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Visualizza versione completa : Personaggi Storie d'amore a confronto: Lancillotto e Tristano


Deirdre
21-11-2008, 11.12.47
Voglio dir la mia in merito al personaggio di Lancillotto.. si è vero ,lady llamrei che ha tradito il suo re,non che suo intimo amico..ma c'è da dire che come per Tristano e Isotta,l'amore è un qualcosa di incontenibile,insopprimibile.. e come Tristano,che ha cercato di nascondere e soffocare questo sentimento nei confronti dell'amato zio e non vi è riuscito...così Lancillotto..
Credo dunque che debba essere giustificato,in minima parte...non trova?

llamrei
21-11-2008, 14.50.41
In parte giustificabile in quanto "al cuor non si comanda". Ma ricordiamoci che Tristano e Isotta si sono amati per aver bevuto il "beivre", il filtro d'amore che era destinato invece a Isotta e a re Marco ;)

Deirdre
21-11-2008, 16.00.35
bhè nel film del 2006 non si parla di filtro...e poi credo sia vero..."al cuor non si comanda".... ti sarà capitato credo..che per un motivo o per un altro tu abbia cercato di sopprimere un sentimento nascondendolo,negandolo,cercando di sconfiggerlo,ma che alla fine sia tornato alla ribalta sopraffacendoti, più violento e irruento di prima!!!..e poi quando sai di amare e di essere amato,e di non poter stare con quella persona..il desiderio si fa più struggente e sconvolgente...
con ciò non giustifico il Tradimento in sè..ma semplicemente l'amore...come già detto..:smile:

llamrei
21-11-2008, 16.07.04
Il film l ho trovato bellissimo! E' tra i miei preferiti.
Io non mi riferivo al film ma alla storia "vera" di Tristano e Isotta" quella riportata da Thomas ;)
Il filtro d'amore è la parte essenziale del racconto: il racconto si articola attorno ai filtri e ai veleni i quali Thomas chiama entrambi "beivre".
Le stesse attinenze si ritrovano nel Cliges di Troyes e Cliges viene "erroneamente", secondo me e secondo molti filologi, considerato un anti-tristano. Invece i due racconti hanno attinenze molto simili, una di queste sta proprio nella presenza di un filtro.
Il filtro è stato preso da Tristano e Isotta in modo inconsapevole; quello che Fenice invece "offre" a Alis, glielo offre in modo consapevole...Sto uscendo dal contesto. Chiedo scusa.
Volevo solo chiarire questo concetto e ti consiglio di leggere Il Tristano e Isotta di Thomas...tra una visione e l'altra del film (adorabbbbileeee...però ahimè ha poco della reale storia d'amore tra il bel Tristano -che sarebbe un semi dio celtico....- e Isotta la Bionda)


Ti posto il link nel caso ti interessasse il libro o qualche info su di esso:
http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=379&highlight=tristano+isotta

Deirdre
22-11-2008, 00.04.17
bhè si i film son quasi sempre diversi!!!... tutta un'altra cosa....hai ragione!
cmq per il libro ..sono in procinto di comprarlo.. mi avete fatto venire la curiosità!!!!...cmq Grazie :) molto gentile...

gwen
22-11-2008, 00.06.11
Il filtro d'amore è la parte essenziale del racconto: il racconto si articola attorno ai filtri e ai veleni i quali Thomas chiama entrambi "beivre".

Il filtro è stato preso da Tristano e Isotta in modo inconsapevole; quello che Fenice invece "offre" a Alis, glielo offre in modo consapevole...Sto uscendo dal contesto. Chiedo scusa.
Ti posto il link nel caso ti interessasse il libro o qualche info su di esso:
http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=379

ma che si beva inconsapevolmente un filtro, o che si metta un piede in fallo, o che si capiti nel posto giusto al momento giusto, o al posto sbagliato, nel momento sbagliato..(queste sono cose che in fin dei conti si comprendono solo dopo:p)...amica mia.. cosa cambia?
forse il filtro è la metafora del destino, della sorte che in qualche modo ognuno di noi "beve" involontariamente.

llamrei
22-11-2008, 09.25.27
ma che si beva inconsapevolmente un filtro, o che si metta un piede in fallo, o che si capiti nel posto giusto al momento giusto, o al posto sbagliato, nel momento sbagliato..(queste sono cose che in fin dei conti si comprendono solo dopo:p)...amica mia.. cosa cambia?
forse il filtro è la metafora del destino, della sorte che in qualche modo ognuno di noi "beve" involontariamente.

Si in un certo senso è vero. Però nel caso di Tristano e Isotta il filtro è metafora di passione. Non voglio diventare noiosa e cercherò di rimanere in contesto: io capisco benissimo voi cosa intendete: vi soffermate sull'aspetto sentimentale della visione delle cose però ricordate: siamo in periodo corte: l'amore passionale è in contraddizione con il mondo cortese, ossia dell'amore vissuto a "distanza"(quello di cui De Troyes invece cerca di esporre sul suo Cliges ma alla fine anche i due amanti si abbandonano ad un amore passionale).

Personalmente anche io mi abbandonerei ai sentimenti e darei più ragione al cuore ;) Ma nel racconto in questione non è cosi: la passione è avvenuta grazie ad arteficio, ossia il filtro/beivre;)

Lord Fenner
22-11-2008, 15.18.09
Buongiorno,
secondo me, si è vero che in tutte e due le storie "Lancilotto e Ginevra", "Tristano e Isotta" ed altre che le leggende ci portano a noi per spiegarci secondo me, che l'amore è una variabile della vita incontrollabile ed inrazzionale che fa fare cose impensabili fino al momento in cui non si cade nella passione, ma il punto secondo me, è che noi abbiamo, a differenza del regno animale un cervello o visto nella sfera religiosa, sempre una scelta da fare, che è quella che quando ti pone il problema di poter causare dolore o del male ad un'altra presona senza nessuna ragione, la passione, dovrebbe essere mitigata, non dico, tolta, ma mitigata dal sentimento di lealta' verso la persona a cui potrebbe causare (questo momento di passione) del dolore gratuito. Questo è il mio pensiero sul discorso "tradimento passionale" verso chi crede di aver trovato fiducia e lealtra nella persona in cui aver riposto e donato la propria.

Cio' non toglie che tutti possiamo sbagliare, ma non usciamo, come alibi, i concetti, passione o errore, per giustificare comunque esso si voglia chiamare "tradimento" esso rimane sempre cio' che è......nella termilogia più conosciuta.

Saluti, Lord Fnner

Morris
25-11-2008, 22.31.03
Solo quando capita di innamorarti intensamente, capisci ciò che si prova realmente: non esiste più alcun'altra donna, non esisti nenche più tu!
Esiste solo lei e nient'altro!
Il tradimento, io, lo imputo esclusivamente al rapporto sessuale, fine a se stesso.
L'innamoramento vero e proprio non è condannabile o giudicabile!
Ho troppa esperienza, bisogna farsene una ragione, a tutti i costi, anche quando vi sono in ballo i figli!
Un giorno, essi, potrebbero vivere la stessa situazione e capire il genitore imputato!

Deirdre
25-11-2008, 23.19.14
Solo quando capita di innamorarti intensamente, capisci ciò che si prova realmente: non esiste più alcun'altra donna, non esisti nenche più tu!
Esiste solo lei e nient'altro!
Il tradimento, io, lo imputo esclusivamente al rapporto sessuale, fine a se stesso.
L'innamoramento vero e proprio non è condannabile o giudicabile!
Ho troppa esperienza, bisogna farsene una ragione, a tutti i costi, anche quando vi sono in ballo i figli!
Un giorno, essi, potrebbero vivere la stessa situazione e capire il genitore imputato!

si...effettivamente è questo che volevo esprimere!!!concordo su tutto meno ..che nell'ultima parte!!perchè dipende dalle situazioni!!!

Lancelot
14-01-2009, 12.53.52
Solo quando capita di innamorarti intensamente, capisci ciò che si prova realmente: non esiste più alcun'altra donna, non esisti nenche più tu!
Esiste solo lei e nient'altro!
Il tradimento, io, lo imputo esclusivamente al rapporto sessuale, fine a se stesso.
L'innamoramento vero e proprio non è condannabile o giudicabile!
Ho troppa esperienza, bisogna farsene una ragione, a tutti i costi, anche quando vi sono in ballo i figli!
Un giorno, essi, potrebbero vivere la stessa situazione e capire il genitore imputato!

Sir Morris siete straordinario... Ammetto che siete riuscito a fornire una descrizione adeguata e molto suggestiva della mia più grande paura.
Una persona inquadrata come me, molto giudiziosa, disciplinata, ligia ai doveri e alle responsabilità, trema di paura dinanzi a una forza come l'Amore che descrivete, che io riconosco capace, per potenza ed enormità, di cancellare tutto il resto. Di cancellare il Giusto, di cancellare la famiglia, i doveri, tutto. Ne ho sinceramente paura.
Spero, se mai mi dovesse capitare, che Dio mi dia la forza di poterlo controllare e sconfiggere. Anche perché spesso succede che tali passioni ci abbandonino con la stessa velocità con la quale seppero imporci il loro impero.

llamrei
14-01-2009, 12.57.56
(state andando fuori tema ;) - siete nella sezione tematica del Ciclo Arturiano Bretone e dovete attenervi al confronto fra le storie d'amore di Lancillotto e Tristano...aprite una sezione in fuori tema se volete continuare questo discorso che tocca i sentimenti a livello personale;))

Lancelot
14-01-2009, 13.06.03
Ma perché Tristano e Lancillotto non sono forse due metafore attraverso le quali i poeti e la storia hanno voluto descrivere l'incontrovertibilità del dominio di sentimenti irrazionali sulla ragione e il senso morale dell'uomo?
Secondo me non siamo fuori tema, semplicemente lo stavamo allargando, comunque faccio come volete.

llamrei
14-01-2009, 13.10.23
Se volete parlare di sentimenti a livello personale (come mi pare risulti fortemente dagli ultimi post) vi chiedo di aprire un topic in fuori tema. Si discuteva in questo il raffronto tra la storia d'amore di Lancillotto e Ginevra e quella di Tristano e Isotta.

Chiedo per cortesia: evitate di prendere ogni suggerimento come un affronto personale. grazie infinite a tutti

Lancelot
14-01-2009, 13.21.22
Vi ringrazio per la disponibilità, ma oggi non sento né bisogno né voglia di parlare di miei sentimenti personali; semplicemente ho commentato il post azzeccato di Sir Morris esprimendo una mia personale empatia nei confronti di quanto successo alle vite di Tristano e Isotta e di Lancilotto e Ginevra, dal momento che i loro stessi tormenti morali, le loro stesse paure, e il loro stesso senso di impotenza e di ineluttabilità dinanzi all'Amore sarebbero credo anche i miei, in circostanze analoghe. Pertanto secondo me non ci sono differenze talmente profonde tra le due vicende che possano tenere il passo con le molte similitudini che le accomunano: ovvero sia che l'uomo costruisce castelli di virtù e moralità su un terreno non edificabile quale è il suo animo istintivo e irrazionale, preda di passioni incontrollabili.

p.s. Vi prego smettetela di dirmi continuamente che mi offendo, io non mi offendo affatto per cose così leggere, quando lo faccio per motivi seri di solito lo si capisce subito perché non mi si vede più :)

llamrei
14-01-2009, 14.36.12
p.s. Vi prego smettetela di dirmi continuamente che mi offendo, io non mi offendo affatto per cose così leggere, quando lo faccio per motivi seri di solito lo si capisce subito perché non mi si vede più :)

Quindi per me è un piacere vedervi;)

quando vi ho chiesto, a parte nel mio post di cui sopra, se vi sentivate da me offeso?:neutral_think:

Per quanto riguarda, sempre i posts di cui sopra, credo che gli ultimi -a cui detto dialogo tra Voi e me-non rientrassero nel contesto. Non vedo perchè non poterne parlare in un contesto più consono. Tutto qui.

Lord Fenner
15-01-2009, 02.24.23
Vi ringrazio per la disponibilità, ma oggi non sento né bisogno né voglia di parlare di miei sentimenti personali; semplicemente ho commentato il post azzeccato di Sir Morris esprimendo una mia personale empatia nei confronti di quanto successo alle vite di Tristano e Isotta e di Lancilotto e Ginevra, dal momento che i loro stessi tormenti morali, le loro stesse paure, e il loro stesso senso di impotenza e di ineluttabilità dinanzi all'Amore sarebbero credo anche i miei, in circostanze analoghe. Pertanto secondo me non ci sono differenze talmente profonde tra le due vicende che possano tenere il passo con le molte similitudini che le accomunano: ovvero sia che l'uomo costruisce castelli di virtù e moralità su un terreno non edificabile quale è il suo animo istintivo e irrazionale, preda di passioni incontrollabili.

p.s. Vi prego smettetela di dirmi continuamente che mi offendo, io non mi offendo affatto per cose così leggere, quando lo faccio per motivi seri di solito lo si capisce subito perché non mi si vede più :)

Salva Lancelot

Siete un cavaliere al quanto forte nei vostri pensieri per l'eta' che avete, mi fa piacere questo in un giovane, ma abbiate rispetto per chi gestisce da più tempo questa dimora che ci ospita.

Saluti, Lord Fenner

Lancelot
15-01-2009, 10.56.58
Il rispetto che nutro per Lady Llamrei è smisurato, come lei stessa sa, ma ciò non mi impedisce di dire ciò che sempre penso, nei dovuti modi e nella forma sempre educata che spero mi rappresenti. Ad ogni modo avete fatto bene a sollevare il dubbio: se mio malgrado io dovessi essere risultato offensivo o mancante di rispetto, sebbene io e lady Llamrei abbiamo già avuto modo di parlarne ridendo amichevolmente ieri in privato, naturalmente e umilmente chiedo scusa, perché non era nel modo più assoluto mia intenzione ;)

llamrei
15-01-2009, 11.48.06
Salva Lancelot

Siete un cavaliere al quanto forte nei vostri pensieri per l'eta' che avete, mi fa piacere questo in un giovane, ma abbiate rispetto per chi gestisce da più tempo questa dimora che ci ospita.

Saluti, Lord Fenner


Lord Fenner, siete un Vero Cavaliere, proprio come Tristano, il quale ammiro e stimo.;)
Con Sir Lancelot abbiamo potuto chiarire in una piacevole chiacchierata: molto spesso, in questi contesti, è difficile percepire l'enfasi delle cose dette. L'importante poi è chiarirsi;)
(siamo ot)

Lord Fenner
15-01-2009, 22.00.39
Il rispetto che nutro per Lady Llamrei è smisurato, come lei stessa sa, ma ciò non mi impedisce di dire ciò che sempre penso, nei dovuti modi e nella forma sempre educata che spero mi rappresenti. Ad ogni modo avete fatto bene a sollevare il dubbio: se mio malgrado io dovessi essere risultato offensivo o mancante di rispetto, sebbene io e lady Llamrei abbiamo già avuto modo di parlarne ridendo amichevolmente ieri in privato, naturalmente e umilmente chiedo scusa, perché non era nel modo più assoluto mia intenzione ;)

Bene, Sir Lancelot, sono contento di cio' che dite, ma a volte dire sempre cio' che ci passa per la mente è controproducente, prima meglio sempre riflettere, altrimenti si cade, nel giustificare sempre il tutto.

Saluti, Lord Fenner

Lord Fenner
15-01-2009, 22.03.26
Lord Fenner, siete un Vero Cavaliere, proprio come Tristano, il quale ammiro e stimo.;)
Con Sir Lancelot abbiamo potuto chiarire in una piacevole chiacchierata: molto spesso, in questi contesti, è difficile percepire l'enfasi delle cose dette. L'importante poi è chiarirsi;)
(siamo ot)


Cio' mi era dovuto, Lady Ilamrei, La ringrazio per l'accostamento a Tristano.

Saluti, Lord Fenner

Liadan
29-06-2009, 14.13.24
La storia di Tristano e Isotta a mio avviso è più vera rispetto a quella di Lancillotto e Ginevra.
Certo Tristano e Isotta si innamorano a causa di un filtro, però loro combattono per il loro amore fino alla fine, mentre Lancillotto e Ginevra no.
Mi spiego meglio. Ho sempre considerato Ginevra una bambina ipocrita, inadatta ad essere regina di Camelot e moglie di Artù. Critica tanto coloro che non seguono i dogmi cristiani e la cultura di Avalon e la Dea che servono quando lei si concede più volte a Lancillotto. Si considera tanto pia e fedele a Dio quando commette spesso adulterio.
Odio Morgana per semplice fatto che lei è libera mentre Ginevra no.
Ella stessa ammette che desiderava unirsi a Lancillotto co il consenso di Artù. Per me una persona del genere è ipocrita.
Ha paura di vivere questo amore perchè la condurrà al peccato per questo non riesce ad evare figli!
Quando si ama si combatte per difendere il proprio amore come fanno Tristano e Isotta.
Quando fuggono, Ginevra preferisce rinchiudersi in un monastero che vivere al fanco di Lancillotto ora che ne ha la possibilità.
Non è amore vero questo.
Quando ami davvero non riusciresti mai a separarti da chi ami. Lo vorresti corpo cuore e anima. Vorresti stare con lui anche a costo di passare l'eternità all'inferno. Questo è amore.
Ginevra è una sciocca bambina che si è asciata influenzare dai preti, che non capisce la differenza tra amare veramete qualcuno che fregarsene di ciò che dicono i preti.
Ad amare veramente è solo Lancillotto che rispetto.
La storia di Tristano e Isotta è un'altra cosa se paragonata a una bambina ipocrita che ha troppa paura di amare e critica gli altri perchè è più facile.

Hastatus77
29-06-2009, 14.33.51
@Liadan
Interessante e singolare il vostro punto di vista.
Complimenti... farete riflettere molte persone :smile_clap:

llamrei
29-06-2009, 16.49.40
Quando ami davvero non riusciresti mai a separarti da chi ami. Lo vorresti corpo cuore e anima. Vorresti stare con lui anche a costo di passare l'eternità all'inferno. Questo è amore.



Mi trovate perfettamente d'accordo!:smile_clap::smile_clap:

Liadan
29-06-2009, 21.35.39
Sono felice che le nostre idee siano in armonia lady Ilamrei.:smile_lol:

Liadan
29-06-2009, 21.36.43
@Liadan
Interessante e singolare il vostro punto di vista.
Complimenti... farete riflettere molte persone :smile_clap:

Ne sono lieta messer Hastatus. ^_^

zaffiro
29-06-2009, 22.47.43
Perdonatemi,lady liadan,ma sono in toto in disaccordo con voi,credo che "ipocrtita"sia una qualificazione che nessuna donna meriti al mondo,sia essa adultera o devota al proprio uomo.Ogni donna ama a modo suo,secondo la propria cultura,le proprie capacità intellettive ed emozionali,e credo che Lady Ginevra,nella realtà o fantasia che sia,non sia da meno,anzi..in rispetto agli uomini che ha amato,seppur in modo contestabile,ha sacrificato se stessa,perchè si ama anche quando si rinuncia.
Ovviamente,ogni donna ha una sua visione dell'amore,diversa come diverse sono le donne stesse,e questo,forse,ci rende inimitabili ed affascinanti agli occhi degli uomini.
Non me ne volete,vi prego.

llamrei
29-06-2009, 23.14.05
Lady zaffiro, permettete? Io ho letto e riletto le vostre ragioni e vi dico già da subito che le rispetto. Ma non le condivido.
Mi trovo più propensa ad appoggiare la visione di lady Liadan.
Trovo che Ginevra (lei come esempio ma potrebbero essere le donne/uomini comuni) si sia comportata in modo ipocrita in quanto ha voluto e/o preferito amare due persone contemporaneamente. Attenzione: queste due persone erano uno il marito e l'altro il migliore amico del marito. Al giorno d'oggi...come avreste definito una persona (uomo o donna che sia) che avesse compiuto un tale gesto? E ancora: Ginevra a cosa ha rinunciato? A vivere alla luce del sole dopo essere stata scoperta. Ma lei era coscente delle conseguenze che avrebbe subito se fosse stata scoperta....e una volta scoperta ha preferito rinchiudersi in un convento piuttosto che affrontare a la realtà.

Liadan
30-06-2009, 12.20.53
Non ve ne voglio lady Zaffiro al contrario. Siamo proprio per mettere le nostre idee a confronto e non dobbiamo necessariamente trovarci d'accordo.
Purtroppo lady Zaffiro, resto dell'idea che l'amore sia un sentimento importante nella vita di ogni essere umano, anche se può diventare una cosa dolorosa, lo so bene. Per chi si ama si farebbe di tutto anche affrontare la morte. Il modo in cui Ginevra si è comportata, e che continuo a definire ipocrita, è lo stesso di molte donne dei nostri tempi, donne che però non capiranno mai cosa sia l'amore.
Io ho amato una persona come nessunomai, benchè mi venisse consigliato di dimenticrlo ho continuato ad amarlo perchè il solo pensiero di perderlo mi faceva soffrire anche fisicamente. Ora che il mi amato non fa più parte della mia vita continuo a soffrire è vero. Ma sono dell'idea che se si incontra l'amore della tua vita, si rimane legati d un filo rosso che difficilmente si spezza.
Ginevra non comprende appieno il significato di ciò.
Il timore del peccato viene prima di Lancillotto.
Ebbee non riesco a credere che una persona così possa capire il significato dell'amore.
Nimue si uccide per seguire Kevin.
"Cos'è l'amore?
L'ho chiesto a molti...
Mi è stato detto che l'amore è il sentimento più forte del mondo, il sentimento che lo fa muovere, che lo fa giare. Mi è stato detto che l'amore è un qualcosa di appiccicoso, qualcosa che attacca due persone, e può essere un bene nel senso che quei due resteranno sempre insieme, così come può essere un male perchè nello stare sempre attaccati uno dei due, prima o poi, potrà anche scocciarsi e cercare un solvente per scappare via lontano. Mi è stato detto che l'amore è la cosa peggiore che ad un ragazzo possa capitare. Mi è stato detto che l'amore è una brutta bestia... una medaglia con due volti. "

Vanegoor
30-06-2009, 21.38.18
Prendendo spunto dalle due vicende in questione ma riferendomi soprattutto alla vita quotidiana, ritengo che l'ipocrisia più comune consista a mio parere nel definire talvolta come tradimento e basta, altre volte come amore irrefrenabile situazioni che spesso sono in verità (quasi) le stesse. Nei casi in cui si tende a definire un adulterio piuttosto come un amore irrefrenabile tra due persone apparentemente predestinate a vivere una storia d'amore, seppur avversa alle circostanze, innegabilmente tali circostanze romantiche più che razionali ci inducono a simpattizzare per i protagonisti (veri o letterari) ed a provare comprensione per essi.
Basta considerare appunto Tristano e Isotta (milady llamrei non me ne voglia se esulo in parte dal tradizionale contesto letterario della saga e lo adeguo alla mia opinione, mi tocca pur sintetizzare): il filtro d'amore che i due assumono giustifica ogni loro desiderio reciproco, ...d'altra parte, che ci possono fare? Non potevano saperlo! E se si fossero innamorati alla stessa maniera con... diciamo una poesia altrettanto magica, o una melodia, o soltanto con poche parole come Romeo e Giulietta? Il filtro in tal caso è il pretesto per legittimare l'amore "illecito" tra i due, i lettori hanno la massima comprensione per la loro storia. Pur sapendo che nella vita quotidiana non esistono filtri d'amore (che io sappia), credo che molti di noi conoscano almeno indirettamente situazioni altrettanto "illecite" viste però di buon occhio, o comunque non considerate come tradimento vero e proprio.
Invece Ginevra, come è stato detto e concordo in pieno, vuole amare contemporaneamente il miglior amico di suo marito. Dunque è un adulterio, ovvio. Ma il vero amore quale è in questo caso, quello con re Artù ed il loro matrimonio praticamente mai consumato, potrei dire forse una sposa mai veramente (carnalmente, in senso passionale) rivendicata come tale dal re e marito, al quale tuttavia lei rimane ligia e buona consigliera almeno finché il tradimento non venga scoperto? O il suo vero amore è appunto Lancillotto, che per lei perde persino la faccia e la reputazione facendosi trasportare su un carretto come un poveraccio, pur di salvarla quando lei venne rapita?
Con la premessa mia personale che considero questo comunque un adulterio vero e proprio, è molto più immediato secondo me considerarlo una sorta di "matrimonio di comodo", ...Leodogrance che dona la tavola rotonda per le nozze... ... sebbene Arthur almeno all'inizio fosse realmente innamorato (o forse è meglio dire soltanto "interessato"?) a Ginevra.
È ben più difficile dunque avere comprensione con Ginevra, infine si ritira in convento anziché rimanere con Lancillotto, forse perché sente il peso del matrimonio fallito con Arthur (e di tutte le conseguenze, in pratica deve quasi accollarsi la responsabilità per esser stata la causa dell'indebolimento e la caduta del regno), e proprio per tale sorte l'amore con Lancillotto non può più essere puro e spensierato come quello tra due giovani amanti.
Questa vicenda si aggiorna nella quotidianità ai nostri occhi ovunque ci volgiamo (chiaramente senza re e cavalieri). Possiamo forse sintetizzare che le donne da un lato sono appassionate dal lato oscuro, imprevedibile ed impulsivo dell'amore, quindi riferibile a Lancillotto, che le coglie, sorprende e rapisce in ogni momento della vita, anche durante il matrimonio. Dall'altro lato hanno bisogno della certezza di una relazione stabile su cui appoggiarsi, forse da vivere in pieno, forse ad un certo punto soltanto come "sottofondo" della vita, non spetta a me dirlo.

Su una cosa concordo in pieno con lady Liadan, ovvero per quel che concerne l'influenza negativa della chiesa nel contesto storico: è prosperata sull'ignoranza della gente per seminare superstizione e maggiore ignoranza! E personalmente inoltrerei quest'opinione ben al di fuori dal contesto medievale, ma... ... non è il caso.

Guisgard
06-08-2009, 03.50.49
Io credo che riguardo a Lancillotto e Ginevra non si possa parlare assolutamente di tradimento.
Ovvio, c'è un adulterio e quindi l'infedeltà è concreta, ma non si tratta di tradimento.
Se noi giudicando questa storia con gli occhi della ragione (che spesso è la madre di tutti i futuri rimpianti...) non riusciremo a cogliere il senso di questo travagliato amore.
Lancillotto non è solo il cavaliere pefetto, ma è anche l'amante perfetto.
Se leggiamo l'opera di Chretien de Troyes, ci rendiamo pefettamente conto che il vero signore di Lancillotto non è Artù, ma Amore.
Questo è il punto fondamentale attorno alle vicende di Lancillotto e chi non tiene quest'aspetto in giusta considerazione finisce per travisare l'ideale che Chretien ha rappresentato nella sua opera.
Egli per Amore perde ogni cosa, onore compreso.
E' deriso, odiato e infangato.
Eppure resta il più forte e valente, il primo cavaliere.
Chiunque manchi di rispetto alla regina sa che perderà la vita, poichè il miglior cavaliere di sempre la chiederà come pegno per l'onore di Ginevra.
Lancillotto pecca contro Dio. E' indubbio.
E perde il diritto di trovare il Santo Graal.
Ma comunque da lui discenderà colui che dovrà succederlo nella gloriosa ricerca (Galahad), proprio perchè egli è resta il primo cavaliere.
Potremmo fare quasi un parallelo, con le dovute proporzioni ovviamente, tra Lancillotto e Re David, che pure si macchia di adulterio e va incontro alla punizione divina.
Eppure Dio, nonostante tutto, da lui e Betsabea, la donna per cui ha tradito, farà nascere il suo degno successore, Re Salomone, che porterà a termine ciò che aveva ideato lo stesso David suo padre, ma che la colpa aveva reso indegno di compiere: il Tempio di Geusalemme.
Lancillotto quindi pagherà per il suo peccato, non potendo trovare la reliquia più grande della Cristianità, ma da lui Dio farà comunque nascere colui che compirà la sacra ricerca.
Segno che Lancillotto è e resterà il primo fra tutti i cavalieri.

Liadan
07-08-2009, 14.28.41
Messere siete una persona veramente acuta.
Sono colpita dalla verità delle vostre parola.
Ci siamo sempre limitati ad accusare il comportamento di Lancillotto e Ginevra paragonandolo a quello di Tristano e Isotta.
Ci avete dato una nuova visione su cui riflettere.
:smile_clap:

Lord Fenner
07-08-2009, 15.04.50
Io credo che riguardo a Lancillotto e Ginevra non si possa parlare assolutamente di tradimento.
Ovvio, c'è un adulterio e quindi l'infedeltà è concreta, ma non si tratta di tradimento.
Se noi giudicando questa storia con gli occhi della ragione (che spesso è la madre di tutti i futuri rimpianti...) non riusciremo a cogliere il senso di questo travagliato amore.
Lancillotto non è solo il cavaliere pefetto, ma è anche l'amante perfetto.
Se leggiamo l'opera di Chretien de Troyes, ci rendiamo pefettamente conto che il vero signore di Lancillotto non è Artù, ma Amore.
Questo è il punto fondamentale attorno alle vicende di Lancillotto e chi non tiene quest'aspetto in giusta considerazione finisce per travisare l'ideale che Chretien ha rappresentato nella sua opera.
Egli per Amore perde ogni cosa, onore compreso.
E' deriso, odiato e infangato.
Eppure resta il più forte e valente, il primo cavaliere.
Chiunque manchi di rispetto alla regina sa che perderà la vita, poichè il miglior cavaliere di sempre la chiederà come pegno per l'onore di Ginevra.
Lancillotto pecca contro Dio. E' indubbio.
E perde il diritto di trovare il Santo Graal.
Ma comunque da lui discenderà colui che dovrà succederlo nella gloriosa ricerca (Galahad), proprio perchè egli è resta il primo cavaliere.
Potremmo fare quasi un parallelo, con le dovute proporzioni ovviamente, tra Lancillotto e Re David, che pure si macchia di adulterio e va incontro alla punizione divina.
Eppure Dio, nonostante tutto, da lui e Betsabea, la donna per cui ha tradito, farà nascere il suo degno successore, Re Salomone, che porterà a termine ciò che aveva ideato lo stesso David suo padre, ma che la colpa aveva reso indegno di compiere: il Tempio di Geusalemme.
Lancillotto quindi pagherà per il suo peccato, non potendo trovare la reliquia più grande della Cristianità, ma da lui Dio farà comunque nascere colui che compirà la sacra ricerca.
Segno che Lancillotto è e resterà il primo fra tutti i cavalieri.

Condivido cio' che ha scritto; ma l'Amore non puo' essere la giustificazione per il male che L'Ancillotto e Ginevra ha recato a Artu'; perche' esso confidava nella loro leata'; e quando provi lealta' verso un'altra persona sei disarmato difronto ad esso, per questo forse per me, è difficile da comprendere e giustificare..........l'Amore è si passione e spenzieratezza, ma è anche rispetto per chi AMI.

Come in tutte le situazione ce' sempre un equilibrio, non bisogna mai, secondo me, eccere sia in verso o nell'altro...........difficile, lo so, benissimo, ma chi a mai detto che la vita è facile? è proprio la cosidetta scelta che l'uomo fin da Adamo ed Eva il Signore ci ha concesso, di scegliere appunto di fare la cosa giusta.

Saluti, Lord Fenner

llamrei
07-08-2009, 15.07.46
ma l'Amore non puo' essere la giustificazione per il male che L'Ancillotto e Ginevra ha recato a Artu'; perche' esso confidava nella loro leata';l'Amore è si passione e spenzieratezza, ma è anche rispetto per chi AMI.

Saluti, Lord Fenner

:smile_clap::smile_clap::smile_clap: Esattamente quello che ho sempre sostenuto anche io!! Sono pienissimamente d'accordo lord Fenner!

Morris
07-08-2009, 15.58.41
Sir Guisgard.. purtroppo.. questo argomento spaccherà il mondo sempre in due!
Non mi schiero con nessuna delle parti...e mi astengo... augurandomi che ciò non accada mai a nessuno di "noi"!
Per quanto concerne la provvidenza divina.. nel concedere tali gloriose successioni...ciò evidenzierebbe.. forse... il fatto che Iddio stesso.. sia d'accordo..in quanto.. "predestinato"????!!!! Oppure perchè Lo stesso vuol farci comprendere che dal male può nascere ...malgrado noi....del bene!!!!????

Sir Morris

gwen
07-08-2009, 20.10.59
oh.. bene.. manco da Camelot da qualche mese e vedo che proliferano discussioni serrate!!l'amore, la passione...e quanti volti nuovi...ho letto interessanti punti di vista, anche se distanti anni luce gli uni dagli altri!!
la mia posizione è nota alla mia amica lady llamrei..(ma che bella la nuova immagine, mylady...la dolce Morgana)..ho un debole per la Regina... tanto da dedicarle il mio nick..però anche la storia di Tristano e Isotta mi colpisce a fondo.. non credo di poter esprimere una preferenza, perchè ogni amore è unico a sè stesso, e solo visto dall'interno può esser giudicato.
(per cui per "simpatia" voto per Ginevra:p:p:p)...

llamrei
07-08-2009, 20.59.38
Bello rileggerti Gwen!
http://farm3.static.flickr.com/2471/3798045631_9c62fd294f.jpg
(foto: DA By Amersill)

Guisgard
08-08-2009, 02.25.33
Secondo me la storia tra Lancillotto e Ginevra è ben diversa da quella di Tristano ed Isotta.
Non che il sentimento sia diverso (infatti a mio giudizio l'intervento del filtro magico va visto sotto l'aspetto simbolico e allegorico e non limita la genuinità dell'amore tra i due amanti di Cornovaglia), ma è il contesto che è differente.
Tra Tristano ed Isotta non c'è la divina compagnia della Tavola Rotonda.
Re Marco non è re Artù.
Artù soffre e perdona. Non riesce ad odiare la sua donna ed il suo fraterno amico.
Anche nella sofferenza egli è destinato ad un fato insostenibile per chiunque.
Re marco invece è geloso e prova odio. Egli brama la vendetta.
Questo non vuol dire che per Tristano ed Isotta è giusto e per Lancillotto e Ginevra no.
Intendo dire che la sacralità che Lancillotto e la regina vanno a rompere è ciò che alla fine li condanna.
C'è troppo in ballo. Il loro amore deve lottare contro ostacoli immensi.
Eppure i due amanti non possono rivoltarsi contro il loro destino.
In ballo ci sono gli ideali della cavalleria, della Fede, del regno.
Eppure Amore interviene e dispensa i suoi beni ed i suoi favori.
Lancillotto a questo punto non è più soltanto un cavaliere del regno, ma è, soprattutto, un servo di Amore.
Un amore immenso che lo spinge a mettere tutto in secondo piano.
Artù soffre, è vero.
Ma anche Lancillotto e Ginevra soffrono.
E' un immenso dramma.
Ma credete davvero che davanti all'amore perfetto, quello che completa, quello che giustifica e legittima un'intera esistenza si possa decidere di ignorare i comandi del cuore?
I protagonisti di questa saga sono in primis devoti e succubi di Amore.
Sono paladini di questo sentimento.
Soffrono per questo e per questo purificano il loro cuore.
Non è una volgare tresca amorosa.
Non è un carnale richiamo dell'istinto.
Non è una puerile avventura di una notte.
E' Amore. Quello vero.
E come scriveva l'immenso Dante: "Amor ch'a nullo amato amar perdona..."




Per quanto concerne la provvidenza divina.. nel concedere tali gloriose successioni...ciò evidenzierebbe.. forse... il fatto che Iddio stesso.. sia d'accordo..in quanto.. "predestinato"????!!!! Oppure perchè Lo stesso vuol farci comprendere che dal male può nascere ...malgrado noi....del bene!!!!????

Sir Morris


Sir Morris, il mio intervento voleva indicare come l'amore ha sempre natura divina.
I grandi amanti della storia, anche i più infelici, credo siano dei predestinati.
Amore non dona le sua grazie senza un motivo.
Il mio intervento in questo caso voleva sottolineare come chi ama alla fine vince sempre.

Morris
10-08-2009, 16.56.37
1) L'amore ha sempre natura divina?

Direi ..Umana!

2) I grandi amanti della storia, anche i più infelici, credo siano dei
predestinati?

Dovreste scegliere, Sir...tra ..Libero Arbitrio e Destino!

3) Amore non dona le sua grazie senza un motivo.

Amare è anche un bisogno, Sir!

4) Chi ama alla fine vince sempre?

Perde Spesso, Sir!


Sir Morris

Guisgard
12-08-2009, 01.23.50
Messere, siete campione di cortesia e avete da sempre la mia stima, ma senza indugio ed esitazione vi dirò che se amare è come perire o essere sconfitto, cosa che io non credo affatto, allora io dei perdenti voglio essere il campione.
Amare è un bisogno, voi dite?
Si, sono d'accordo.
Ma è soprattutto un bisogno dell'animo.
La sofferenza d'amore altro non è che un grido. Il grido dell'anima.
Voi dubitate che i grandi amanti fossero dei predestinati?
Allora vi chiedo: credete forse che se ad Isotta chiedessimo di rivivere senza tormenti e senza amore lei accetterebbe?
Per Francesca la vita senza Paolo, anche se breve e drammatica, sarebbe stata degna senza aver amato?
Didone forse non pagherebbe con la sua corona pur di seguire il suo Enea nel violaceo mar del suo disperato amore?
Angelica forse pensò alla povertà di Medoro quando lo scelese come compagno, respingendo i migliori paladini di Francia?
E Penelope non preferì forse sfilare la sua tela rischiando tutto, pur di non strappare l'amore per Ulisse dal suo cuore?
Amore chiede spesso molto. Forse troppo per i comuni mortali.
Ma chi ama, io credo, non ha nulla di mortale.

Morris
12-08-2009, 23.41.31
Non farei nulla, Sir Guiscard, per screditare i vostri convincimenti...vorrei tanto esser temprato di tale soave gioia....ma in me è più cresciuto il senso di vigilare sulle filosofie psicologiche dell'essere umano ..che per l'appunto varca il confine tra l'umano e il divino!
Ho stima di voi ...ma siate più cauto...seppur...non siate lontano da una plausibile verità!

Sir Morris

Guisgard
13-08-2009, 02.23.52
Messere, vi ringrazio del vostro consiglio e ne farò tesoro.
In fondo non è raro che due cavaliere discutano e si confrontino con diversi pareri su una discussione così complessa.
Alla fine credo che la risposta giusta sia conservata nel cuore di ognuno di noi.
Ovviamente anche da parte mia c'è stima nei vostri confronti :smile:

Morris
15-08-2009, 01.57.51
A volte, i nostri cuori non possono conservare le nostre verità più nascoste, Sir Guisgard....perchè sono talmente rotti o spezzati..che non riuscirebbero a contenerle.
Vi è un altro luogo, inequivocabile e più sicuro...dove esse alloggiano con lustra schiettezza: i nostri occhi!

Sir Morris

Guisgard
15-08-2009, 03.21.43
E chi, buon cavaliere, conosce i tormenti del cuore più di Lancillotto e Tristano?
Purtroppo la sofferenza in amore esiste ed anche i nobili amanti citati in questa lodevole discussione ne sanno qualcosa.
Ma la sofferenza in amore ha un nobile compito: attraverso essa il cuore si purifica.
Così, dopo i tormenti e le sofferenze, Lancillotto e Tristano trovano la pace.
Quella pace che solo l'estasi dell'aldilà sa e può dare.
E con questa pace essi troveranno anche il perdono delle loro colpe, proprio perchè purificati dalle sofferenze che hanno vissuto.

Morris
15-08-2009, 22.05.33
I due nostri protagonisti, si possono ritenere fortunati...sono e saranno un mero esempio per tutta l'umanità...ma state certo che ..i citati tormenti, hanno distrutto definitivamente, in modo irrecuperabile, i cuori ..di meno conosciuti e anonimi nobil'uomini di varie generazioni!
Essi, almeno, hanno avuto la possibilità di purificarsi e redimersi... altri... bruciano ..ancora...all'inferno!

Sir Morris

Guisgard
18-08-2009, 02.05.52
Messere, purtroppo il tema di questa discussione, che passa tra le immortali storie di Lancillotto e Tristano, è molto delicato.
Non a caso prendiamo come termine di paragone il Primo Cavaliere e l'eroe di Cornovaglia.
Due casi esemplari in cui entrano in ballo diversi aspetti.
Per quanto mi riguarda io seguo l'ideale degli antichi greci, dove tutti gli uomini e tutte le donne vengono rappresentati come mele tagliate a metà.
E la mela si congiunge nelle sue parti perfette solo quando c'è l'amore vero.
E questa è la cosa più naturale e meravigliosa che esista al mondo.

Lord Fenner
18-08-2009, 12.00.35
Messere, purtroppo il tema di questa discussione, che passa tra le immortali storie di Lancillotto e Tristano, è molto delicato.
Non a caso prendiamo come termine di paragone il Primo Cavaliere e l'eroe di Cornovaglia.
Due casi esemplari in cui entrano in ballo diversi aspetti.
Per quanto mi riguarda io seguo l'ideale degli antichi greci, dove tutti gli uomini e tutte le donne vengono rappresentati come mele tagliate a metà.
E la mela si congiunge nelle sue parti perfette solo quando c'è l'amore vero.
E questa è la cosa più naturale e meravigliosa che esista al mondo.

Sir Guisgard, in questo, credo anche io, ma oggi, è cosi' difficile trovare ed incontrare l'altra meta' di te stesso, che comleti in ambedue i casi, sia Te stesso che la persona Amata.........questo che dice Lei per me è come il Santo Graal, e in esso, io, sono votato fino alla morte.

Saluti, Lord Fenner

Guisgard
18-08-2009, 16.18.19
Cavaliere, l'amore vero, quello appunto che i pagani paragonavano ad una mela perfettamente divisa, è il più grande tesoro che si possa trovare.
Purtroppo non a tutti è concesso tale privilegio.
Però messer Amore, mio signore, ha donato a tutti, ricchi e poveri, nobili e plebei, il diritto di essere felici.
Il grande Andrea Cappellano, nell'immortale De Amore, consigliava a tutti gli amanti una sola cosa: "Chiudere gli occhi ed attendere Amore, che dal suo giaciglio dispensa doni a chi gli è devoto e fedele."

Lancelot
26-10-2011, 17.41.59
Io credo che, nel paragone che è tema di questa discussione, siano necessarie due premesse fondamentali.
La prima, è che l'Amore di Lancillotto e Ginevra viene dal cuore, mentre quello di Tristano e Isotta viene dalla magia. La seconda, che Re Marco non è Re Artù.
La prima premessa a mio dire già risponde alla domanda "quale è vero amore?"
Abbiamo un cavaliere che ha tutto: la forza, la gloria, la nobiltà, in latenza, forse, persino la santità. E a tutto egli rinuncia, per Amore.
Non solo. Questo cavaliere, non colpevole, ma vittima del suo sentimento, una volta posseduto l'oggetto del suo Amore vi rinuncia, scegliendo per sé una vita di romitaggio e meditazione, in espiazione della propria colpa. Un cavaliere la cui ultima scelta di vita è quella di sacrificarsi nell'ultima, grande battaglia del suo Re. Veramente vogliamo chiamare un cavaliere del genere, "traditore"? Re Artù non è solo il sovrano di Lancillotto e Ginevra, ne è l'amico, il confidente, il fratello d'armi e di ideali. Ginevra non sposa l'uomo Artù, ma tutto ciò che egli rappresenta di buono, e giusto e nobile a questo mondo.
Come si può rifiutare qualcosa del genere? Come si può dire di non amare una persona del genere?
Io credo che Ginevra abbia amato veramente Artù. Ma che l'amore provato per Lancillotto sia qualcosa che, al momento del matrimonio con Artù, ella non poteva neanche concepire esistesse. La nostra vita viene caratterizzata da molti sentimenti, e spesso i sentimenti di oggi sono talmente forti da far quasi sembrare quelli di ieri "falsi". Ma lo sono forse davvero? C'è veramente ipocrisia, nello scegliere dopo molto tempo qualcosa che in passato neanche conoscevamo, neanche sapevamo che potesse esistere?
Certo, non possiamo negare che tradimento ci sia stato e tale sia. Ma veramente il nostro giudizio merita che continuiamo a condannare questi personaggi più di quanto essi stessi si siano condannati?
Mi piace credere nella forza del perdono, più che della colpa. Voglio credere nella nobiltà dell'espiazione, più che nella vergogna del peccato.
Così come non posso non ammirare chi dimostra Verità, Passione e Ardore in tutto ciò che fa, sia esso in battaglia, nel dovere verso il proprio re, o nel dimostrare sincerità verso i propri sentimenti. Se è la passione ad animare una vita, essa ne animerà ogni manifestazione, buona o cattiva che sia. Ma certamente non mi sognerei mai di condannare un personaggio appassionato come Lancillotto, posso soltanto sperare di far mia la sua passione, e cercare di riscattarmi con onore e con l'espiazione, così come lui ha fatto, nel momento del peccato.

Guisgard
27-10-2011, 04.27.24
Perdonatemi, messere, ma non sono d’accordo con voi in questo caso.
Io credo che l’amore tra Tristano e Isotta sia forte ed assoluto proprio come quello tra Lancillotto e Ginevra.
Sono poi i personaggi, con le loro caratteristiche, che rendono le due storie differenti.
Il filtro d’amore che scatena la passione tra i due amanti di Cornovaglia non è una limitazione o un artificio, ma, al contrario, ne rappresenta il valore e la più intima essenza.
L’Amor Cortese, e quindi i suoi romanzi, è caratterizzato da un continuo fondersi e confondersi di temi e valori ora terreni, ora spirituali.
Le personificazioni dei sentimenti (messer Amore, madonna Amicizia, ecc…) è una chiara testimonianza di tutto questo.
Sono aspetti che hanno le loro origini nel Cristianesimo Celtico e in una visione “paganeggiante” dei valori della nostra Fede.
Una visione che può essere compresa solo interpretando i segni e i simboli di questa concezione che non è soltanto letteraria, ma anche sociale e religiosa.
Il filtro che dona l’amore eterno a Tristano e Isotta è uno di questi segni e di questi simboli.
Proprio come lo è la Carretta di Lancillotto, la sfida al Cavaliere Verde di Gawain, La Gioia della Corte di Erec e la Grotta in cui si rifuggivano gli stessi Tristano e Isotta.
Il filtro rappresenta le frecce d’oro di Amore, per dirla con una metafora classicheggiante.
Quel filtro è il dono di messer Amore, la sua benedizione, la sua promessa di felicità eterna.
Come la Carretta di Lancillotto, quel filtro rappresenta l’intervento di Amore che travolge ogni convenzione sociale, ogni limite della società che ci circonda ed ogni debolezza umana.
Amore arriva e distrugge, per poi costruire qualcosa di nuovo, destinato a durare in eterno.
Queste sono le meraviglie dell’Amor Cortese, dei suoi eroi e delle sue eroine, superbamente narrate dagli indimenticabili romanzi di Chretien de Troyes, Goffredo di Strasburgo e Wolfram von Eschenbach.
Ricordo che nell’antologia di brani letterari delle superiori mi colpiva sempre il modo con cui venivano indicati Tristano e Isotta: “i due sfortunati amanti di Cornovaglia”.
E questo mi faceva sorridere; tra me e me pensavo, infatti, che pochi a questo mondo potevano invece definirsi così fortunati.
http://mythologica.fr/medieval/pic/tristan1.jpg

Lancelot
27-10-2011, 10.05.12
Ancora una volta, Sir Guisgard, ci avete regalato un'interpretazione molto bella e suggestiva di una delle storie più note dell'età cortese.
E' un'interpretazione che sposo volentieri, ma che in un certo qual modo non mi fa desistere da una valutazione "di scala", che pone sul gradino più alto del Vero Amore quello di Lancillotto e Ginevra.
Ammettiamo pure che il filtro sia una metafora della magia d'Amore, e mettiamolo dunque da parte. L'Amore di Lancillotto e Ginevra vive di peccato, ma anche di nobiltà. E' nobile il pentimento, è nobile la consapevolezza dell'errore, così come pure è nobile l'accettazione di quell'ineluttabilità. Ma mai questo sentimento, neanche per un momento, si traduce in un reale tradimento nei confronti di Artù, che resta Re, amico, e persona amata da entrambi. Per sempre. Ed è proprio questo amore per la persona "tradita" a generare poi una reazione, una rinuncia. E come qualcuno ha detto precedentemente, non c'è Amore più grande della rinuncia, del Sacrificio.
Questo ci insegna il Cristo, e un Amore ammantato dal Sacrificio assume un'aura di santità, a mio modesto parere.
Nella vicenda di Tristano e Isotta, come voi mi insegnate, non c'è molto di tutto questo. Gli amanti continuano a frequentarsi in segreto per anni, e anni, e mai avviene una confessione, un pentimento, una redenzione. Soltanto la morte di Tristano pone fine al gioco degli inganni, lui, a sua volta ingannato dalla moglie.
E sarebbe un errore secondo me considerare il pentimento come un "falso amore"... Dire che se Lancillotto e Ginevra si tirano indietro, è perché non si amano realmente. Tutt'altro. Questi personaggi sono capaci di grandissimi slanci emotivi e passionali, ma anche di grandissima devozione. Sono le due facce di una stessa medaglia, e si può comprendere l'enormità dell'amore fra Lancillotto e Ginevra solo nella sofferta scelta del sacrificio che entrambi compiono.

Guisgard
28-10-2011, 18.54.08
Anche io la penso come voi, sir Lancelot: per me quella di Lancillotto e Ginevra resta la più grande storia d’amore raccontata fino ad oggi.
Tuttavia, perdonatemi ancora, non posso essere d’accordo con quanto affermate dopo :smile:
Lancillotto e Ginevra non scelsero di seguire alcun sacrificio.
Si amarono anch’essi in segreto, proprio come fecero Tristano e Isotta.
Chretien de Troyes ci narra molto bene il rapporto tra i due amanti e questa visione è stata poi racchiusa e celebrata dalle opere successiva, partendo dalle raccolte del XIV secolo note come “Lancillotto in prosa”, divenendo un emblema dell’Amor Cortese e di tutta la produzione romanza cavalleresca.
Nel celebre “Il Cavaliere della Carretta”, Chretien ci mostra chiaramente come Lancillotto sia indifferente a tutto tranne che alla sua regina Ginevra.
Egli parte per la leggendaria terra di Gorre solo per liberare Ginevra.
Eppure in quel paese ci sono tantissimi altri prigionieri, molti dei quali cittadini di Camelot.
E solo al coraggio di Lancillotto essi devono la libertà.
Eppure, il Primo Cavaliere appare del tutto indifferente a tutto questo.
Egli vive solo per Ginevra.
Salvando la regina è solo una conseguenza la liberazione di tutti gli altri.
E per lei abbandona e perde tutto: l’onore (salendo sulla Carretta dell’Infamia), la possibilità di trovare il Santo Graal, il suo ruolo nella Tavola Rotonda e l’amicizia del suo re.
Solo il vile tradimento di Mordred porterà a scoprire l’amore tra lui e Ginevra.
Non vi è dunque alcun sacrificio volontario da parte dei due amanti.
Si sono amati segretamente, come ricorda anche il celebre episodio del torneo e del messaggio della regina a Lancillotto (il celebre “al meglio e al peggio”), quando lei, assicuratasi della fedeltà del suo cavaliere, lascerà poi aperta la porta delle sue stanze la notte successiva.
Non vi è dunque sacrificio volontario.
E del resto non occorre questo per rendere più forte il loro straordinario amore.
Lancillotto è completamente devoto a Ginevra, quasi uno schiavo.
Ma in realtà non è schiavo di lei, ma di Amore.
E questo che lo rende il Primo fra tutti i cavalieri e l’Amante Perfetto per eccellenza.

Lancelot
28-10-2011, 19.03.03
Perfettamente concorde con voi, avrei difficoltà a negare una parola di ciò che avete scritto. Tuttavia potrete concordare con me che il sacrificio essi lo compiono, poiché, pur avendo la possibilità concreta di partire per una nuova vita insieme dopo che Lancillotto riesce a liberare la sua regina dalla condanna al rogo, scelgono l'una il convento, e l'altro l'ascetismo... Morendo, da vecchio, in odore di santità.
Questa scelta rappresenta indubbiamente una rinuncia rispetto alla scelta di Tristano e Isotta, che pur non passando attraverso un plateale smascheramento della loro relazione, continuano ad amarsi fino alla fine innaturale della loro storia.