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Visualizza versione completa : Racconti La leggenda del Ponte del Diavolo di Cividale del Friuli


Altea
11-06-2014, 18.18.09
Sul Ponte del Diavolo di Cividale del Friuli, in provincia di Udine, si tramanda una antica leggenda:
“I cividalesi erano disperati perché nessun architetto, per quanti sforzi facesse, era riuscito a congiungere le due opposte sponde del Natisone con un ponte che rendesse facile il passaggio: per una ragione o per l’altra tutti fallirono.

Un giorno il Borgomastro - si era in tempi assai lontani del medioevo - più che mai preoccupato per questa insolubile faccenda, non sapendo a che santo votarsi, esasperato, si lanciò scappare un: “. darei l’anima al diavolo pur di venire a capo dell’impresa.

”Non l’avesse mai detto! Aveva appena formulato la frase che, eccoti, il diavolo in persona fu davanti lui, con tanto di carte, penna e calamaio, pronto per la scrittura. “Egli, Diavolo Belzebù, principe dei Diavoli, s’impegnava di dare per fatto a perfetta regola d’arte il ponte per il giorno seguente, purché la prima anima che vi fosse passata fosse sua “.

Non c ‘era molto da scegliere, quindi il patto fu presto concluso, firmato e sigillato con tutte le regole, il Diavolo si fregò le mani e sprofondò nelle viscere della terra a dare ordini. Anche il Borgomastro si frego le mani ma con un sorrisetto fine fine.

Quella fu veramente una notte d’inferno! L’aria rintronò di urli, di sibili, di scossoni di tuoni, di schianti di risate agghiacciati di parolacce mai udite! Poi si udì un gran tonfo che fece tremare tutta la città: era stata la madre del Diavolo che aveva riversato nel bel mezzo del fiume il masso enorme che ancora si vede e che essa aveva trasportato nel grembiule, prendendolo chissà dove.

La gente tremante ed inorridita se ne stava ben chiusa nelle case pregando stretta attorno i focolari.
Però non tutti, qualcuno osava muoversi, sgusciava di porta in porta e sussurrava parole che, strano a dirsi, avevano la virtù di far apparire qualche sorriso.

Quando Dio volle spunto anche l’alba e suonò l’Ave Maria. D’incanto a quel suono tutti i rumori cessarono e ritornò la pace. Tutti i cittadini allora si affacciarono ai balconi e dalle terrazze prospicienti sul fiume e là, nel sole del mattino, videro davanti a loro, il più bello il più perfetto ponte che mai avessero potuto sognare.

Ma purtroppo vide anche un’altra cosa che li fece di nuovo rabbrividire: di la dal ponte stava una grande figura pelosa pelosa, nera nera, con degli occhi di fuoco e le corna in testa, che tendendo con la mano un gran sacco aperto, sventolava con l’altra il foglio con tanto di sigillo. Non v ‘era da sbagliarsi: era il Diavolo! anzi il RE dei Diavoli in persona che aspettava secondo il contratto la prima anima che passava per portarla all’inferno.

Ma ecco che le campane del Duomo cominciarono a suonare. Subito dopo si unirono a quelle le campane di S. Francesco, poi quelle di S. Martino, di S. Pietro, di S. Stefano,. di S. Domenico, di S. Maria in Valle e di tutte le altre chiese, grandi e piccine della città.

Dalle porte spalancate del Duomo erano intanto usciti tutti i Canonici, i Missionari, i chierici preceduti dall’Esorcista maggiore con l’aspersorio e l’acqua benedetta e tutti in cappa magna. E dietro a loro i preti di tutte le chiese, i frati e le monache di tutti i conventi e tutto il popolo salmodiante, una processione da non finire.

Il Diavolo davanti a tutto quel po’ po’ di roba per lui sgradita, chiaramente stava male, ma, ma forte del contratto che sempre più forte sventolava in mano, benché gli tremassero le ginocchia, era ben deciso di non muoversi di li senza la sua preda, per darsi coraggio e fare ancora un po’ di paura, digrignava i denti, strambuzzava gli occhi ed emetteva rutti di un fetore insopportabile.

La folla intanto era arrivata all’inizio del ponte e li si era fermata come aspettando. Ad un tratto, mentre da pertutto si alzavano alte grida di incitamento e di aizzo, essa si aperse come spaccata in due e per lo stretto sentiero formatisi si vide rotolare, macché precipitare sfrecciando un qualche cosa di ispido, di irsuto e di feroce che non trovando altro scampo imbocca il ponte per finire in men che non si dica nel sacco del diavolo, che troppo tardi si avvide della beffa che gli avevano giocato trovandovi l’anima di un gatto al posto di quella di un cristiano come egli si aspettava.

Allora urlando di rabbia egli volle distruggere il ponte, ma questo nel frattempo era stato benedetto con l’acqua santa e per il Diavolo non ci fu più nulla da fare. il suo scorno fu tanto grande che quatto quatto non gli restò che andare a buttarsi nell’inferno da un luogo lontano ed ignorato: di lassù, dietro Castelmonte dove oggi si vede una voragine che è detta ancora “Buco del Diavolo”.

(La leggenda di cui sopra è un’interpretazione libera delle molte varianti conosciute, e non pretende di essere la migliore. Dalla Guida Storico-Artistica di Cividale di Giuseppe Marioni e Carlo Mutinelli).

tratto dal sito "Viaggio in Friuli Venezia Giulia".

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Guisgard
11-06-2014, 18.33.55
In verità non conoscevo questa leggenda, anche se nel Medioevo erano abbastanza diffuse storie in cui il diavolo aiutava la gente a costruire chiese, ponti ed altre strutture, per poi essere bellamente raggirato dall'astuzia e dal buon senso popolare.
Cividale è un luogo che amo molto e mi intriga leggere ora di questa tradizione riguardo quel ponte.
Anzi, a Dio piacendo, spero presto di vederlo e visitarlo da vicino quel ponte.
Grazie di averci narrato questa leggenda, lady Altea :smile:

Altea
11-06-2014, 18.37.43
Grazie a voi sir Guisgard per esservi soffermato a leggerla, vi auguro di poter visitarlo allora... a me inquieta sempre quando lo vedo...questa leggenda si perde devo dire nella notte dei tempi qui dalle mie parti.

Taliesin
12-06-2014, 08.44.50
Questo Paese di Maraviglia calpestato da ignobili parassiti del Presente, non potrà mai sfiorire nel suo rimeravigliarsi e rimeravigliare e voi Lady Altea, che siete una meraviglia nelle meraviglie, con la vostra preziosa pagina di storia, leggenda e poesia avete tracciato un altro profumo da sorseggiare come un buon bicchiere di idromele...Grazie.

Taliesin, il bardo

elisabeth
12-06-2014, 08.50.58
Lady Altea.....che magnifico regalo.....ci andai con i miei genitori da ragazzina,conoscevo questa leggenda.....e ul posto è da favola....

Altea
12-06-2014, 18.17.26
sir Taliesin..è un onore per me avervi ospitato in un maniera un pò bizzarra in un piccolo ma stupendo angolo della mia Terra.

Lady Elisabeth..che sorpresa, sembra un caso del destino...e vi è sempre qualcosa che ci lega :smile:

Clio
12-06-2014, 20.10.11
Che bella storia ci avete narrato, milady.. Amo vedere come dietro ogni paese ci sia qualcosa di magico, una storia da raccontare.. stupendo..

Mi ricordate, però, che non sono mai stata a Cividale...:neutral_doh: quando tornerò a trovare le mie montagne, dovrò ricordarmi di fare una gita... :smile_lol:

Altea
12-06-2014, 21.51.23
Lady Clio..penso proprio non vi pentirete...;)

Tessa
13-06-2014, 12.11.14
Interessante ed affascinante al contempo!
Io conosco anche altro ponte del Diavolo, situato, se non sbaglio, nella provincia di Lucca e che ha una storia molto simile a questa.
Presumo che a quei tempi, fosse nella norma attribuire al Diavolo, il merito di imprese ritenute impossibili!
Se volete, più tardi cerco informazioni e apro un post sul ponte "gemello"!

Altea
13-06-2014, 14.09.45
Milady Tessa è sempre un piacere conoscere nuove leggende e sono curiosa di leggere la vostra di storia.