle sue acque. Appena preso il mare, Gon sembrò finalmente smarrire la sua vivacità e si accucciò docile in un angolino della cabina di Cheyenne. La ragazza si trovava invece sul ponte, a fissare quel meraviglioso firmamento che dominava sul mare. “E finalmente abbiamo preso il mare.” Disse Fhael avvicinandosi a lei. “Presto, forse, la vostra vita cambierà totalmente. Molto presto, se Dio vorrà, tutto comincerà da capo per voi.” Si accese la pipa e cominciò a fumarla con aria serena. “A volte mi chiedo” fissando il mare Fhael “perchè mai gli uomini si ostinino a restare sulla terraferma, in balia dell'ingiustizia e della corruzione... quando invece vi è un mondo vero qui in mezzo al mare, lontano dalle miserie e dalle debolezze umane... ma la stolta natura dell'uomo, ahimè, impedisce di comprenderlo...” si sedette accanto a Cheyenne “... forse dovrei parlarvi di quell'uomo che ci sta aspettando... avete delle domande su di lui? Chiedete pure, se ne avete. Risponderò ad ogni vostro dubbio.” |
Giuff, a quelle parole di Clio, lanciò solo un rapido sguardo alla ragazza.
“Voi due...” disse poi a due dei suoi taglia gole “... prendetela e legatala a prua...” indicando Clio “... ora vedrai, bellezza...” rivolgendosi a lei “... farò per te qualcosa che nessun altro uomo è mai riuscito a fare... ti farò diventare una sirena!” E rise forte. La ragazza venne così legata al rostro della nave, in modo che dall'imbarcazione olandese si potesse vedere perfettamente. “Puntate dritto contro di loro!” Ordinò il Gufo Nero. Sulla nave olandese, intanto, avevano visto tutto. “Guardate, signore...” fece un Guardiamarina passando il cannocchiale a Gurenaiz “... guardate voi stesso... a prua...” “Ma quella...” stupito Gurenaiz “... quella è Clio!” “Signore!” Gridò all'improvviso il nostromo. “Ci stanno venendo addosso a tutta velocità!” “Ma cosa vogliono fare?” Urlò il Guardiamarina. “Tutto a babordo!” Ordinò Gurenaiz. La manovra fu subito eseguita e solo per un niente le due navi non entrarono in collisione. E la manovra repentina, fatta per evitare l'impatto con il galeone pirata, causò problemi a tutto l'equipaggio, compresi i soldati nascosti nella stiva, che vennero travolti dai cannoni. “E' fatta!” Esclamò Giuff dal ponte del suo Galeone. “Ora, mentre si riassesteranno, avremo il tempo di fuggire!” Si rivolse poi a Boyuke. “Libera la ragazza e portala nella mia cabina!” “Si, capitano!” Rispose il pirata. Liberò allora Clio e la condusse nella cabina del Gufo Nero. “Stanno fuggendo, signore!” Disse il Guardiamarina a Gurenaiz. “Cosa facciamo?” “Inseguiamoli!” Ordinò il capitano. “Ma questa è solo una nave mercantile, signore...” fece il Guardiamarina “... è impossibile stare dietro ad un galeone di quella portata!” “Non abbiamo altra scelta...” disse Gurenaiz “... non voglio che fuggano... inseguiamoli!” |
La bellezza...
Quella parola riportò di nuovo Talia lontana da quel giardino e da quel mondo... La portò via, rapendola da quella realtà... “Bellezza...” disse lui “... forse è la parola più usata al mondo... ma forse nessuno si rende conto del suo vero significato...” “La bellezza” fissandolo Talia “è un concetto molto terreno... e poi è soggettivo... ciò che è bello per qualcuno, può non esserlo per altri... la bellezza è sfuggente e limitata, temo...” “No...” scuotendo il capo lui “... la vera bellezza non lo è... la vera bellezza dura per sempre...” le prese la mano “... Talia, ti ho mai detto quanto sei bella?” “Almeno un milione di volte!” Sorridendo lei. “No, sono serio...” stringendole la mano “... nel mio ultimo viaggio ho toccato vari porti e ho visto cose meravigliose, da togliere il fiato... ma nessuna bella come te...” Lei allora sorrise. “E in quei momenti” continuò lui “ho immaginato di dirtelo... dirtelo ogni volta...” “La bellezza sta forse negli occhi di chi guarda.” “No, tu lo sei davvero...” “Ma tu sei qui non solo per questo, vero?” Mormorò lei. “C'è altro... la bellezza passa presto...” Lui sorrise e la strinse a sé, lasciandola poi sul suo petto. “Tu sei tante altre cose, Talia...” sussurrò lui “... tu sei tutto per me... tutto ciò che posseggo e tutto ciò che voglio...” “Forse sono bella per qualcuno” aggiunse lei “e non lo sono per altri... ma in fondo, non mi importa...” “Sai perchè Ginevra sapeva di essere bella?” Lei alzò la testa dal suo petto e lo fissò. “E perchè sapeva di esserlo anche Isotta? E Giulietta?” “Perchè lo erano?” Rispose Talia. “Perchè i vari Lancillotto, Tristano e Romeo non facevano altro che ripeterlo loro...” “Allora stanotte verrai a dirmelo sotto il mio balcone?” Sorridendo Talia. “Sfidando la carabina di mio nonno?” “Lo farò davvero...” sussurrò lui “... verrò davvero stanotte... se mi aspetterai...” “Questa terra” fece Musan, destando Talia dai suoi ricordi “non è solo bella, ma anche selvaggia e mutevole... tutto in essa è in movimento... non fidatevi di ciò che vedete... ciò che oggi sembra forte, domani potrà invece divenire debole...” e nei suoi occhi sembrò quasi accendersi un lampo, mentre tutto intorno a loro era avvolto dalla paradisiaca quiete di quelle terre. Ad un tratto qualcuno chiamò. Era Philip che chiamava sua figlia. La giornata era trascorsa rapidamente e quella visita a Balunga era già quasi terminata. Philip e i suoi sarebbero ritornati a Las Baias a breve. Salutarono allora il Viceré, che di nuovo si scusò per non aver potuto presentare loro sua figlia e ripartirono. Musan li accompagnò fino ai confini della tenuta regale. “Spero di rivedervi preso, Analopel...” disse a Talia “... nel frattempo, un pegno dei miei pensieri per voi...” e donò alla ragazza un piccolo pugnale flegeese, intarsiato di giada e corallo “... al nostro prossimo incontro...” Un attimo dopo, la carrozza partì, lasciando il vicereame. |
Non possiamo andare avanti cosi dissi hai miei due amici dobbiamo trovare un modo per non farci mettere sotto i piedi da questo insolente di un capitano ok che a la legge dalla sua parte ma se noi facciamo numero e lo denunciamo appena arriviamo in un porticciolo le cose forse cambieranno che ne pensate voi? domandai e restai fermo ad aspettare
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La spuma del mare mi accarezzava il viso impetuosa e indomabile, non tanto diversa da me, pensai con un sorriso amaro.
Vidi la nave olandese avvicinarsi precipitosamente, sentivo i comandi urlati sul ponte, per un momento credetti di sentire anche il vociare dell'altra nave. Ma poi virarono in fretta e mi fu chiaro il piano del Gufo Nero. Venne a prendermi Boyuke e mi condusse nella cabina del capitano, chiudendo la porta dietro di me. Ero sola, sola e in trappola. Mi chiesi che destino mi sarebbe toccato ora che Giuff aveva capito le intenzioni di Guerenaiz. Forse mi avrebbe usata come pedina di scambio, per ricattar lo ancora, o forse... No, non gli avrei mai permesso di vendermi. Iniziai a guardarmi intorno, frugando delicatamente tra armadi e cassetti, senza sapere bene cosa stessi cercando. Ma poi in un vecchio comò accanto alla finestra , lo trovai. Un piccolo pugnale di pregevole fattura, eppure con il manico unicamente di legno, niente intarsi né decorazioni, somigliava più a un banale coltello. Niente a che vedere con le splendide armi che avevo visto appena salita sulla Antigua Maria, ma la lama era ottima. Sorrisi di quella benedizione inaspettata, richiusi il cassetto con cura, e mi infilai il pugnale nello stivale. Fu allora che guardai fuori, dalla finestra della cabina si riusciva a scorgere distintamente una nave, quella nave. Non aveva ceduto, era davvero deciso a liberarmi. Esultai di gioia nel mio animo a quella visione. Dovevo aiutarlo, dovevo fare qualcosa. Già ma cosa? Non ero altro che una prigioniera. |
Mentre ero assorta a osservare il mare, Fhael si avvicinò e fumando mi chiese se ero desiderosa di sapere qualche notizia in più dell'uomo che sarebbe potuto essere mio nonno.
Da quando il portoghese mi aveva contattata, il mio animo continuava a porsi mille domande, ad avere mille dubbi...Avevo paura di rimanere delusa da tutta questa faccenda, ma dentro di me sentivo anche il bisogno di tentare, per cercare di colmare un vuoto enorme che ormai coesisteva nel mio cuore da anni. "Ma si, signor Fhael, il viaggio è lungo e pure la lista di cose che vorrei conoscere..." Sorrisi e guardai il portoghese in cerca di un assenso. "In realtà non ho domande precise, dovete perdonarmi ma, nella mia testa ci sono molte idee confuse che mi è difficile raggrupparle tutte in un pensiero logico e razionale." "Mi affido alla vostra capacità di narrazione per poter apprendere tutto ciò che è necessario sul signore che sto per incontrare, la sua storia, il suo carattere, ogni cosa a vostra conoscenza." Detto questo, mi alzai, mi stiracchiai un po' e mi risedetti in attesa delle parole di Fhael. |
“Vi vedo molto interessata, milady...” disse Guidaux ad Altea “... vi incuriosisce così tanto il nome di quel pirata? Come fate a conoscere la sua leggenda? Pare sia molto antica e oggi solo qualche vecchio marinaio, o chi ha studiato la storia di queste terre conosce il nome di Lanzaras. Ma voi?”
“Si, è vero...” intervenne Fletcher “... come mai conosci queste storie, Altea?” Odette lanciò allora una strana occhiata alla ragazza, come a volerla rimproverare. |
L'Antigua Maria procedeva veloce, tagliando quasi a fette le onde del mare che si infrangevano contro il suo possente scavo.
La nave olandese si era lanciata al suo inseguimento, ma la differenza tra le due imbarcazioni risultò subito decisiva, facendo pendere l'ago della bilancia decisamente dalla parte dei corsari. E così, in breve tempo, i pirati del Gufo Nero misero subito una buona distanza tra loro e gli inseguitori. E quella distanza aumentava sempre più. “Sono sempre più lontani...” disse Gurenaiz, fissando la nave pirata col suo cannocchiale “... mettete al vento ogni centimetro di vela!” Ordinò poi ai suoi. “Capitano...” mormorò il suo Guardiamarina “... abbiamo tutte le vele al vento... di più non possiamo fare... è inutile, ormai non li raggiungeremo più...” E per la rabbia Gurenaiz lanciò in terra il cannocchiale, spaccandolo in più parti. “Urrà!” Gridarono in coro i pirati sul ponte dell'Antigua Maria. “A morte gli olandesi!” E acclamarono l'abilità del loro capitano. Poco dopo, Giuff entrò nella sua cabina, dove era stata rinchiusa Clio. “Forse avrai visto l'intero spettacolo da quella finestra...” disse il pirata alla ragazza “... ma ti informo ugualmente che il tuo innamorato è stato appena seminato. Che idiota! Voleva prenderci con quella chiatta per mercanti!” La fissò con uno sguardo che non presagiva nulla di buono. “Eh, voleva giocarci... dicono che noi pirati non abbiamo onore, eppure è stato lui, un ufficiale di marina, ad ingannarci, venendo meno agli accordi... non è un comportamento da gentiluomini, non trovi? Ora cosa dovrei fare, dimmi? Per vendicare il mio...” sorrise “... onore? Beh, potrei per ripicca sgozzare la sua futura sposa... o magari cavarle quei suoi meravigliosi occhi azzurri... o anche... divertirmi un po' con lei stanotte... cosa suggerisci?” |
“E' un uomo di vecchio stampo...” disse Fhael a Cheyenne “... di quelli d'altri tempi... ha trascorso la vita in mare, servendo fedelmente la corona d'Aragona Catalogna, fino a quando è stato inviato qui, nelle Flegee, agli ordini del Viceré a Balunga... ora, finito il suo servizio, si è ritirato a vita privata e l'ultima cosa che chiede alla vita è di far luce sulla scomparsa di sua nipote... oggi vive in una villa coloniale presso Minisclosa... ed è lì che siamo diretti ora.”
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“Già...” disse Emas a Cavaliere25 “... ma dobbiamo arrivarci vivi alla fine di questo viaggio...”
Ma proprio in quel momento il nostromo scese sottocoperta e chiamò alcuni marinai per lavare il ponte. E tra questi furono scelti anche Fidan e Cavaliere25. I due, così, insieme ad un terzo marinaio, furono messi a lavare il ponte. Ma il terzo marinaio tremava e barcollava. “Questo poveretto ha la febbre...” mormorò Fidan “... sono due giorni che non tocca un sorso d'acqua... il ramaiolo si trova sul pennone di velaccio e lui non è in grado di arrampicarsi fin lassù per prenderlo... poveretto...” |
Riluttante seguii i due uomini......sino a raggiungere una piccola casetta sul mare in prossimita' del porto....entrammo e vidi cose che milasciarono senza fiato...fogli compassi coloti matite odore dii scienza, di magia del vero...loro parlavano e io non sentivo, toccavo argilla fresca sporcandomi le dita.....urtai il tavolo facendo cadere dei fogli..." Perdonatemi..li alzo subito...." e mentre mi inchinavo per raccoglierli....vidi sotto il tavolo la miniatura in gesso di un volto stupendo......mi rialzai di scatto, vergognandomi per aver quasi profanato cio' che era il luogo di un uomo d'arte........" Spero di esservi di aiuto, ma non so...e' quasi svanito il ricordo del suo volto, la paura alle volte fa dei brutti scherzi"..e intanto tra le mani giocherellavo con l'argilla fresca...
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Ascoltai le parole di Giuff con un espressione seria e severa dipinta in volto. Guardai distrattamente fuori dalla finestra, come se un punto particolare avesse attirato d'un tratto la mia attenzione, tenevo le braccia conserte e respiravo piano.
"No, avete ragione capitano, non è stato un comportamento da gentiluomini.." Dissi come se stessi pensando ad alta voce. "Padre, ti prego, non andare... Ti uccideranno..." Gli occhi della ragazza erano colmi di lacrime. Il vecchio generale si avvicinò, le tolse un ricciolo dal volto e le accarezzò la guancia. "Lo so bambina mia... Ma ho dato la mia parola" "E non pensi a me? Chi si prenderà cura di me? Chi guiderà le truppe nell'offensiva di domani?" Proruppe lei tra i singhiozzi : " manda qualcun altro oggi... Ti uccideranno..." Lui la abbracciò e la tenne stretta. "No Clio, non posso.. Tu saprai cavartela e il mio secondo prenderà il mio posto domani... Ti ho detto che ho dato la mia parola" la allontanò leggermente da se in modo che potesse guardarla negli occhi: " rispondimi: vale di più l'onore o la vita?" Lei capì che non l'avrebbe smosso dai suoi intenti, tutti gli insegnamenti di quei lunghi anni non erano parole vuote. "L'onore, padre" rispose cercando un tono di voce fermo e deciso. Ma le lacrime le rigavano ancora il viso. "Brava la mia bambina, che bambina non è più" disse lui cercando di farla sorridere " non dimenticarlo mai.... Anche se ti accorgerai tu stessa come sia facile scegliere tra l'onore e la vita, la vera difficoltà è scegliere tra l'onore e la felicità." "Tuttavia avete ancora molto da imparare sul l'onore, capitano" dissi scacciando quel ricordo lontano : " un uomo d'onore non torcerebbe un capello a una donna... Non esiste cosa più disonorevole." Continuai riprendendo a guardare negli occhi il Gufo Nero: " E comunque non vi consiglio di farmi del male, perché quando Guerenaiz tornerà, perché sapete che accadrà, potrebbe esservi utile una pedina di scambio per garantirvi la libertà" sostenni il suo sguardo: "infondo, sapete che non è uno qualunque, vi avrebbe dato la caccia anche senza di me.. Io non mi libererei di una risorsa tanto preziosa, fossi in voi.. " |
La voce di mio padre raggiunse me e Juan Musan all’altro capo del giardino. Mi voltai e lo vidi in fondo alla scala con mia madre ed il Viceré, ringraziai dunque lo spagnolo per le belle parole sulla sua terra e mi voltai per affrettarmi a raggiungerli presso la carrozza.
Eravamo quasi giunti presso i confini della tenuta quando Musan parlò di nuovo... Citazione:
“Milord...” iniziai a dire “Milord, vi ringrazio, ma non so se posso accettare...” Ma tacqui presto, poiché ogni altra mia parola fu interrotta dallo sguardo fermo dello spagnolo e dal movimento del suo braccio che si avvicinò e pose quel piccolo pugnale tra le mia mani, interrompendo ogni altra mia possibile rimostranza. Mi rigirai il sottile stiletto finemente cesellato tra le dita per un momento, in silenzio... era un regalo insolito da fare ad una dama, pensai... che fosse un’usanza flegeese? Mi ripromisi di domandarlo a Jamiel, una volta giunti a casa. “Vi ringrazio, milord!” dissi dunque, con un leggero sorriso “Vi ringrazio molto!” Poi salii sulla carrozza, che partì all’istante. |
Citazione:
ero cresciuta tra uomini rudi e guerrieri abituati alla fatica e alle tempeste...non avevo proprio idea di come potesse essere un gentiluomo spagnolo ritiratosi a vita privata dopo una vita di fedele servizio alla sua patria... "Immagino, signor Fhael, che per quell'uomo non deve essere stato facile accettare il matrimonio del figlio con una selvaggia... a giudicare da come sono stata trattata in quella sartoria, molti europei non capiscono che il colore della pelle non determina la supremazia di qualcuno su qualcun'altro...." |
Scena V: Tradimento e morte a Balunga
“<<No, vile parricida!”>> rispose la voce. <<Pensa a tuo padre e alla sua morte! Pensa alla sala del banchetto lorda del suo sangue versato dalla mano del figlio!>>” (Walter Scott, Ivanhoe) La carrozza lasciò così il vicereame e riprese la strada per Las Baias. Per un po' Philip restò in silenzio, con uno sguardo pensieroso, a fissare il paesaggio dal finestrino della vettura. “Philip...” disse sua moglie “... qualcosa non va?” “Nulla...” rispose “... qualche preoccupazione, niente di che.” “Forse qualcosa ti ha turbato qui a Balunga?” “No...” scuotendo il capo lui “... il Viceré mi è sembrata una persona degna di stima... anzi, vorrei aver avuto la medesima impressione a Las Baias...” “Cosa vuoi dire?” “Non so...” mormorò lui “... mi sorprende che il governatore non abbia ancora incontrato il Vicerè... non vorrei che tutti gli sforzi fatti in precedenza dal suo predecessore andassero ora persi...” “Si è insidiato da poco il nuovo governatore” fissandolo lei “e mi sembra normale che per un motivo o per un altro non abbia avuto modo di fissare un incontro.” “Si, forse è così.” Accennando un sorriso Philip. “Piuttosto...” sorridendo sua moglie e spostando lo sguardo verso Talia “... hai visto che bel dono il signor Musan ha fatto a nostra figlia? Non ho mai visto un pugnale così bello!” “Musan è un vero gentiluomo” annuendo Philip “e non per niente gode della cieca fiducia del Vicerè.” “Non pensi che dovremmo invitarlo da noi qualche volta?” “Certo...” risposte lui “... lo farò appena scriverò al Vicerè.” “Sono certa che anche Talia ne sarà felice!” Esclamò sua madre. Il viaggio proseguì e prima che facesse buio la carrozza arrivò a Las Baias. Giunti alla villa, furono subito accolti dai loro domestici. “Come sta mio padre?” Chiese Philip al padre di Jamiel. “Bene, padrone.” Rispose questi. “E' in terrazza col signor Passapour.” “Ti sei divertita, Analopel?” Avvicinandosi Jamiel a Talia. Nello stesso momento, a Balunga, il Vicerè aveva chiesto di vedere sua figlia. “Maraiel...” entrando nella sua stanza, mentre una servitrice raccoglieva da terra la zuppa che la bambina aveva lanciato sul tappeto “... possibile che tu sappia fare solo capricci! Perchè non sei venuta a mangiare con noi? Avevamo degli ospiti e ci tenevo a presentarti a loro!” “Uffa!” Esclamò la piccola, per poi saltare giù dal letto e correre verso il pappagallo variopinto chiuso nella sua gabbia ottonata. “Bada che non devi rispondermi così!” Fece suo padre. “Io voglio rispondere come mi pare!” Urlò la piccola, strappando una penna al bel pappagallo che schiamazzava per il dolore. “Insomma!” Cercando di afferrarla suo padre. “Sei una peste! E visto che non hai voluto mangiare con me oggi, resterai chiusa qui fino a domani!” “E io non ci resto!” Sbottò lei, accomodandosi quella piuma fra i capelli. Il Viceré scosse il capo e vinto decise di uscire dalla stanza. Nel giardino, ormai avvolto dall'esotico crepuscolo che prendeva il posto del giorno, stava ferma un'ombra. Ad un tratto altre due figure, schive e silenziose, si avvicinarono a quella. “E' tutto pronto?” Chiese Musan ai due appena avvicinatisi a lui. Uno di quelli annuì. “Bene...” senza tradire emozioni Musan “... agiremo stanotte allora... e rammentate... non avremo altre possibilità...” Un cenno fra i tre e i due uomini si allontanarono da Musan, mentre una pallida Luna risplendeva su Balunga. http://www.alparavenna.it/Proposte%2...lba%20luna.jpg |
Odeys fissò Elisabeth e poi i due uomini che l'avevano condotta là.
“Allora...” disse Odeys “... di cosa si tratta?” “Stiamo cercando un ricercato” rispose Brizzon “e lei è l'unica fra noi che ne conosce il viso... ti descriverà quel dannato e tu ci preparerai un disegno.” “Ci vorrà un'ora, forse due.” Mormorò Odeys. “E voglio essere pagato in anticipo.” “S'intende.” Annuì Brizzon, per poi lanciare delle monete davanti a lui. “Ed ora uscite.” Fece Odeys. “Tornate fra un paio d'ore.” I due allora uscirono e lasciarono Elisabeth con quell'uomo. “Ora ditemi” disse Odeys alla donna “tutto ciò che ricordate di quell'uomo. Non tralasciate nessun particolare, mi raccomando.” |
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