Camelot, la patria della cavalleria

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Morrigan 17-04-2011 19.30.56

“… sua signoria è vivo solo per miracolo…”

Quelle parole risuanavano nelle orecchie di Morrigan come se venissero da una distanza infinita. Tutta la scena le scorreva davanti agli occhi come una rappresentazione in teatro. Lei era distante, persa in quel pensiero, in quel ricordo che così violentemente le era tornato alla mente.

"...quando chi era morto tornerà in vita
l'aquila s'involerà nell'ultima salita..."

... l'aquila è qui, allora... è vicina... se devo credere a questi segni, lui è vicino...

Suo malgrado, a questo pensiero provò un brivido. Non era mai stata così prossima a trovare quello che cercava, ed ora che finalmente, dopo tanto viaggiare, aveva avuto un segnale, anche se flebile, adesso che tutto ciò che aveva desiderato cominciava ad avere forma reale, Morrigan pensò di poter avere paura... paura di se stessa, del suo stesso desiderio... perchè... ciò che non desideri potresti lì trovare... così le era stato detto!

Osservò Icarius, il suo sguardo smarrito, quegli occhi così sprezzanti che aveva conosciuto a Capomazda che adesso vagavano su quei loro volti in cerca di risposte o di ricordi... così sei tu... pensava, guardandolo con sempre maggiore attenzione... chi lo avrebbe mai detto?... il mio destino legato a quello di un nobile arrogante e viziato, che adesso non sa nemmeno cosa fare di se stesso!... che strani scherzi del Fato!... così sei tu quello che doveva farmi trovare la via, la via che cercavo da quasi un anno... la mia strada legata ad un ducato in tracollo, il cui capo non ricorda nemmeno il proprio nome... e a quel pensiero, immediatamente le sovvenne che in fondo, il Destino era ben più saggio degli uomini e delle loro profezie... Icarius era stato chiamato a difendere le sue terre da colui che voleva usurparle... in fondo sembrava fin troppo giusto che grazie all'incontro con quell'uomo lei potesse giungere a vendicare chi, a suo tempo, aveva commesso lo stesso reato usurpando un altro ducato.

A quel punto la sua attenzione cadde su Lho, mentre l'attenzione generale di tutti si riversava sull'erede dei Taddei.
Era un uomo fiero, dallo sguardo nobile e sicuro. Morrigan lo studiò con interesse. Come aveva fatto quell'uomo a riconoscere in Icarius il signore di Capomazda? Egli non era giunto che da pochi giorni a Capomazda, eppure il cavaliere lo aveva presentato a loro con il suo titolo... e di certo mancava da molto tempo dalla capitale, se August e i suoi uomini non avevano dato segno di conoscerlo... che uomo strano... che uomo interessante... forse lui potrebbe dirmi qualcosa...

Così, mentre August e i suoi si accertavano della salute di Icarius, Morrigan si avvicinò al vecchio cavaliere.

"Una terra senza eredi è una terra senza futuro..." mormorò appena gli fu accanto "voi oggi avete reso un prezioso servigio a Capomazda, signore! Mi chiedo se, nella vostra immensa cortesia, sareste in grado di rendere un servigio altrettanto grande a me..."

Talia 18-04-2011 00.19.03

Mi piegai sulle ginocchia, carezzando energicamente il draghetto sulla testa e sotto la gola, divertendomi del suo scodinzolare soddisfatto...
“Non è meraviglioso?” dissi con un mezzo sorriso a Matthias, in piedi appena dietro di me “Beh... credo che il nome corretto da usare sia ‘drago’... così almeno mi hanno detto! E, per la verità, non sono stata io a trovarlo, ma Icarius... il suo guardiacaccia l’ha riportato qui, dopo la sparizione del duca. Mi ha detto che Sua Signoria l’aveva trovato e ne era rimasto... entusiasta!”
Quest’idea penetrò nella mia mente in quell’istante... non me ne ero affatto resa conto prima, ma in quel momento mi chiesi se questo avesse in qualche misura influito sulla mia decisione di occuparmene...
“E comunque...” soggiunsi in fretta “Mi conosci: che cos’altro potevo fare se non accoglierlo?”

Guisgard 18-04-2011 00.53.50

Matthias osservava Talia che giocava col piccolo draghetto.
“Già…” disse “… perché era giusto accoglierlo… come è giusto restare in questo luogo, vero?”
Si chinò verso di lei e poggiò le sue mani sulle spalle di Talia.
“Prima, nel palazzo… non mi hai più risposto quando ti ho chiesto se eri felice qui?”

Talia 18-04-2011 01.17.13

Chinai appena la testa a quelle parole, ma non lo guardai...
"Qui ho conosciuto momenti piacevoli e momenti infelici." dissi lentamente "Ma, in fondo, alla luce di ciò che sta avvenendo, fa differenza? Fa qualche differenza, Matthias, se sono o non sono felice?"

Guisgard 18-04-2011 01.31.23

Matthias afferrò le braccia di Talia e l’avvicinò a sé.
“Certo che fa differenza! Ne fa per tuo padre e per la tua terra! Il destino di questo luogo non può valere la tua infelicità! E nemmeno nessun altro tuo sacrificio! Tutto qui sta crollando! Lo sai tu come lo sanno tutti i suoi abitanti! E lo sanno forse anche a Sygma! L’idea di donare al duca quella stupida cavalla è solamente una farsa! L’ennesima cerimonia di un qualcosa che non esiste!”
La fissò negli occhi.
“Tutto questo non vale la tua infelicità! E fa differenza se tu lo sei o meno! Ne fa per tutta la tua gente che ti ama! E… ne fa per me…”

Talia 18-04-2011 02.09.39

Sollevai finalmente gli occhi su di lui a quelle ultime parole e lo osservai... mi stringeva le braccia come aveva fatto solo raramente e i suoi occhi sembravano bruciare.
"Matthias..." dissi, abbassando di nuovo in fretta lo sguardo "Che ti piaccia o no, questa è la mia terra, adesso! E sarà così finché sentirò di avere delle responsabilità qui! Mio padre, Sygma... tu... siete nel mio cuore da sempre e sempre ci sarete. Ma questo non mi impedirà di fare ciò che ritengo giusto! E io non lascerò mai la gente di Capomazda al loro destino!"
Sospirai appena...
"Quanto a quel dono... beh, farsa o no, non credo che faccia differenza: Sua Signoria non ama sentir parlare dei suoi avi e temo che un simile dono sortirà solo l'effetto di irritarlo..." mi interruppi un attimo, poi soggiunsi "Quando lo vedrà!"
La mia voce tremò forte su queste ultime parole, ma non riuscii a frenare quel fastidioso dolore che di nuovo mi aveva colta al pensiero di mio marito.

Guisgard 18-04-2011 02.29.44

Lho fissava Morrigan, mentre il gruppo dei cavalieri riportava il duca verso Capomazda.
“Sono solo un vecchio che sentiva il bisogno di allontanarsi dal mondo e dai suoli clamori…” disse “… come detto, sono solo un vecchio e non credo di poter essere d’aiuto ad una giovane spadaccina come voi.” Aggiunse sorridendo.
Intanto, Izar, dopo essere stato avvertito dell’accaduto da Finiwell e Cavaliere25, era andato in contro ad August ed i suoi con una carrozza.
L’incontro avvenne a poche miglia da Capomazda.
Il duca fu fatto salire a bordo della carrozza che, scortata dai cavalieri di August, ritornò verso il palazzo.
“Come vi sentite, mio signore?” Chiese il filosofo.
“Sto bene… la testa è ancora un po’ indolenzita, ma niente di più.” Rispose Icarius. “La ferita poi, anche quando cavalcavo, non mi ha dato eccessivamente fastidio.”
“La ferità?”
“Si, sua signoria ha riportato una ferita al fianco destro.” Intervenne August, anch’egli nella carrozza. “Infatti, se ricordate il racconto di Perecourt, lord Icarius fu ferito da uno degli assalitori prima di cadere nel Lagno.”
“Bontà Divina!” Esclamò il filosofo. “E non mi è stato detto nulla? Come state ora, mio signore? E’ una ferita profonda?”
“Non datevi troppo pensiero, il dolore è sopportabile.” Sorrise Icarius. “E… ditemi, voi chi siete?”
“Come sarebbe?”
August allora cominciò a parlare sottovoce ad Izar, raccontandogli tutti i fatti successivi al ferimento ed al ritrovamento di Icarius.
Il filosofo, udito il tutto, restò profondamente turbato e per qualche istante non disse nulla, continuando a fissare, quasi incredulo, il suo signore.
“Ciò che conta ora” disse August “è riportare sua signoria al palazzo… dove potrà essere curato.”
Izar annuì.
Si voltò poi di nuovo verso Icarius.
“Sono felice di rivedermi, mio signore… io sono Izar, consigliere di vostro zio, lord Rauger, e vostro leale servitore… state tranquillo, andrà tutto bene. Ciò che conta è che siate sano e salvo.”
“Vi ringrazio.” Accennando un lieve sorriso Icarius, senza però riuscire a nascondere l’ansia che attraversava il suo volto.
E quando furono prossimi a Capomazda, per ordine di August, uno dei cavalieri suonò l’Afragolante, il corno sacro che annunciava l’arrivo del duca.
Quel suono echeggiò sulle case, sulle chiese e sulle mura di Capomazda, fino alle torri del palazzo ducale.
Tutti allora, in quel momento, a Capomazda compresero che il loro signore era ritornato.

Guisgard 18-04-2011 02.39.09

“Ma che razza di uomo è colui che hai sposato? Perché il tuo sguardo cambia appena accenni a lui? Guardami, Talia!” Disse Matthias stringendole di nuovo le braccia. “E’ questa guerra che ti rende infelice? Oppure è lui? Chi è l’uomo che hai sposato? E’ davvero lui che ti ha reso solo una pallida figura della ragazza che conoscevo?”
In quel momento si udì il suono del corno che a sorpresa annunciava il ritorno del duca.

Guisgard 18-04-2011 03.18.43

Monteguard ascoltò con attenzione le parole di Hastatus.
“Voi chiedete volontari per una missione che potrebbe essere un suicidio.” Disse. “Sono giunti a Capomazda alcuni volontari, quindi stranieri come voi in queste terre, ma se davvero i nostri nemici sono forti ed astuti come appaiono allora potrebbe essere una follia tentare di inviare nostre spie nel loro covo… una volta scoperti sarebbe impossibile liberarli, anche perché il castello di sir Cimarow è praticamente imprendibile… io ho la responsabilità di comandare e preservare le armate del ducato… in queste condizioni ogni singolo cavaliere è prezioso… e noi, in realtà, non sappiamo neanche di quante forze disponga sir Cimarow.”
Si alzò e si portò verso la finestra.
“Forse si potrebbe tentare di indagare su questo… si potrebbe guidare un pugno di cavalieri per entrare nel loro territorio, tentando di capire qual è la reale forza di quel traditore… voi ve la sentireste di guidare quei cavalieri, sir Hastatus?”
In quel momento però udirono il suono dell'Afragolante: il duca era stato ritrovato.

Guisgard 18-04-2011 03.20.47

Llamrei entrò nella stanza e trovò Ravus chinato a scrivere.
“Sorella? Prego, venite avanti…” disse andandole incontro “… voi dovete essere la monaca incaricata di prelevare il prezioso codice dal monastero delle Agostiniane… l’avete con voi?”
Prese allora Le Angosce di Santa Lucia e dopo averlo osservato a lungo mormorò:
“Un grande potere è celato fra queste pagine… un potere quasi immenso… capace di attraversare ciò che divide il Bene dal Male…”
Ma proprio in quel momento si udì il suono del corno che annunciava il ritorno del duca.

Guisgard 18-04-2011 03.35.03

Pasuan galoppava verso il palazzo, con mille e più pensieri che attraversavano il suo cuore.

“Passami l’arco ed i dardi, o scudiero!
Fa lucidare la corazza, la migliore invero!
Fa come ti dico, fa tutto con passione ed ardore!
Che ora dovrò misurarmi con Amore, mio signore!”

Era il menestrello col suo liuto, seduto presso la strada.
“Vuoi un passaggio? Sono diretto al palazzo.” Disse Pasuan.
“Non è posto per un menestrello, messere!”
“Il tuo canto può allietare gli animi mesti di chi vi abita.”
“I nobili amano sentire storie di guerre e di battaglie…” replicò il menestrello “… a chi volete che interessino i miei versi sull’amore?”
Pasuan sorrise.
“A voi forse?” Domandò il menestrello.
Il sorriso di Pasuan si mutò in un velo di malinconia.
“Devo tornare al palazzo…” mormorò il cavaliere “… ma vorrei invece andare via… forse ritornare al mio paese… e dimenticare tutti coloro che ho conosciuto qui…”
“Servirebbe a qualcosa, cavaliere?”
“Se vi riuscissi si, servirebbe!”
“E’ possibile riuscire in questo?”
Pasuan non rispose e riprese il suo cammino fino al palazzo.
Vi giunse e subito notò agitazione tra la gente e tra i soldati della guardia.
“Chi non muore si rivede!” Esclamò Finiwell nell’incontrarlo presso la Porta dei Leoni.
“Cosa accade qui?” Chiese Pasuan.
“Il duca è stato ritrovato!” Rispose Finiwell. “A momenti giungerà nel palazzo!”
Suonarono allora le trombe e tutte le guardie presero ciascuna il proprio posto.
“Vieni, ragazzo.” Disse Finiwell a Cavaliere25. “Godiamoci lo spettacolo… oggi è un gran giorno per Capomazda e per tutti noi!”
Il suono del corno però era stato udito anche da Dafne, che si trovava da sola nella sua casa.

Guisgard 18-04-2011 03.47.32

Cimarow fissò Melisendra.
Il tocco delle mani di lei nel dargli il bracciale, il suo sguardo, le sue parole.
Era una donna particolare e Cimarow l’aveva compreso.
“Un’incantatrice? Non ho mai conosciuto un’incantatrice!” Disse Nyclos, il fratello del signore del castello. “Cosa sarebbe un’incantatrice? Una sorta di strega forse? Credevo che fosse solo una delle tante infamie che la Chiesa ha gettato su coloro che non abboccano alle sue fandonie!”
“Questo bracciale è dunque appartenuto a lady Talia…” mormorò Cimarow osservando il prezioso gioiello “… ciò vuol dire che proviene dal leggendario tesoro dei Taddei…”
Nyclos si avvicinò e finalmente cominciò ad osservare con attenzione quel bracciale.
I due fratelli si scambiarono un rapido sguardo.
“Quando metteremo le mani su quel tesoro…” disse Nyclos “… saremo i primi nobili del regno!”
“Milady…” fece Cimarow rivolgendosi a Melisendra “… seguite quella vecchia servitrice… vi condurrà alla vostra camera… da oggi sarete nostra ospite e nessuno vi potrà più minacciare…”
La vecchia servitrice allora condusse Melisendra nella sua camera.
Era una camera non troppo grande, ma sufficiente per una persona.
“L’agnello non dovrebbe dormire nella tana del lupo…” mormorò la vecchia mentre usciva.
Ma un attimo dopo l’attenzione di Melisendra fu rivolta verso il cortile del castello.
Da una finestra vide giungere nel maniero alcuni cavalieri, annunciati dal suono di un corno.
“Sir Gouf è qui!” Gridò qualcuno dalle mura.
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Melisendra 18-04-2011 04.06.22

Il Lord pareva essere ben risposto nei miei confronti. Difficile a dirsi con esattezza, poichè i draghi sorridono prima di mangiare... pertanto non tirai un sospiro di sollievo quando mi congedò e seguii la vecchia nella camera a me adibita.
Non ero certa, ma la loro ospitalità si poteva considerare più una generosa prigionia che un atto cortese.
Ignorai il commento sarcastico dell'anziana donna e attesi che mi porgesse acqua fresca per rinfrescarmi e alcune vesti.
Neppure il tempo di cambiarmi e subito il suono del corvo attirò la mia attenzione. Mi sporsi al balcone per osservare meglio ciò che avveniva. La veste bianca spiccava contro le nere pietre del castello.
Lo vidi e mi aggrappai convulsamente al parapetto. Animo!, mi dissi.

Guisgard 18-04-2011 04.21.46

Il passo era sicuro, il portamento fiero.
Lo sguardo indecifrabile, in quegli occhi neri come la notte, l’espressione vagamente compiaciuta.
Raggiunse i suoi alloggi e subito alcuni servitori l’aiutarono a svestirsi.
“Bentornato, mio signore…”
“Vieni pure avanti, Aytli.” Disse lui. “Non credevo di trovarti già qui al mio ritorno.”
“Il sopralluogo non ci ha portato via troppo tempo.”
“Novità?”
“Niente che già non sapessimo.” Rispose la donna. “La stretta di Saggesia è l’unico passaggio vitale ancora in mano ai nostri nemici.”
“Già…”
“Ci sono delle novità, mio signore.”
Gouf fissò incuriosito Aytli.
“Abbiamo incontrato una donna… era inseguita da due cavalieri di Capomazda.”
“E cosa è accaduto?” Chiese Gouf sorseggiando dalla sua coppa.
“Abbiamo ucciso i due cavalieri e condotto con noi la donna.”
“Perché? Sai bene che nessuno deve scoprire l’ubicazione di questo luogo.”
“Aveva con sé uno strano bracciale, mio signore.”
“Che bracciale?”
“Ora l’ha preso sir Cimarow.”
“Hai commesso una leggerezza, Aytli.”
“Io non mi fido di quella donna.”
“Da ordine che sia condotta a me.”
“Si, mio signore.”
Poco dopo la vecchia servitrice bussò alla porta di Melisendra.
“Hai destato il lupo più grosso e più affamato…” mormorò ridendo in maniera grottesca “… vieni, ti condurrò nella sua tana…”
Un attimo dopo Melisendra fu fatta entrare negli alloggi di Gouf.

Melisendra 18-04-2011 04.36.55

Quella donna iniziava a irritarmi, ma anche questa volta la ignorai.
Spazzolai la veste e mi diressi a testa alta attraverso i corridoi, seguendo la mia infernale traghettatrice. Dovevo apparirle come una fragile colomba gettata in un covo di belve. Come darle torto? Non avevo altre doti che non fossero i miei poco belligeranti poteri.
La vecchia aveva ragione: al confronto gli altri lupi parevano dei lupacchiotti, lo avevo percepito nell'aria. Ci stavamo avvicinando alla tana del lupo.
Al momento di entrare abbassai gli occhi, quasi con rassegnazione e li rialzai solo quando la vecchia uscì, sbattendo la porta.
Non dovetti impegnarmi molto per mettere in atto una credibile reazione di sopresa.
"Voi...", sussurrai arretrando di un passo, come colta da una vertigine. Sul mio volto si dipinse lo stupore, il timore e un'oscura felicità.

Guisgard 18-04-2011 04.56.13

Il rosso.
Il rosso liquido che riempiva quella coppa, dalla quale il Cavaliere del Gufo sorseggiava.
Su di esso si specchiava l’immagine del suo volto, che sull’increspata superficie assumeva tratti contorti e deformi.
I celti raccontano che di notte, fissando uno specchio è possibile vedere la propria anima.
Un’anima che in quelle circostanze appare col suo vero volto.
Gouf fissò Melisendra.
Ed in quel momento qualcosa attraversò il suo sguardo.
Qualcosa di indecifrabile.
E dopo alcuni istanti ritornò a sorseggiare da quella coppa.
“Non so perché…” disse fissando nel vuoto “… ma ho sempre sentito che ti avrei rivista… eppure donne come te non arrivano a vivere a lungo… e invece eccoti qui…”
Si alzò e si avvicinò alla finestra.
Poi verso Melisendra.
“Tu sei molte cose…” continuò sfiorandole i capelli “… ma non una ladra…” lasciò scivolare la sua mano sul braccio di lei “… perché allora fuggivi da quei cavalieri? Un servo mi ha parlato del bracciale che avevi con te… due soli cavalieri ad inseguire una ladra capace di rubare un oggetto dal leggendario tesoro dei Taddei…”

Melisendra 18-04-2011 05.17.18

Si aggirava intorno a me come un gatto che gioca col topolino.
NOn aveva alcun timore di sfiorarmi, ben conoscendo i miei poteri, pareva sfidarmi.
Afferrai una coppa e mi versai da bere. Il liquido rosso scivolò nella mia gola sciogliendo il nodo che vi si era formato. La appoggiai.
"Credevo... io pensavo... che voi foste..." le parole morirono silenziosamente. Lo guardai negli occhi, mettendo da parte ogni incanto.
"Sono riuscita a fuggire... due lune dopo il nostro ultimo incontro. Ora devo badare a me stessa... lui mi sta cercando." Bevvi un altro sorso. "Quello stupido bracciale... sono arrivata a Capomazda qualche giorno fa e ho messo gli occhi sulla triste moglie di quel pomposo arciduca, dal cui polso presi il bracciale... non mi ero accorta di aver dimenticato di incantare quelle due guardie, quando sono corsa fuori era ormai troppo tardi."
Mi ritrassi al suo tocco, come se mi bruciasse e gli domandai: "A proposito di vita... sarebbe lecito chiedervi quanto ancora pensiate possa durare la mia?"
Lo guardai con aria di sfida. Mi voltai e mi appoggiai contro il suo petto.

Guisgard 18-04-2011 05.44.24

Il corpo di lei contro quello di lui.
Ed anche gli sguardi, per un attimo, furono l’uno nell’altro.
Gouf prese la mano di lei con la coppa e vi versò altro liquido.
“Questo nettare” disse “pare sia la Panacea per ogni male ed il preludio per ogni piacere…”
Sorseggiò dalla sua coppa.
“Non credi che questo sia poi il vero senso della vita? Già, la vita… una parola che ricorre spesso… la vita dei miei uomini, quella dei miei nemici… la vita dell’ultimo dei Taddei e quella di sir Cimarow… quante vite… e la tua? La tua non vale tanto ora che tutto dipende da questa guerra… e perché allora non ucciderti?”
Accennò un sorriso.
“E se così fosse, in che modo ucciderti? Forse lui già sa che ti trovi qui… non conosce questo luogo, nessuno può conoscerlo. Ma conosce te. Avverte il tuo odore e tu lo sai…”
Posò la coppa sul tavolo e si avvicinò di nuovo a lei.
Il suo petto era contro la schiena di lei.
“Ora sei nel castello di colui che prenderà il posto dei signori di queste terre…” le sussurrò all’orecchio “… e devi essere all’altezza… per ora, fino a quando lo vorrò, solo tu ed io sapremo che razza di donne tu sia veramente… nel frattempo sarai una degna ospite di questo luogo…”
Con un gesto improvviso le strappò la lunga veste, che, sfiorandole la bianca e morbida pelle, scivolò come una carezza lungo le spalle, i fianchi e le gambe, fino ai suoi piedi.
In quel momento entrarono alcune ancelle con delle vesti nuove.
Gouf si sedette davanti a lei, facendo cenno alle ancelle di preparare la donna.
“Stasera, per la prima volta in vita tua, sarai una degna dama… degna di sedere al tavolo con nobili uomini…”
E restò a guardarla mentre le ancelle la preparavano.

Guisgard 18-04-2011 06.02.45

“Cosa devo fare ora che giungeremo al palazzo? Io non so neanche cosa dire…” disse Icarius fissando Izar e August.
“Non datevi pensiero di questo, mio signore.” Lo tranquillizzò il filosofo. “La gente vuole solo vedervi. Non occorre che diciate o facciate nulla.”
August lo guardava senza dire nulla.
Icarius incontrò il suo sguardo ed il fedele cavaliere gli sorrise.
“Non abbiate paura, siete a casa vostra.” Disse l’amico d’infanzia.
A quelle parole Icarius sentì un senso di serenità prendere piede dentro di sé.
“Grazie, amico mio.” Sorridendo anch’egli.
August restò stupito da quel gesto e da quelle parole del suo signore.
La carrozza superò la monumentale Porta dei Leoni e Capomazda fu avvolta dal suono di tutte le sue campane e di tutte le sue trombe.
E giunta nel cortile del palazzo, finalmente la carrozza fermò la sua corsa.
La porta di aprì e il duca si mostrò a tutti loro.
L’araldo cominciò a recitare:

“Il figlio del vento… il magnifico, il magnanimo, il migliore!
Il prediletto del Cielo…


“Ma cosa significa questo?” Chiese stupito Icarius ad Izar che gli stava accanto.
“Sono gli epiteti che contraddistinguono la vostra persona, milord.” Rispose questi a bassa voce.
“Ah, ma io non so… non credo sia il caso… va bene così, fermati ora…” disse Icarius all’araldo.
“Milord!” Esclamò Izar.
“Cosa ho detto?”
“Non si possono interrompere gli epiteti che annunciano uno dei Taddei!”
“Ah… io non… e sia, perdonami, amico mio, continua pure…” fece Icarius all’araldo.
“Milord!” Esclamò di nuovo Izar.
“Cosa c’è ancora?”
“Il duca non chiede scusa a nessuno che non sia il re, o il vescovo!”
“Veramente io… e sia… riprendi pure!” Disse, fingendo aria solenne, all’araldo.
Izar fissò l’araldo ed annuì.

“Il figlio del vento… il magnifico, il magnanimo, il migliore!
Il prediletto del Cielo… il campione della Cristianità e vassallo della Chiesa!
Il prescelto di San Michele… il primo cavaliere del regno, l’eroico!
Sua eccellenza… lord Icarius de Taddei, signore delle terre e delle genti di Capomazda!”


E tutti i cavalieri salutarono il loro signore alzando in aria le lance.
http://tinypineapple.com/a/film/jame...as-tristan.jpg




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Melisendra 18-04-2011 06.58.49

"Vedo che ancora apprezzate questi crudeli giochetti...", replicai asciutta, accarezzando i lembi del mio povero vestito. A fronte alta e del tutto a mio agio di fronte ai suoi occhi che scrutavano minuziosamente la mia persona, allargai le braccia e lasciai che le donne mi liberassero dei brandelli di stoffa.
"Su una cosa avete torto, però... la mia vita non ha mai avuto tanto valore..." sorrisi, alzando fieramente il mento. "Sono libera, adesso. Non dimenticatelo."
Le mani delle ancelle scorrevano sul mio corpo, rinfrescandolo con acqua di rose e frizionando. Sollevai le braccia e mi infilarono una leggerissima tunica color smeraldo, trasparente e soffice. La allacciarono stringendo i lacci sulla schiena e mi fecero passare sulla testa una veste di colore simile, ma di seta. L'ampia scollatura era ornata di piccole perle e fili dorati. Le maniche scendevano accarezzandomi i polsi. Una cameriera si indaffarò nel chiudere tutti i bottoncini di quel prezioso abito. Altre presero a spazzolare i capelli in morbide onde e a profumarle. Una volta terminato se ne andarono silenziose come topolini.
Mossi qualche passo nelle scarpine nuove e osservai la stoffa aderire al mio corpo ad ogni movimento. Una dama per bene non avrebbe mai indossato qualcosa di tanto sfacciato.
"Siete un mistero, Gouf... potreste uccidermi senza battere ciglio e invece mi fate indossare un bel vestito e mi offrite un sontuoso banchetto..." scossi il capo. "Ci ritroviamo sempre sul filo del rasoio, dove ci eravamo lasciati... uhm, qual era quella cosa che amavate ripetere?" mi soffermai pensosa. "Amore e morte...", accennai a un sorriso. "Voi siete l'istinto di morte quanto io quello che ci spinge alla vita... ecco che razza di donna sono."
Mi avvicinai a lui e gli sfiorai una tempia, lasciando fluire le ancestrali forze che scorrevano sotto la mia pelle. Il tocco non parve mutare la sua espressione. Allontanai la mano, ben conscia invece del fatto che lo aveva avvertito con la stessa forza di una vampata di fuoco.
"Non mi pare che abbiate mai avuto di che lamentarvene."
Assunsi un'espressione distaccata e tornai ad ossevare rapidamente il mio riflesso nello specchio. Poi mi voltai verso di lui, fingendo sfacciatamente una docilità che non mi apparteneva. "Quando volete, Gouf... sono pronta a seguirvi."

cavaliere25 18-04-2011 10.44.58

Ora che facciamo dissi guardando Finiwell hai altri compiti da assegnarmi continuai a dire e aspettai una sua risposta

llamrei 18-04-2011 10.57.31

"Si, ho il codice. Mi chiedo come possa, un vecchio manoscritto, avere un tale potere. Le parole uccidono vite, distruggono regni, causano carestie e pestilenze...per quale motivo si vuole tutto questo?"
Il corno suonò.
"Ditemi Ravus, dove posso trovare rifugio? Temo che le guardie mi catturino e temo per la mia stessa incolumità.."

Talia 18-04-2011 11.55.17

Matthias mi stringeva le braccia con forza crescente, alzai gli occhi su di lui e per un istante mi sentii di nuovo come quando, da piccoli, a Sygma, lui mi riprendeva per aver commesso qualche sciocchezza. Era sempre stato il più maturo, Matthias, e più volte si era preso cura di me... mi assecondava in ogni cosa, non si tirava mai indietro qualsiasi assurda impresa io volessi tentare, eppure non mi permetteva mai di oltrepassare il limite e riusciva sempre a riportarmi in carreggiata... sapeva scuotermi e farmi ragionare... sapeva prendermi per il verso giusto, l’aveva sempre saputo fare... per questo forse, riflettei, mio padre aveva deciso di mandare lui anche questa volta?
E anche questa volta, come sempre avevo fatto, finii mio malgrado per confessargli tutto.
“Io non so che tipo d’uomo sia...” mormorai infine alla sua domanda.
Scossi la testa, poi sorrisi tristemente...
“Ho sempre pensato di possedere uno spirito belligerante! Non mi sono mai piegata a niente e a nessuno, ricordi? Mai, per nessun motivo! Ho sempre tirato dritta per la mia strada senza curarmi di nessuna cosa...”
Sospirai appena...
“Ma Capomazda mi ha cambiata! Ho lottato all’inizio, ho lottato quanto più strenuamente ho potuto... una sera...” esitai solo un istante, poi proseguii “una sera, dopo un litigio furioso, uscii e montai a cavallo: non mi importava niente di niente, volevo soltanto andarmene da qui... ma lord Rauger mi fece bloccare che già ero alle porte della città e mi fece riportare a palazzo, mi parlò e mi convinse a restare! Mi convinse che la fuga non era la via da seguire e che non sarebbe servita a niente, mi convinse che la mia presenza qui non era priva di significato... E io finii con il credergli! Ebbene, quella fu la fine della Talia che tu conoscevi. Da quella sera in avanti, ho iniziato a perdere quella capacità di oppormi... mi sentivo così sola... sola, e soltanto Pascal stava dalla mia parte. Era come lottare contro un muro di pietra, ogni giorno... vivevo qui come un’ombra, una figura cui tutti mostravano rispetto ma che non necessitava di nient’altro... e alla fine ho iniziato a sentirmi stanca, stanca di lottare, stanca di battermi per ottenere anche solo un sorriso, stanca di quegli sguardi di commiserazione che incontravo ogni giorno... E in quei giorni, come mai prima, ho sentito la tua mancanza. Ho sentito la mancanza di casa!”
Un nodo mi serrava la gola e sentivo gli occhi bruciarmi... inclinai la testa e poggiai leggermente la fronte contro il suo petto, perché non mi vedesse il viso...
“Nonostante questo...” ripresi dopo un istante, dopo aver inspirato forte “Nonostante tutto, io non riesco ad odiarlo... e non so perché! C’è qualcosa in lui, una sorta di dolorosa disillusione che percepisco ma che non riesco a capire affatto. E qualche volta... non lo so, Matthias, ma qualche volta mi guardava e avevo la sensazione che fosse immensamente preoccupato, come se avesse paura di qualcosa... in quei momenti si incupiva, fuggiva e, se non poteva, diventava irascibile!”
Ci guardammo per un lungo momento... conoscevo la mente di Matthias, conoscevo le sue reazioni e, osservandolo, riuscivo a leggere nei suoi occhi il tumulto di pensieri che si agitava nella sua anima, riuscivo a seguirne i mutamenti e ogni pur minima variazione d’umore.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 29308)
In quel momento si udì il suono del corno che a sorpresa annunciava il ritorno del duca.

Trattenni il respiro e spalancai gli occhi a quel suono.
“E’ qui!” mormorai “E’ tornato!”
Senza pensarci neanche per un istante, mi voltai e presi a correre per il viale... raggiunsi la piccola porta, seminascosta nel muro e chiusa da un cancello, che separava il cortile dal giardino e da qui vidi giungere la carrozza, mentre una curiosa sensazione mi invadeva...

Lady Dafne 18-04-2011 17.38.47

Mi ero vestita di nero, e nero era pure il colore del velo calato sul mio viso. Avevo raccolto qualche fiore nel piccolo giardino che c'era dietro casa mia ed ero pronta per andare a far visita alla tomba del mio povero marito. Avevo intenzione di passare proprio per la via principale, la più frequentata, in modo che tutti potessero vedere che non ero più pazza, che non cercavo più un morto, che avevo in qualche modo accettato il mio lutto. Accettato almeno in apparenza perchè dentro di me erano ancora un fiume in piena tutte le emozioni. Presi il mio mazzolino e discesi in strada quando udii il suono inconfondibile del "corno del Duca"!

"Il Duca, è tornato..." mormorai tra me e me "Oh beh, poco mi interessa di lui ormai. Un tempo accorrevo per vedere il mio Friederich cavalcare fiero e bello al suo fianco, ma ora? Ora non c'è più nulla che mi interessi..."

Ma il corteo di persone che correvano e si accalcavano verso la piazzetta del castello mi investì e mi trascinò proprio là dove non aveno intenzione di andare e, senza accorgermene, mi trovai tra il gruppo di persone che si erano piazzate davanti la carrozza di Lord Icarius. Ero lì impalata con il mazzetto di fiori in mano, tra gente che urlava e applaudiva, e io lì immobile tutta vestita di nero di certo non passavo inosservata: sembravo la morte in persona.

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Hastatus77 18-04-2011 21.15.53

"D'accordo, accetterò la vostra proposta, però vorrei condividere il comando con qualcuno che conosca la zona..."
In quel momento si sentì il suono di un corno.
"... cosa succede, cosa sta ad indicare questo corno?"

Morrigan 18-04-2011 22.27.01

"Che ne sarà di te? E di me? E di queste terre?"
Sfiorò appena la sua mano, con un gesto stanco. Guardò i suoi abiti, che non erano più i raffinati damaschi e le sete della dama, ma una ruvida armatura.
Era l'ora in cui sarebbe andata, l'ora in cui l'avrebbe vista scomparire all'orizzonte.
"Domani potrebbero accadere tante, tante cose... potresti tornare e trovarmi ormai vecchio e stanco di tutto questo"
Lei sorrise, carezzandogli piano il viso, come aveva fatto tante volte da bambina.
"Tu per me non sarai mai vecchio..." sussurrò.
Morven chinò gli occhi, evitò il suo sguardo.
"Perdonami, Morrigan... perdonami perchè in tutti questi anni non ho mai saputo curare le tue ferite"
Lei gli mise un dito sulle labbra, obbligandolo a tacere.
"Non dirlo... sei ho avuto un'infanzia felice, lo devo a te e alle tue cure"
Lo strinse forte, con uno slancio che non aveva mai avuto, e per la prima volta in vita sua sentì che le guance di quell'uomo si inumidivano di pianto. In tutti quegli anni suo zio gli era sempre apparso invincibile e grande, e il solo pensiero che anche lui potesse piangere le sembrava inconcepibile.
"Dove sarai domani, piccola mia? Non riesco ad immaginarti da sola... e cosa farò io, senza di te?"
Le passò una mano tra i capelli.
"Mi sentirò morire ogni notte sapendoti così, alla mercè di ogni pericolo..."
Morrigan si staccò da quella stretta e gli sorrise.
"Hai cresciuto un uccellino, e adesso deve volare..."
Morven scosse il capo, non riuscendo a nascondere il suo disappunto.
"Ho cresciuto un rapace... che persegue una vendetta che non dovrebbe essere sua! Morrigan, io ho combattuto contro quell'uomo, e alla fine l'ho perdonato. Avrei potuto finirlo con un colpo di spada, ma per la grazia che il Cielo ci ha dato, io l'ho lasciato andare. L'ho spogliato di ogni avere e ho ripreso ciò che avevo rubato con l'inganno, ma non ho preso la sua vita! E non dovresti farlo neanche tu!"
Morrigan, a quelle parole, salì a cavallo e si mise a guardare ad Est, dove il sole cominciava piano a salire inondando di oro quella valle.
"Da piccola non riuscivo mai dormire tranquilla..." disse piano ad un tratto, senza guardarlo "sognavo sempre che quell'uomo tornava e mi portava via... e l'ho sognato così tante volte, che giurai a me stessa che non avrei mai più tremato dinnanzi a lui! Così comincia a sognare di poter esser un uomo, un soldato... poter combattere come farebbe un cavaliere, fino a sfiorare la morte... trovarlo e, uccidendo lui, uccidere tutte le mie paure..."
Si voltò a guardarlo, e infine sorrise, mentre il sole alle sue spalle disegnava davanti a Morven la sagoma scura della sua figura a cavallo.

"... ma alla fine del sogno, io tornavo sempre... ritornavo qui!
Per questo so che tornerò... tornerò, padre mio!"
Morven chiuse gli occhi, assaporando quelle parole. Chinò il capo in segno di assenso. Lei non l'aveva mai chiamato a quel modo, con quell'appellativo, e che l'avesse fatto proprio in quel momento aveva caricato il suo cuore di una strana, profonda emozione.


Morrigan sorrise dolcemente, mentre si perdeva in quel ricordo. I cavalli procedevano al trotto, scortando la carrozza, e lei stava placidamente al fianco di Lho lungo quel cammino.
Sollevò il capo per guardarlo. Le sue ultime parole, e il tono gentile con cui le aveva pronunciate, l'avevano colpita.

"Voi non siete vecchio," disse con dolcezza e ricambiandogli il sorriso "e la giovinezza ha sempre da imparare dalla saggezza. Inoltre, un uomo come voi di certo conosce bene gli uomini, ed io è di questo che ho bisogno, di trovare un uomo... un nobile francese... si chiama Saint Roche..."

Guisgard 19-04-2011 00.49.28

Monteguard fissò prima Hastatus e poi Gervan.
“Il… il suono dell’Afragolante! L’hanno ritrovato! Hanno ritrovato il duca!” Disse questi con aria quasi incredula.
“Sir Hastatus, il duca è stato ritrovato!" Esclamò Monteguard. "Venite, andiamo a rendergli omaggio! Ora che lui è ritornato potremo finalmente preparare la giusta offensiva contro quei traditori!”
Corsero fuori nel cortile e videro Icarius scendere dalla carrozza.

Guisgard 19-04-2011 00.52.32

“Non si sa bene a quale anno risalga questo codice…” disse Ravus prendendo il codice dalle mani di Llamrei “… anche l’autore è ignoto… le uniche notizie certe lo fanno risalire all’inizio dell’era Cristiana e fu adoperato dai primi Cristiani come raccolta di riti per scacciare demoni… Le Angosce di Santa Lucia non è un libro come tutti gli altri.”
Rinchiuse allora il prezioso codice in un baule.
“Non temete per la vostra incolumità…” continuò il chierico “… potete restare qui nella Cappella della Vergine. E poi perché le guardie dovrebbero arrestarvi? Siete una serva di Dio e nessuno qui a Capomazda oserà alzare un solo dito su di voi.”
Il corno suonò e Ravus fece cenno alla donna di seguirlo.
“Venite… vedrete il signore di Capomazda.”

Guisgard 19-04-2011 01.18.22

Gouf osservò Melisendra per tutto il tempo impiegato dalle ancelle per prepararla.
Neanche per un istante sollevò il suo sguardo da lei.
Quando le donne ebbero finito, con un gesto le allontanò.
Posò la coppa sul tavolo e si alzò.
Si avvicinò a Melisendra, accarezzando le perle che scendevano sul petto di lei, finendo per sfiorarle la morbida pelle.
Poi sorrise.
Un sorriso beffardo, ma anche indecifrabile.
“Adoro la caccia, rammenti? Certo che lo rammenti…” disse “… e sai anche che amo mettere in mostra le mie prede, siano esse leoni, lupi, falchi o candide colombe… ma non mi danno soddisfazione… no, gli animali e gli uccelli ignorano che come loro padrone ho diritto di vita e di morte su di essi… a differenza degli uomini, invece…”
In quel momento entrò un servo.
“Lord Cimarow vi attende, mio signore.”
“Andiamo…” mormorò Gouf a Melisendra “… e ricordalo…” afferrando con forza il suo polso “… tu non sei libera… non lo sei mai stata e non lo sarai mai…”
Un attimo dopo scesero nella sala che ospitava il sontuoso banchetto dei baroni che avevano sposato il tradimento di Cimarow.
“Sedetevi qui accanto a me, milady!” Disse Nyclos a Melisendra. “Siete un vero splendore… un incanto…”
In quel momento Aytli mormorò qualcosa all’orecchio di Gouf e questi annuì.
La donna restò poi a fissare Melisendra con uno sguardo carico di sospetto ed astio.

Guisgard 19-04-2011 02.29.28

Il duca scese dalla carrozza e subito il popolo in festa lo salutò.
Molti gridavano per la felicità, qualcuno piangeva per la commozione, altri pregavano.
“Milord, toccate il mio bambino!” Disse una donna dalla folla.
“Milord, salvateci! La guerra ci sta affamando!” Gridò un’altra voce.
“Dio sia lodato!” Esclamavano in molti.
“Piccolo mio, guardalo!” Si udì nella confusione. “Guarda il tuo signore!”
Le guardie facevano fatica a tenere dietro quella massa di persone, felici per aver rivisto il loro signore, ma nello stesso tempo impaurite per la sorte della loro terra.
Al passaggio di Icarius, che si avvicinava all’ingresso del palazzo, tutti si inchinavano.
Il duca, vagamente intimidito e palesemente imbarazzato, dispensava sorrisi a destra e a manca.
“Dio sia lodato!” Esclamò Ravus andandogli incontro. “Le mie preghiere e quelle di tutto il popolo sono state esaudite! Il Primo Arcangelo del Signore non ha voltato il suo sguardo benigno dall’altra parte!”
“Grazie, mio buon chierico.” Ringraziò Icarius. “Dio vi benedica, chiunque voi siate.”
Ravus ammutolì e fissò Izar, che scosse il capo e fece cenno al chierico che gli avrebbe spiegato ogni cosa più tardi.
“Milord, ringrazio il Cielo per questo vostro ritorno.” Avanzando Monteguard.
Icarius, che finalmente stava cominciando a comprendere la gravità di quella sua amnesia, rispose solamente annuendo alle parole del capitano.
Izar fece segno di affrettare il passo e giunsero finalmente davanti al palazzo.
E qui, sulla porta, stava ad attenderlo Talia.
“Chi è quella ragazza?” Domandò a bassa voce Icarius a Izar.
“E’ lady Talia, vostra moglie.”
“Ho… ho una moglie!” Esclamò Icarius, mentre si avvicinavano all’ingresso del palazzo.
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Guisgard 19-04-2011 02.42.32

Il duca ormai era giunto presso l’ingresso del suo palazzo e la folla fu fatta uscire dal cortile.
Anche i cavalieri e le guardie ducali ritornarono ai propri posti.
Lho era accanto a Morrigan, mentre tutto, pian piano ritornava alla normalità.
“E cosa cerca una spadaccina da un nobile francese? Perdonate, ma trovo curiosa questa vostra domanda.” Disse Lho sorridendo alla ragazza. “Anche perché l’uomo del quale chiedete notizie non si trova a Capomazda… o almeno non nelle terre governate dai Taddei.”
“Io credo che sia uno spreco un pomeriggio simile” fece all’improvviso una voce alle spalle dei due “se passato qui, dove il Sole è ormai visibile solo dalle torri, o dalle mura.” Finiwell si avvicinò alle spalle di Morrigan cingendole i fianchi. “Tra un po’ il Sole si tingerà di rosso e la campagna sarà tutta velata dal suo purpureo manto. Direi che un simile spettacolo merita senza dubbio di essere visto… e guarda caso io ho appena concluso il mio turno di guardia.”
Fissò poi Cavaliere25 ed aggiunse:
“Ragazzo mio, per stanotte da uno sguardo tu alle mie cose in caserma… ho idea che resterò fuori tutta la notte!” E sorrise a Morrigan, facendole l’occhiolino.

Morrigan 19-04-2011 02.59.10

Sentendosi cingere i fianchi, Morrigan si girò di scatto e rifilò istintivamente un malrovescio sulla guancia del cavaliere che aveva mostrato tanta audacia!
Quando, un istante dopo, si rese conto di avere nuovamente di fronte Finiwell, si scostò da lui di qualche passo, e, mettendosi le mani suoi fianchi, lo fissò con uno sguardo di serio rimprovero.

"Ancora voi! Davvero non avete null'altro di meglio da fare che sprecare il tempo degli altri insieme col vostro? Eppure stamani mi era sembrato di avervi già dimostrato che avreste bisogno di mettere più spesso mano ad una spada, piuttosto che ad una donna!"

Scrollò il capo, con un sospiro... aveva il sospetto che un tipo del genere avrebbe impiegato più del normale prima di realizzare che in quel modo poteva al massimo aspirare a far colpo su qualche servetta della locanda... inutile perdere tempo con lui... tanto più che le parole di Lho l'avevano profondamente impressionata.

"E adesso smettete di ronzarmi intorno, ho cose importanti da fare!" esclamò.

Così, senza dar peso a ciò che Finiwell avrebbe potuto fare, dire o pensare, tornò vicino a Lho, per rivolgergli quelle domande che adesso le premevano fin troppo.

"Diciamo che lo sto cercando per... affari di famiglia... ma voi cosa intendevate con non nelle terre governate dai Taddei?"

Guisgard 19-04-2011 03.12.56

“Accidenti, che donna!” Disse Finiwell, massaggiandosi la guancia. “Vedi, ragazzo mio? Quando sarà, trovati una dama capace di scuoterti come lei fa con me!” Fece poi a Cavaliere25.
“Intendo dire” disse Lho a Morrigan “che Saint Roche è uno dei baroni al servizio di sir Cimarow. Perché lo state cercando?”
“Uh? Ma io ho sentito parlare di quell’uomo!” Intervenne Finiwell. “Ma certo, ne parlarono una volta alcuni cavalieri che facevano con me il turno di guardia! E lo descrissero anche dettagliatamente, se ricordo bene…”

Guisgard 19-04-2011 03.44.52

Pasuan aveva assistito al clamore generale in seguito al ritorno del duca.
Vedeva gente di ogni tipo esultare, gridare, piangere e ringraziare il Cielo.
E finito il tutto, se ne stava seduto ai piedi di una grossa colonna in pietra.
Accanto passavano diverse persone, molte delle quali ragazze.
E alcune lanciavano sguardi compiaciuti al cavaliere che se ne stava ad oziare accanto a quella colonna.
Ma quei volti, quegli occhi e quei sorrisi gli apparivano tutti uguali, senza colore e senza calore.
Un volto invece attraversava continuamente i suoi pensieri.
Un volto che sembrava sfuggirgli costantemente.
Cercò allora quel volto nei tanti che sfilavano in quel momento nel cortile.
Allora riconosceva in qualcuno uno sguardo simile, in un altro un sorriso che sembrava ricordare quello tanto sospirato, in un altro ancora l’acconciatura dei capelli.
Talvolta, nel vocio generale, gli pareva di udire quella voce che ancora echeggiava nella sua mente, ma nel fissare i passanti poi tutto assumeva il suono di una confusa ed anonima confusione.
“Cosa fai qui, Cavaliere?” Chiese con tono scherzoso l’amico Gervan.
Pasuan gli lanciò una sfuggente occhiata di indifferenza.
“Mi sembri giù, Pasuan… cosa ti prende? Dai, oggi sono buono… chiedimi ciò che più ti aggrada! Cos’è che vuoi? Vuoi sceglierti il turno più comodo per montare di guardia? O forse farti inviare nel borgo per il giro d’ispezione?”
“Vuoi davvero farmi un piacere?”
“Certo, dimmi!”
“Beh, spostati che stasera c’è una bellissima Luna e mi copri lo spettacolo.”
“Che il diavolo ti porti!” Brontolò Gervan, mentre andava via.
E rimasto solo, Pasuan si voltò a fissare la Luna, che enigmatica e meravigliosa scintillava nel Cielo della sera ancora attraversato dagli ultimi bagliori del giorno morente.
“Dicono che sai leggere nei cuori…” sospirò all’astro d’argento “… eppure te ne stai lassù, a fissarmi in silenzio…”
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Morrigan 19-04-2011 04.09.13

"Capelli scuri, occhi di giada, uno spiccato accento francese e una cicatrice vicino all'occhi destro..."

Morrigan snocciolò quelle parole meccanicamente, come se le avesse ripetute chissà quante volte, in quell'ultimo anno, come se fossero state una naturale conseguenza di ciò che Finiwell aveva detto.
Poi un bagliore si accese fulmineo nei suoi occhi, e la ragazza parve svegliarsi di colpo. Guardò Lho, con occhi ardenti.

"Al servizio di sir Cimarow..." ripetè, quasi tra sè, come stesse ragionando sulla novità appena udita "Sapevo che sarebbe andato ad elemosinare grazia ad uno dei suoi amici, ma mettersi al suo servizio... bah, in fondo un uomo di tal fatta..."

Solo allora sollevò lo sguardo, fissando ora Lho, ora Finiwell, ed era uno sguardo acuto, pronto e affilato come una lama.

"Signori... dove si trova precisamente il castello di sir Cimarow?"

Melisendra 19-04-2011 04.34.21

Celai la cupezza sul mio volto ed evitai di incrociare le occhiate di aperto odio che provenivano da Aitly. Qualcosa mi diceva che non erano solo cariche di sospetto, ma anche di quella pura antipatia che le donne provano verso una rivale in questioni più delicate di una guerra, ma altrettanto letali. La compiansi... innamorarsi di Gouf, che idea!
Avevo dimenticato quanto fosse abile nel cingere d'assedio l'avversario. Si comportava sempre come se fosse stato sul campo di battaglia... poco importava se le sue attenzioni fossero rivolte al nemico o a me. Avevo sempre affrontato le sue sfuriate e i suoi ardori con la calma e la dolcezza, ma mi stava riuscendo difficile restare così calma.
Mi guardai attorno nella sala e vidi il volto affabile del giovane Nyclos, dunque mi avvicinai, dopo aver rispettosamente salutato Lord Cimarow con un inchino. Gouf avrebbe avuto da ridire? Forse si sarebbe indispettito.
"Milord", sorrisi al giovane, "siete troppo gentile... piuttosto direi che è il banchetto a risplendere di nobili uomini e guerresco ardore. Posso chiedervi quale sia l'occasione?", domandai mentre scivolavo sul seggio che sir Nyclos mi porgeva.
Conoscevo quel genere di banchetti. Qualunque cosa ne dicesse Gouf sulla nobiltà e la forma, uomini d'arme che festeggiano un successo di guerra finiscono col fare due cose sole. La prima è bere e l'altra inseguire le cameriere negli angoli bui.

cavaliere25 19-04-2011 11.18.35

Guardai finiwell e dissi certamente amico mio state tranquillo guardai i due e chinai il capo e mi diressi verso la caserma

Guisgard 19-04-2011 19.24.09

La sala, illuminata a giorno da candele e torce, echeggiava delle parole, delle risate e dei proclami di quegli uomini.
Tutti si rivolgevano a Cimarow come se avesse già vinto la guerra contro Capomazda.
“Ormai è pronto, mio signore…” disse sir Ironhop, uno dei baroni “… il poderoso ariete che ho fatto costruire per la prossima e decisiva battaglia.”
“Si, rammento quando me ne parlaste.” Lo fissò Cimarow.
“Per metterlo in azione occorrono ben cinquanta schiavi! E ne abbiamo presi dei migliori! Sono tutti slavi provenienti dai luoghi più selvaggi e miserabili d’Europa! La Porta dei Leoni tremerà soltanto a vedere il nostro ariete! Non occorrerà altro per vincere!” E rise compiaciuto.
“Non siate troppo sicuro di quella potenza tecnologica…” intervenne Gouff “… per forte e letale che sia, è infondo nulla al confronto di un cavaliere…”
“Il nostro sir Gouf ha una visione romantica della guerra e della cavalleria…” disse Nyclos “… voi la condividete, milady?” Chiese poi a Melisendra.
“Che sciocchezza!” Esclamò divertito Ironhop. “La guerra si decide in base al numero ed alla forza degli schieramenti! Al confronto un semplice uomo bardato di ferro che brandisce una spada è niente! I tempi cambiano, amico mio… e noi dobbiamo seguirli!”
“Solitamente non mi occupo di ciò che dicono i miei simili…” mormorò Gouf alzandosi e cominciando a camminare attorno alla ricca e nobile tavola “… ma trovo insopportabile questa vostra mancanza di rispetto verso la cavalleria…”
E quando fu alle spalle di Ironhop estrasse rapido la spada, mettendogliela di piatto al collo, quasi a togliergli il respiro.
“Si, potete anche sfondare la Porta dei Leoni e ridurre in pezzi quelle secolari statue guardiane…” continuò “… ma poi vi ritroverete i migliori cavalieri del ducato da affrontare… ed allora il vostro ariete ed i vostri schiavi non serviranno a niente… si dovrà combattere nelle strade, odio contro odio, ferro contro ferro… e lì il numero non conterrà niente… solo i migliori cavalieri potranno decidere le sorti di quella battaglia…”
“Umf… anf…” ansimava Ironhop.
“Va bene, lasciatelo ora, sir Gouf…” disse Cimarow “… lasciatelo.”
“Come desiderate, mio signore…” e mollò la presa “… ora vogliate scusarmi…” e, salutato il suo signore, uscì dalla sala.
“Que… quell’uomo… è pazzo…” mormorò a fatica Ironhop, mentre pezzi di cibo e sangue fuoriuscivano dalla sua bocca.
Gouf raggiunse una delle torri e restò a fissare la sterminata brughiera che circondava e racchiudeva quel tormentato e sacrilego mondo.
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Guisgard 19-04-2011 19.33.20

“Aspetta un attimo, bellezza!” Disse Finiwell, quasi interrompendo Morrigan. “Dì un po’ ti va di scherzare? L’ubicazione di quel castello è sconosciuta a tutti noi, ma se anche tu lo trovassi sarebbe come presentarsi davanti alla porta dell’inferno! Cosa hai mente? Di giungere lì e sbattere i tuoi occhini, chiedendo gentilmente di farti incontrare l’uomo che stai cercando? Ti darò una delusione, piccola… la tua bellezza, per il solo fatto che abbia incantato me, non basta a farti aprire tutte le porte!”
“Il cavaliere ha ragione.” Intervenne Lho. “Quel luogo è inaccessibile e pericoloso.”
“Facciamo così…” mormorò Finiwell “… tu prometti di fare la brava e di abbandonare quelle idee pazzesche ed io ti porterò nel posto dove ho sentito parlare di quell’uomo. Ci stai, piccola?”

Guisgard 19-04-2011 19.40.35

Intanto, mentre Cavaliere25 tornava verso la caserma, qualcuno lo chiamò.
“Ehi, cercavo proprio te!” Disse August. “Mi serve qualcuno per il giro d’ispezione della cittadella! Comincia a prepararti, ragazzo!”
Si guardò intorno e notò Pasuan addormentato accanto ad una colonna.
“Ecco, sveglia quel cavaliere, magari anche con un bel secchio d’acqua se occorre” indico poi a Cavaliere25 “e digli di affiancarti per questo compito. Se noterete qualcosa di strano verrete poi a riferirmi il tutto nella caserma!”


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