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"....e la chiamano estate"
Mentre gli zoccoli calpestano il limitare del portale di Dite, osservo il lamentoso uragano infrangersi nel vento dei ricordi, mentre avanzano a settentronie orme d'argento che salgono la montagna, reclamando l'antico accesso negato a consunti calzari campestri, dove questa bizzarra prigionia rifulge beffarda al mondo dei vivi, ed io, ombra tra le ombre, ripenso alla mia giovinezza sbiadita, quando la mia fronte era ricoperta da una rossa corona, ed accanto al mio trono giaceva la mia perduta regina... Chi può dirlo se fossimo stati uomini buoni o cattivi? Chi può dirlo se fummo semidei inargentati che toccammo gli apogei? Confesso solo che ho vissuto... Taliesin, il Bardo |
E' un canto....pieno di malinconia......ma e' la vostra voce..che non sento da tanto......anche se in questa strana estate...
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Prima di attarversare le dune sabbiose del mio orizzonte,
da una cortina di nebbia apparve la Dama Verde, cavalcare una puledra pezzata, e armata di spada e di pugnale. Portava gli stivali e le gambiere, una cotta di maglia leggera, e un tabarro senza maniche ricamato sul davanti e sul di dietro, come papaveri rossi su un prato verdastro. I capelli erano raccolti in un nodo brillante, il volto era giovane, ma il cipiglio che lo corrucciava lo faceva apparire più maturo. La fierezza del suo contegno la rendeva ancora più bella ed in lei c'era qualcosa di familiare, anche se di sicuro l'avevo incontrata asoltanto nella mia immaginazione e nelle mie canzoni... Taliesin, il Bardo |
Il vostro racconto racchiude quello che è il ricordo dell'anima prima della scesa nel corpo......la reminescenza.......e la cosa stupenda e' che le vostre canzoni ne portano la traccia .....bellissimo racconto di vita......
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Molti son passati su queste pagine con l'ardire di essere o apparire poeti.
Ma in verità solo pochissimi potevano fregiarsi di tale privilegio. E fra questi pochissimi ci siete voi, caro Taliesin. La vostra è poesia antica, che non grida ma canta il silenzio del suo tempo. Una poesia che ascolta, per poi raccontare. |
Miei preziosi amici di Viaggio...
Madonna Elisabetta ed il Cavaliere dell'Intelletto... Le vostre parole dense di umanità e di struggente sensibilità provengono dal vostro cuore fanciullo che si rispecchia nelle mie canzoni come un torrente di montagna negli occhi di un cerbiatto...Per questo posso affermare senza indugio di volervi bene, oltre le congetture degli uomini pirandelliani, oltre le sfere dello spazio ed oltre l'immaterialità di questa bizzarra dimensione dove ha trovato sfogo, pace ed irrequietezza la mia anima errabonda...Vi Voglio Bene.... Taliesin, il Bardo |
La terra stanca dormiva appesa ad un sonno irreale,
come se, dove un tempo i grilli avevano cantato, ora regnasse solo il silenzio della morta stagione, e il logorante sferzare del vento portasse con i grappoli acerbi, gli echi di un'estate girovaga, dove il gradele intriso di sangue, reclamava ancora una volta il pesante dazio... Il Bardo si levò presto quella mattina, attizzò le braci assopite per riscaldare un frugale pasto, e con la bisaccia piena di ricordi si mise nuovamente in viaggio, lasciando dietro se una scia luminescente a tingere le foglie verdastre, come a sigillare l'antico legame con la Madre Terra, e con il piccolo popolo degli Uomini, in attesa che quel mondo disincantato, avesse avuto un giorno ancora bisogno del suo canto... Taliesin, il Bardo |
"Il Giorno Dopo"
Nell'assolata desolazione del Giorno Dopo, si disperdono i lamenti delle donne perdute nel fragore dell'acciaio, mentre sull'ovattato campo di battaglia banchettano i corvi famelici, nella distesa alluvionata moderne catapulte cicolagno sulle strade allagate, rimuovono cadaveri di speranze stroncate, calpestano dignità di anime semplici, mentre all'orizzonte nell'asciuttezza dei loro cuori si delineano dietro ai microfoni dell'ipocrisia, i Signori della Guerra... Possa il mio canto lenire il loro dolore, possa quella Fanciulla che Camminava a piedi nudi sulla via dei Pellegrini, il cui nome virtuale appariva come Lady Gonzaga, portare loro la mia forza ed il mio bisogno di abbracciarla, ancora una volta...ancora una volta, che il Bardo possa cantare. Taliesin, il Bardo |
Alla mia Regina...
"Zampillano ricordi nella mia testa immolata come gocce di pioggia battente in un tronco vuoto, incalzano zampogne tra il luccichio dell'acciao e delle cornamuse sfiatate, mentre a settentrione l'inverno del lupo lancia strazianti lamenti alla luna, dove ogni forma di vita è svanita nel pensiero della tua forma precisa, tra le lave incandescenti del vulcano niente è rinato per trattenerti, e della tua bocca di rosa e dei tuoi fianchi non rimane altro che cenere, sparsa come nebbia nella polvere delle rimembranze e dei rimpianti, come un sigillo corroso che si dissolve nelle duni eterne del mio passato..." Taliesin, il Bardo |
Siete ritornato a donarci perle dei vostri racconti di vita Amato Bardo........L'attesa e' cibo per la saggezza di ogni uomo che ama il silenzio.....
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