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Visualizza versione completa : Chimodeo e lo Scrigno di Amore


Guisgard
05-06-2013, 04.49.28
Si narra che un giorno, ammalatasi la Granduchessa, l'Arciduca vegliò accanto al suo letto per tutta la notte, raccontando all'amata un'antica storia.
La stessa che qualche cantore stanotte reciterà per le strade di Camelot addormentata...


Un giorno il Signore Iddio, per rendere degno Amore del suo arduo compito, ossia far felici gli uomini, impose su di lui una schiavitù di tre anni da passare al servizio di un essere umano.
Il prescelto fu un certo Chimodeo, un contadino di Afrania.
Era questa una terra vasta e fertile, separata dalla sua millenaria rivale, Golea, dalla distanza di un giorno.
Così, quando ad Afrania era giorno, a Golea era in corso la notte.
Chimodeo era un uomo mite e generoso e trattò Amore non come uno schiavo, ma come un fratello.
Così la cattività di Amore fu in realtà un sereno e piacevole soggiorno a casa del buon ospite.
Alla fine dei tre anni, Amore, prima di lasciare la casa di Chimodeo, lo ringraziò, promettendogli un grande dono.
“Esistono due tipi di amore...” disse all'amico “... quello che scelgono gli uomini e quello che sceglie messer Amore.”
“E in cosa differiscono?” Chiese Chimodeo.
“Il primo” rispose Amore “col tempo muta in affetto, compromessi, comprensione e rispetto reciproco. E' il sentimento che unisce la maggior parte delle coppie. Il secondo invece è quello vero, quello fatto di passione e slancio. Non muta, non si appaga e non sbiadisce. E ogni giorno è come il primo giorno. E' l'Amore Eterno, destinato ad esistere anche nell'Aldilà. Ed io questo ti donerò, amico mio.” E andò via.
Chimodeo non comprese quelle parole, poiché Amore non aveva mai svelato in quei tre anni la sua identità.
Passarono alcuni mesi e Chimodeo raggiunse uno dei mercati di Golea per vendere i suoi prodotti.
Qui, mentre era in strada, vide passare una carrozza, davanti alla quale tutti si prostravano.
Si avvicinò ed intravide un volto dentro quel veicolo.
Era una bellissima ragazza, dai capelli biondi, la pelle di alabastro e gli occhi di una colomba.
Chimodeo nel vederla si infiammò d'amore per lei.
Si trattava della principessa.
Tornato a casa, alcune settimane dopo, dei mercanti gli parlarono di come il re di Golea aveva disposto una prova per dare in sposa sua figlia.
La prova consisteva nel riconoscere il prediletto di Amore.
Chimodeo, rassegnato, andò a dormire.
Egli sapeva che mai avrebbe sposato la principessa.
Ma quella notte sognò Amore.
Egli gli ordinava di lasciare ogni cosa e andare a Golea per chiedere la mano della principessa.
Chimodeo tentò di distogliere Amore da quel proposito, dicendo si essere umile e non di sangue nobile, ma lui fu irremovibile.
L'indomani, destatosi da quel sogno, Chimodeo riprese a lavorare la terra come sempre faceva.
Ma poi, vinto dalle sensazioni del sogno, pur senza comprenderne le ragioni, decise di partire per Golea.
Qui vi era un gran festa al palazzo reale, con centinaia di pretendenti giunti per la mano della principessa.
Ma c'era la prova da superare.
Essa consisteva nel portare uno scrigno al re, riempendolo con quanto di più prezioso ogni pretendente possedesse.
Chimodeo, allora, esortato dal sogno, prese uno scrigno di legno e si presentò davanti al re.
“Cosa contiene il tuo scrigno?” Chiese il sovrano.
“Il mio bene più prezioso.” Rispose Chimodeo. “Il mio cuore, che è capace di qualsiasi cosa.”
Tutti risero.
“Allora” sbottò il re “con quel tuo cuore, se è così straordinario, conquista per me tutti i tesori del mondo.”
E Chimodeo, deriso ed insultato, uscì dal palazzo.
Per la vergogna, allora, prese il suo cavallo e galoppò via, col solo desiderio di tornare a casa sua.
Ma un temporale lo fece deviare lungo la strada e giunse ad un castello.
Seppe allora dal castellano che Afrania aveva mosso guerra contro Golea e in breve le sue armate avrebbero annientato il regno rivale, ormai senza risorse.
Pochi giorni dopo si diffuse la notizia che il re di Afrania aveva catturato la principessa di Golea, chiedendo un riscatto per liberarla.
Chimodeo allora ritornò al palazzo di Golea.
Qui vide il re e tutti i suoi funzionari portare oro e argento ai piedi del sovrano di Afrania.
Ma più oro e argento portavano, più il re ne voleva.
Ad un tratto un giovane si presentò nella sala.
“Chi sei, valletto?” Chiese il re di Afrania.
“Sono il servo di un re molto più grande di te.” Rispose il valletto. “Ed è qui per riscattare la principessa e questa terra.”
“E cosa offre il tuo re?”
“Cosa chiede Amore agli uomini?” Domandò il valletto al re.
Questi allora fece avanzare i suoi indovini e filosofi.
Ed ognuno di essi propose una risposta.
“Chiede i metalli nobili.”
“Chiede le gemme più preziose.”
“Chiede tutti i regni più ricchi.”
“Chiede i regni più potenti.”
Ma nessuna risposta soddisfò il valletto.
Questi allora si accorse di Chimodeo.
“Cosa contiene il tuo scrigno.” Chiese.
“Il mio cuore.” Rispose Chimodeo. “E' tutto ciò che ho.”
“E non possiedi altro?”
“No.”
“Amore chiede troppe cose!” Esclamò il re di Afrania. “Nessuno può soddisfare ciò che egli chiede!”
“Doneresti il tuo cuore per salvare la principessa?” Domandò il valletto a Chimodeo.
“Si...” annuì questi, per poi dare lo scrigno al valletto.
“Ecco...” disse il valletto ai due re “... Amore non chiede cose difficili, cose preziose o troppe cose... no, amore chiede tutto ciò che si possiede...” aprì lo scrigno ed una luce invase la sala.
Quel valletto allora mutò aspetto, divenendo un bellissimo giovane.
Lo stesso che Chimodeo aveva trattato come amico per tre anni.
E lo riconobbe.
Era Amore.
Il re di Afrania, allora, davanti a quello spettacolo, liberò la principessa e ritirò le sue armate da Golea.
Il re di Golea così, grato, acconsentì alle nozze di sua figlia con Chimodeo.
Questi divenne principe di Golea e un anno dopo conquistò Afrania, unificando per sempre i due regni.
Il cuore di Chimodeo, come promesso da Amore, aveva conquistato il cuore della principessa.
Ma non solo.
Aveva unificato i due regni e vinto la distanza e il Tempo che li separava.
Perchè Amore vince su tutte le cose.
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Clio
05-06-2013, 11.35.34
Oh, che meraviglia.. ma questa storia è davvero suggestiva, Milord.. :smile:
L'Arciduca doveva amare molto la Granduchessa, non c'è che dire.

L'amore scelto dagli uomini e quello scelto da Amore, il dono totale di tutto ciò che si possiede, Amore che vince su tutte le cose.
Eh si... decisamente un ottimo modo per cominciare la giornata...

I miei ringraziamenti però vanno, in gran parte, a quel cantore che questa notte l'ha recitata per le vie di Camelot, con tanta maestria e bravura.
Riuscendo con le sue abili parole ad evocare quei due reami lontani e, soprattutto, la dolcezza e la forza di quell'Amore.:smile:

Altea
05-06-2013, 16.17.07
Sicuramente la Granduchessa si sarà presto rimessa con le cure e questo racconto, dove il Granduca le narra come il suo Amore è eterno come quello di Chimodeo e la principessa perchè inciso nel suo cuore...prezioso ad Amore.

elisabeth
05-06-2013, 20.33.46
Stupenda storia......ma da voi Sir Guisgard.....non si poteva spettare diversamente........

Io credo che Amore sia una potenza così forte...che Amore scelga Amore.....l'uomo ?.....se comprende sa accettare ;)

Talia
07-06-2013, 10.27.04
Io l'ho sempre detto che le Granduchesse sono donne fortunate... molto fortunate... :smile_wub:
Sir Guisgard... questa è probabilmente una delle storie più belle che mai siano state raccontate, così delicata, lieve... capace di scacciare i mali della mente e quelli del corpo... e così, mio signore... vogliate ringraziare quel cantore a mio nome, se vi capiterà di vederlo ancora, vi prego!