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...il primevo elemento che un giorno ancestrale ci ha unito,
oggi ci allontana dalla nostra materialità persa nel vortice,
dove lo strato del subcoscio e dell'imponderabile corrono frenetici,
tra gli zampilli di lacrime di pioggia cadute dal cielo
e le foglie d'autunno che si tingono di rosso,
come a ricordarci di abbandonare il corpo decadente,
asciugare la fronte che piano sanguina
ed inseguire le remote spire del tempo,
ed abbandonarsi all'oscuro presagio del Volo,
come un'anomalia, come una distrazione, come un passaggio,
come un bisogno....
Taliesin, il bardo
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