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Vecchio 09-09-2013, 01.19.11   #87
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Sygma, la capitale di un grande regno, ricco e potente, famoso per la sua arte rinascimentale, il genio dei suoi figli più illustri e culla di una cultura umanistica e secolare senza eguali, tanto da meritarsi, fra i contemporanei ed i posteri, il titolo di “Novella Atene”, accolse l'arrivo di Clio e dei mercanti con i suoni delle sue piazze gremite, le strade brulicanti di una vivace e calorosa umanità, il suono delle campane di chiese dallo straordinario splendore che con le loro guglie e i loro alti campanili sembravano volersi porre come pilastri del Cielo.
Gli stendardi del giglio, simbolo del regno, sventolavano dalle torri merlate, dai palazzi signorili e dalle eleganti mura che circondavano la città, interrompendosi solo in due punti, protetti tuttavia da alti e vigorosi bastioni fortificati, per permettere il passaggio del fiume.
Il carro dei mercanti arrivò a fermarsi davanti ad un grande palazzo rinascimentale che, nonostante lo stato non perfetto in cui si trovava, non celava più di tanto il fasto di quando fu costruito.
“Se volete” disse Francesco a Clio dopo essere saltato giù dal carro “potete fermarvi un po' per riposarvi dopo questo lungo viaggio.”
Ma solo in quel momento si accorse che la ragazza l'aveva salutato e si era avviata verso una locanda.
Diverse persone si ammassavano davanti al portone del palazzo, che fungeva, oltre che da residenza per la famiglia dei Binardi anche da sede principale della loro compagnia mercantile.
Molti erano creditori, dato il cattivo stato dei loro affari, ma tanti altri erano passanti o gente in cerca di un lavoro.
E tra queste persone spuntò all'improvviso un uomo dai capelli neri e disordinati, gli occhi stretti e scuri, i vestiti di chi non è certo un gran signore.
“Messere...” avvicinandosi a Francesco “... vi ricordate di me?”
“Certo, messer Massimo...” annuendo Francesco “... cercavate lavoro una quindicina di giorni fa... ma purtroppo le cose non sono cambiate...”
Clio, attirata da quella voce, si voltò e fissò quell'uomo e in un attimo lo riconobbe.
Era stato maniscalco presso il palazzo di suo padre quando lei era ancora un'adolescente, benchè non avesse ricordi più particolari di lui.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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