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Visualizza versione completa : Arte Wagner e I Romanzi Cortesi


Chantal
25-08-2011, 14.50.51
Questa discussione nasce su suggerimento del cavaliere Hastatus77 al quale vanno i miei ringraziamenti.

Wagner,Wilhelm Richard

Compositore tedesco che musicò due delle opere più raffinate della letteratura cortese,il "Tristano e Isotta" ed il "Parsifal".
Opere controverse e finalizzate alla rappresentazione di due distinti momenti della vita di Wagner ,ma anche due concetti idealistici quali l'amore e la religione che ben hanno trovato slancio nella letteratura cortese dei romanzi di cui sopra.
Il "Tristano e Isotta"(Tristan und Isolde) fu intrapeso in un periodo di vita in cui Wagner attraversava vicissitudini sentimentali ma anche economiche controverse.L'opera,infatti,insorse nella mente dell'autore come tributo alla celebrazione dell'amore vero,scopo ultimo e meta di felicità degli uomini.l'Amore agognato come un sogno che a lui,in quel momento veniva negato,poichè attraversava il trambusto di una realazione sentimentale con una donna,Mathilde,moglie di un suo ospite durante un soggiorno zurighese presso Wesendock.Questo amore extraconiugale fu causa delle separazione del compositore da sua moglie.Da quì l'inizio di una spregiudicata ricerca di risorse finanziarie a sovvenzionare le sue opere,nonchè il desiderio dell'inscenare e musicare il Sogno d'Amore che unico dona felicità agli uomini.Un sogno ideale,un Amore sconfinato che trionfi su ogni congiura del Fato,L'appertenersi accecante di due anime che si posseggono e che ben trovavano i loro modelli ideali nelle figure di Tristano e Isotta,secondo Wagner.
Il "Parsifal" segue il "Tristan und Isolde" e incentra il pensiero del compositore sulla peculiarità della consacrazione spirituale della religione mettendo in luce quel rito eucaristico nel quale si conclude il percorso religioso secondo aspetti preponderanti all'affermazione di una cultura germanica superiore tanto cara al compositore stesso.
Per comprendere questo concetto nelle sue più sublimi sfaccettature occorrerebbe apprendere di quel saggio"Religione e Arte"in cui Wagner espone il suo pensiero secondo cui la religione appartenga all'arte,nel senso che debba essere prerogativa dell'arte quella di salvare la religione.
L'aura che avvolge il "Parsifal"di Wagner è,appunto,pregna di sacralità soprattutto nelle scene del Graal presentate nel I e III atto,non manca,però,nella completezza dell'opera quell'aspetto di ambiguità e paradosso di cui spesso la religione si accompagna nella poetica moderna.
Wagner fu molto categorico,non si conosce per quali motivi,su una sua esplicita volontà che il "Parsifal"fosse unicamente rappresentato a Bayreuth dove per la prima volta andò in scena.
Uno dei commenti più esplicativi sul reale senso di comprensione del "Parsifal" viene,a mio avviso,da "Oltrecultura",periodico di informazione,spettacolo e cultura che asserisce,in merito all'opera del Wagner:"Fin dal Preludio la triade di virtù teologali Amore-Fede-Speranzaviene esposta e trasfigura nella morale umana che, contraendo debito da Schopenhauer,Wagner fa discendere dalla compassione, che, in Parsifal assume una potenza capace di superare le pulsioni sessuali e, si badi bene, scardinare persino la trappola edipica tesa all'eroe puro-folle da Kundry.Il concetto di compassione in Wagnerfu motivo di aspro scontro con Nietzsche; il musicista tuttavia, propone una pietas dolorosa, non una luminosa e gratificante carità cristiana, quanto un senso di colpa che conduce alla consapevolezza; l'uccisone di un cigno scava nell'animo del ragazzo e rappresenta un'iniziazione. "Durch Mitleid wissend" (consapevole attraverso la compassione), ecco la sostanza programmatica della "redenzione del redentore".
Il "Parsifal" fu opera alquanto discussa,non tutte le critiche l'accolsero favorevolmente,ma di sicuro ha lasciato un segno nel panorama della musica classica,tanto che Claude Debussy si espresse così:"Parsifal è uno dei più bei monumenti sonori che mai siano stati innalzati alla gloria imperturbabile della musica".

Per comprendere profondamente quale fosse l'idea di "opera" di Wagner,mi piace sempre ricordare che egli stesso amava affermare di essere prodigo di illuminazioni mirabili che presentava un'unica volta quasi sfiorandole di sfuggita,tanto che talvolta,disperò di poter realizzare le sue visioni sonore con i mezzi a sua disposizione,poichè tanto era fervida la sua genialità che egli non trovava riscontro in alcun mezzo terreno per realizzare quanto il suo pensiero fosse capace di concepire(e "Il Crepuscolo degli Dei"fu la perfetta espressione di quanto sopra affermato).

Tristano e Isotta

Dramma musicale in tre atti,su libretto dello stesso Wagner.
Si narra che,durante la partitura e la scrittura dell'opera,Mathilde,amica amata ed amante di Wagner,fosse la sua interlocutrice privilegiata.

L'ispirazione è tratta dal poema "Tristano"di Goffredo di Strasburgo.
Differente fonte di ispirazione tra l'opera letteraria e quella musicale fu la fatalità del filtro,poichè nell'opera musicata stessa,esso non funge da mezzo di innamoramento,quanto da rivelatore confessionale di una verità preesistente,cioè amore reciproco e taciuto tra i due amanti.
In realtà il filtro magico serve alla rappresentazione teatrale per poter palesare sulla scena l'eruzione di sentimenti delicati ed inesplorabili che trovano albergo nelle profondità dell'essere umano,quasi come rilegati nell'inconscio.
L'opera di Wagner ha esordio con una scena drammatica e centrale narrata da Isotta,la quale nutre in seno due forti sentimenti contrastanti,il desiderio di vendetta sulla morte di Marold da parte di Tristano e l'amore che le si sta insinuando in petto con sempre maggior preponderanza verso il suo uccisore.


Il Preludio.
Il raffinato musicologo Sergio Sablich commenta l'opera annunciando che il preludio concentra in una lenta elaborazione sinfonica uno stato d'animo unico,ancorchè dissociato(..)
Wagner scriveva che quella di Tristano e Isotta è la storia di "un desiderio eterno, struggente, della beatitudine e della miseria dell'amore; mondo, potere, gloria, onore, cavalleria, lealtà, amicizia: tutto gettato via come un sogno senza sostanza; una cosa sola lasciata in vita: il desiderio, desiderio insaziabile, uno struggimento, una brama, un languore eternamente rinnovato; una sola via di redenzione: morte, fine di tutto, un sonno senza risveglio". Questo stato d'animo costituisce il contenuto poetico e musicale del Preludio.
Questo stato d'animo costituisce il contenuto poetico e musicale del Preludio, che circoscrive in una lunga catena di stadi successivi quell'insaziabile passione che si dilata - è ancora Wagner a parlare - "dalla prima timida confessione [motivi del Dolore e del Desiderio] al più dolce prolungamento [motivi dell'Angoscia di Tristano e dello Sguardo], per ansiosi sospiri, speranze e timori, lamenti e desideri, gioia e tormento, alla più possente delle sollecitazioni, allo sforzo più poderoso nella ricerca della breccia per la quale si aprisse al cuore ardente all'estremo la via che mena all'oceano dell'infinita gioia d'amore. Invano! Il cuore ricade esausto, per struggersi d'una brama che mai sarà esaudita, poiché ogni appagamento reca nella sua scia solo un rinnovato desiderio, finché nell'estrema prostrazione l'occhio languente ha la fuggevole visione del conseguimento della gioia sublime: la gioia della morte, del non più essere, della redenzione finale in quel regno meraviglioso dal quale tanto più siamo allontanati, quanto più tentiamo di penetrarvi con forza".

Ed eccolo ,il preludio.
http://www.youtube.com/watch?v=3kK1fNen230

Atto I
(Ambientato sulla nave di Tristano)

Isotta,la principessa Irlandese che Tristano sta conducendo presso suo zio Re Marke in Cornovaglia,è nella sua tenda quando le viene annunciato dall'ancella Brangania che verso sera approderanno sulle coste della Cornovaglia.Isotta è agitata e chiede che vanga condotto da lei Tristano,ma questi rifiuta poichè non può,in alcun modo,abbandonare il timore.Il suo scudiero,Kurwenald,avendo assistito,schernisce Isotta intonando una canzone che ricorda come Marold,fidanzato di Isotta,fosse stato ucciso da Tristano.Isotta rimane turbata da quanto udito dall'improvvisato cantore e narra ogni suo turbamento alla sua ancella,Brangania,rivelandole che ella stessa aveva curato le ferite dell'uccisore,Tristano,tratta da lui in inganno poichè s'era a lei mostrato quale cavaliere ferito di nome Tancris.
Brangania cerca di apportarle conforto ricordandole dei filtri magici in suo possesso.
Isotta la esorta a preparare un filtro di morte per Tristano,ma l'ancella ha compassione della principessa e di Tristano,decidedo di preparare un filtro d'amore,invece.
Approdati sulla costa,Isotta convoca nuovamente Tristano il quale comprende il suo desiderio di vendetta e le offre la sua spada perchè ella possa farsi giustizia uccedindolo,ma Isotta rifiuta e gli offre in cambio la coppa.Credendo trattarsi del filtro di morte da lei richiesto,anch'ella beve dalla coppa.In preda all'effeto del filtro,i due rimangono a contemplarsi fino all'ardente desiderio di stringersi in un abbraccio,col quale si ultima questo primo Atto.

Di questo I Atto,ecco il momento dello scherno e l'angoscia in preda alla quale si ritrova Isotta.

VOCE DELLO SCUDIERO
(Isotta non lo vede,può udirne solo la voce che proviene dall'altro)
A Ovest
vaga lo sguardo;
a Est
corre la nave.
Fresco soffia il vento
verso la patria:
bimba mia d'Irlanda,
dove dimori?
Sono i soffi dei tuoi sospiri
che gonfian le mie vele?
Soffia,soffia,o vento!
Ahi!Ahimè bimba mia!
Ragazza d'Irlanda,
selvaggia,amorosa ragazza!

ISOTTA
(Trasalendo all'improvviso)
Chi osa schernirmi?
(Si guarda intorno turbata)
Brangania,tu?
Di',dove siamo?

BRANGANIA
(Risponde)
Fasce d'azzurro
si levano ad Est;
dolce e veloce
velaggia la nave:
su calmo mare avanti sera
tocchiamo terra.

ISOTTA
Quale terra?

BRANGANIA
La verde spiaggia di Cornovaglia.

ISOTTA
Mai,Mai!
Nè oggi,nè domani!

BRANGANIA
(Lascia cadere la tende e s'affretta verso la sua signora)
Che sento!Signora!Ah!

ISOTTA
(Tra sè)
Razza bastarda!
Indegna degli avi!
Dove,madre,
smarristi il potere
di comandare mare e tempesta?
Oh!Domata arte
di maga,
che distilla solo balsamici filtri!
Ridestati in me
audace potenza;
esci dal petto
dove ti celasti!
Udite il mio volere
venti sgomenti!
Infuri il turbine,
si scateni la tempesta!
Destate dal sonno
questo sognante mare,
svegliate dall'abisso
la sua crucciosa avidità!
Mostrategli la preda
Che gli offro!
Infranga questa superba nave
e ne ighiotta la sfracellata carcassa!
E quanto vive sulla nave,
quanto vi respira,
a voi,venti,lascio in compenso!

Atto II
(Fuori al Palazzo di Re Marke)
Giardino davanti alla stanza d'Isotta alla quale conducono lateralmente alcuni gradini.Chiara,deliziosa notte estiva..

Nella notte d'estate Brangania si trova con Isotta e regge una torcia accesa.Lo spegnimento della fiamma sarà il segnale che Tristano coglie per giungere.In lontananza si odono i corni della partita i caccia di Re Marke.Isotta è impaziente e nonostante l'ancella le dice di nutrire timore per un agguato da parte di Melot che odia Tristano,ella spegne la torcia.Tristano giunge a cingere nelle sue braccia Isotta,è un momento di dolcezza,di abbandono,i due amanti dimentichi del tempo,vengono bruscamente interrotti da Brangania poichè l'alba è sopraggiunta,ma questi la ignorano fino a quando non sono nuovamente interrotti da un urlo dell'ancella;è sopraggiunto Kurwenald che grida a Tristano che stanno per giungere i cacciatori.Ma Tristano desidera,piuttosto l'esilio,esorta Isotta a seguirlo ma nel mentre Melot lo ferisce con la spada.

Ho scelto il momento in cui i due amanti si abbandonano in seno alla notte.

TRISTANO
(Stringe a sè Isotta)
Così morimmo,
perchè,inseparati,
in eterno uniti
senza fine,
senza risveglio,senza sospetto,
senza nome,
in preda all'amore,
consacrati a noi stessi,
vivessimo solo d'amore!

ISOTTA
(Levando gli occhi su di lui come in estasi,pensosa)
Così morremo,
perchè inseparati.

TRISTANO
In eterno uniti
senza fine.

ISOTTA
Senza risveglio

TRISTANO
Senza sospetto.

ENTRAMBI
Senza nome,
in preda all'amore,
consacrati a noi stessi,
vivessimo solo d'amore!

Isotta,come soggiogata,avvicina la testa al petto di Tristano.

VOCE DI BRANGANIA
Attenti!
Attenti!
Già s'approssima al giorno la notte.

TRISTANO
(sorridendo,chino su Isotta)
Devo porgere ascolto?

ISOTTA
(Adorante,osservando Tristano)
Lasciami morire!

TRISTANO
Devo vegliare?

ISOTTA
Mai destarsi!

TRISTANO
Deve il giorno
destare ancora Tristano?

ISOTTA
Lascia che il giorno
ceda alla morte!

TRISTANO
La minaccia del giorno
dunque,così sfideremmo?

ISOTTA
(entusiasta)
Al suo inganno per sfuggire in eterno!

TRISTANO
Il suo splendore crepuscolare
non ci allontanerebbe mai?

ISOTTA
(Sollevandosi)
In eterno duri per noi la notte!

(Tristano la segue,s'abbracciano con passione,esultazione).

ENTRAMBI
Oh,eterna notte,
dolce notte!
Eletta,sublime
notte d'amore!
Chi tu hai stretto,
a chi hai sorriso,
come senza timore
sarebbe mai da te destato?
Ora bandisci il timore,
o nobile morte,
con ardore bramata
morte d'amore!
Nelle tue braccia,
a te consacrati,
calore sacro e antico,
liberi dall'affanno del ridestarsi.

TRISTANO
Come comprenderla,
come lasciarla,
questa voluttà?

ENTRAMBI
lontana dal sole
lontana dal dolore
quotidiano della separazione!


Atto III
Tristano,ferito,viene trasportato da Kurwenald nel suo castello,in Bretagna.Mentre Tristano giace nel suo letto,ode un pastore suonare una nenia che annuncia la venuta di Isotta,Tristano si precipita per andarle incontro,ma nel delirio cade morto.Isotta,vedendolo,sviene al suo fianco.
Nel frattempo sbarcano anche Re Marke e i suoi per combattere contro i Britanni.Melot(nemico di Tristano) viene ucciso da Kurwenald,ma anche questi muore a seguito delle ferite riportate.Re Marke,turbato,apprende della storia del filtro preparato da Brangania e,commosso,narra ai suoi uomini d'essere giunto per perdonareTristano e permettrgli di riallacciarsi a Isotta.
Ma Isotta non crede a nulla e cade morta su Tristano.

Queste le ultime parole di Isotta riversa sul corpo di Tristano morto.

ISOTTA
Dolce e lieve
come sorride,
cime l'occhio
incantevole egli apre
vedete,amici?
Forse non lo vedete?
Sempre più luminoso
come risplende,
raggiante quasi stella
in alto si leva?
Non lo vedete?
Come il suo cuore ardito si gonfia,
colmo e sublime
nel petto gli zampilla?
Come dalle sue labbra
tenere e soavi
un dolce respiro
molle s'effonde.
Amici,vedete!
Non lo sentite?
Non lo vedete?
O forse io sola odo
questa melodia,
che sì mirabile,
sì soave,
dolente per voluttà,
tutto esprimendo,
soavemente conciliante
da lui riverberando,
penetra in me,
in alto si lancia,
dolcemente echeggiando
risuona a me d'intorno?
Più chiare risuonando,
fluttuandomi appresso,
son forse onde
di teneri zefiri?
son forse onde
di voluttuosi vapori?
Mentre si gonfiano,
mi sussurrano intorno,
devo respirarle?
Devo aspirarle?
In esse svanire?
Dolcemente
nei vapori esalare?
Nel flusso ondeggiante,
nell'armonia risonante,
nello spirante universo
del respiro del mondo
annegare,
inabissarmi,
senza coscienza
suprema voluttà!

Isotta,come trasfiguarata,s'accascia dolcemente nelle braccia di Brangania sul cadavere di Tristano.
Marke benedice gli amanti.
Cala il sipario.

Ed ecco il finale.
http://www.youtube.com/watch?v=NLAbS3meaLE

I brani riportati sono tratti dal libretto "fondazione teatro La Fenice"di Venezia per le rappresentazioni teatrali al Malibran.


Parsifal
Dramma sacro in tre atti.
Espressione in forma artistica della religione.
Nel commento di Michele Girardi che accompagna il libretto e la guida all'opera redatta da "la Fenice prima dell'Opera 2004-2005",si legge che il Parsifal è un'opera "cattiva",intesa nell'interpretazione del pensiero niezscheriano che definisce il Parsifal un'"opera della malvagità,della brama di vendetta,del segreto veneficio contro i supposti della vita,un'opera cattiva".
Anche dal Marinetti viene una critica negativa all'opera affiancando un inusuale binomio Tango-Parsifal.Egli,infatti asserisce:"come il tango argentino "minaccia di imputridire tutte le razze,generalizzandole",tale ribadisce che"Parsifal è peggio,poichè inocula(...)una incurabile nevrastenia musicale".
Da contro,c'è chi sostine che"Legato estremo dell'arte magica del suo creatore,il Parsifal è il dono di Wagner a tutta l'arte moderna,un dono che germoglia nei giardini fin-de-siècle e che vive,perciò,di profonde quanto insolubili contraddizioni";Michele Girardi,per l'appunto.

Atto I
(si svolge presso il lago sacro del dominio del Graal)
La bella Kundry giunge al lago dove Gurnemanz è in attesa dell'arrivo di Amfortas insieme ai suoi scudieri.
Kundry porta un balsamo per lenire le ferite di Afmortas il quale,pur ringraziandola,desidera morire per dar sollievo ai suoi patimenti.
Gurnemanz,durante l'attesa,narra del cavaliere klingsor e di come Amfortas fosse stato da questi privato della lancia di Longino,l'arma che trapassò il costato di Cristo.Ma Amfortas poteva riscattarsi di tale disavventura grazie a un "puro folle" divenuto"per pietà saggio".Ultimato il racconto da parte di Gurnemanz,uno dei cigni sacri dell'ordine del Graal viene colpito da una freccia.Compare a questo punto un giovane che ne nutre pietà.Questi,interrogato da Gurnemanz,non sa narrare nulla di sè,ma Kundry lo riconosce e lo identifica come Parsifal,annunciandogli una triste verità sulla sua famiglia.Parsifal rimane scosso dal racconto di Kundry e perde i sensi.Viene,in seguito,condotto da Gurnemanz al castello del Graal,come quel "puro folle" di cui narrava.Nel tempio il vecchio Re Titurel,insieme ad altri cavalieri,convince Amfortas a rinnovare il sacro rito scoprendo il Graal,il calice si illumina di luce viva dinnanzi a Parsifal presente,il quale non comprende appieno il miracolo,e Gurnemanz decide di scacciarlo,ma una voce ripete la profezia del "puro folle".

Ho estratto la scena in cui viene coilpito il cigno.

GURNEMANZ
Opera inaudita!
Hai potuto uccidere quì nella foresta sacra,
la cui silente pace t'avvolgeva?
Non ti s'accostarono nel bosco mansuete bestie,
salutandoti insieme pie ed amiche?
Che mai ti cantava dai rami gli uccelletti?
Che mai t'ha fatto quel cigno fedele?
In volo s'era alzato la femminella sua a cercar,
per volare con lei sul lago in cerchio,
Ch'egli,così stupendo,al bagno consacrava.
E meraviglia non n'avesti?Solo t'attrasse
a tiro d'arco selvaggio e puerile?
Era a noi caro.A te,ora,a che serve?
Ma guarda,dunque!Quì l'hai colpito;
ancora il sangue si raggruma,pendono fiacche le ali,
le candide piume macchiate di scuro,
l'occhio spento,ne cogli lo sguardo?

(Parsifal ha ascoltato con commozione,spezza l'arco e getta vie le frecce)

Ti rendi conto del tuo misfatto?

(Parsifal si porta le mani sugli occhi)

Dommi,ragazzo,riconosci la tua gran colpa?
Come l'hai potuta commettere?

PARSIFAL
Non lo sapevo.


Ma anche la scena in cui si ode la voce di Titurel dietro il giaciglio di Amfirtas è di straordinaria bellezza.

TITUREL
Figlio mio,Amfortas,sei tu pronto al rito?
Potrò io oggi vedere ancora il Graal e vivere?
Debbo morire senza la guida del Salvatore?

AMFORTAS
Ahimè!Ahimè!Quale tortura!
Padre mio,oh!Una buona volta adempi tu al rito!
Vivi,vivi,e lasciami morire!

TITUREL
Nella tomba io vivo per benignità del Signore,
ma troppo,per servirlo,io sono debole.
Tu espia nell'ufficio la tua colpa!
Scoprite il Graal!

AMFORTAS
No,lasciatelo velato!Oh!
Come nessuno,nessuno misura lo strazio,
che la vista mi desta per voi estasiante!
Che cos'è la ferita,del dolor suo il furore,
contro il tormento,la pena dell'inferno,
d'essere a questo rito condannato!
Doloroso retaggio cui io sono votato,
io,peccatore unico fra tutti:
dover ministrar l'augusto santuario,
ed invocar sui puri la sua benedizione!
Oh,punizione!Punizione senza eguali,
ahimè,del regno della Grazia offeso!
Verso di quello,verso il sacro saluto,
io debbo struggermi aspirando;
da pena salutifera del mio animo profondo
a Lui debbo arrivare.
L'ora s'appressa:
un raggio luminoso scende sulla sacra coppa:
il velo cade.
(con lo sguardo fisso innanzi a sè)
Del sacro vaso il divino contenuto
s'infoca forte,fulgendo;
trafitto dallo spasimo di una suprema gioia,
la fonte di quel sangue sacrosanto,
io già la sento nel mio cuore fluire.
L'onda del mio proprio sangue peccatore
in fuga folle,deve allora in me stesso refluire,
nel mondo delle peccaminose mie brame
con terrore selvaggio traboccare.
Ed ecco nuovamente la porta forzare,
onde a torrenti ora 'effonde,
quì,attraverso questa ferita,simile alla Sua,
inferta dal colpo della medesima lancia,
che in croce aperse ferita al Redentore.
Attraverso di quella,con lagrime di sangue,
pianse il Divino per l'onta dell'umano,
in santo sospirar di compassione.
E da quella ora a me,in luogo santo tra i santi,
a me,ministro dei beni più divini,
di redentore balsamo custode,
sgorga il cocente sangue peccatore,
da quella fonte di brame sempre rinnovato,
che penitenza alcuna ha!mai non fermerà!
Pietà!Pietà!
D'ogni pietà,Signore!Ah!Pietà!
Il mio retaggio prendimi,
chiudi la mia ferita,
santo possa io morire,
puro risani in te!

FANCIULLI E ADOLESCENTI
"Per compassione sapiente,
il puro folle:
costante attendilo,
cui io ho detto"

CAVALIERI
Così ti fu promesso:
sicuro attendi:
adempi oggi al rito"

VOCE DI TITUREL
Scoprite il Graal!


Atto II
Klingsor persuade Kundry a sedurre Parsifal,poichè ella è strumento nelle sue mani per ammaliare i cavalieri del Graal al fine di renderli impuri.
Kundry ha un duplice volto,da un lato questo desiderio di seguire i dettami di Klingsor,dall'altro un incoercibile bisogno di redimersi per riscattarsi delle sue colpe,essendo ella la donna che sul Golgota aveva deriso il Cristo.
Ella agisce conducendo Parsifal in un giardino incantato,gli narra di sua madre Herzeleide causandogli dolore e promettendogli di risollevarlo da quel dolore con l'amore.
Ma Parsifal non cede nel ricordo del Graal.Allora Kundry lo supplica narrandogli del suo essere dannata e di come potebbe salvarsi se Parsifal acconsentisse a giacere con lei.
Parsifal ancora una volta non si smuove dalla suo essere integro,Kundry,allora,è costretta a invocare aiuto,giunge il mago Klingsor con in mano la lancia di Longino,ma nel momento in cui la scaglia contro il giovane Parsifal,l'arma miracolosamente rimane sospesa sul capo del giovane che l'afferra tracciando con essa il segno della croce.D'improvviso il giardino in cui si trova si muta in deserto e Kundry sviene.

Quì riporto la scena di quando Parsifal si ritrova con Kundry nel giardino,dopo aver desistito dalle tentazioni delle fanciulle sbocciate come fiori.Kundry rivela a Parsifal il dolore che la madre ha patito quand'egli dipartì.

PARSIFAL
Tutto questo,ho dunque sognato?
(Si volta per guardare da dove giunge la voce che ha udito)

PARSIFAL
Hai tu chiamao me,il Senzanome?

KUNDRY
Io ho chiamato te,o puro folle,
"fal parsi",
Te,puro folle,"Parsifal"
Così chiamò morendo,in paese d'Arabia
tuo padre Gamuret te,suo figlio,
te,chiuso ancora nel grembo di tua madre,
con tal nome,morendo,ei salutava;
per apprenderlo,io quì ti ho atteso:
Che t'ha portato qui,se non brama di saperlo?

PARSIFAL
Mai io ho veduto,nè pur sognato,quel che ora
io vedo,e di sgomento mi riempie.
Sei fiorita anche tu da codesta siepe fiorita?

KUNDRY
No,Parsifal,o puro folle!
Lontana,lontana è la mia Patria!
Sol perchè tu mi trovassi,io qui m' indugiai;
Di lungi io son venuta,ove molto io ho scorto.
Il bimbo io vidi al seno della Madre,
il suo primo balbettare ancor mi ride all'orecchio.
Il dolore nel cuore,
come rideva anche Dolor di cuore,
allor che ai suoi dolori
dava esultanza il pascolo degli occhi!
Sull'erbe tenere dolcemente adagiato,
lui soavemente con carezze addormentava;
a lui con ansia e con affanno
brama materna il sogno sorvegliava;
lui risvegliava al mattino
la cocente rugiada delle lagrime materne.
Un pianto solo ella fu,e atto di dolore
per l'amore e la morte di tuo padre;
il guardarti da simile sciagura,
valse a lei qual comando d'altissimo dovere.
Dall'armi lunge,da scontri e furor di uomini,
ella ti volle in silenzio celare e custodire.
Affanno solo ell'era ah!Ed ansietà:
ma novella non te ne doveva mai pervenire.
Non ne senti ancora il grido e il lamento
di lei,quando lontano t'attardavi?
Ma,oh!Qual era a lei il ridere di gioia,
quando,dopo il cercar,ti raggiungeva!
Che se poi con furore ti cingeva il suo braccio,
non ti balzava al bacio il cuor in petto?
Pure l'angoscia tu non ne sentisti,
nè dei suoi dolor la tempesta,
quando alfine,più non ritornando,
si dissipò la tua traccia.
Notti e giorni ella attese,
finchè il tormento le s'ammutolì,
in lei l'angoscia consumò il dolore.
Morte ella vagheggiò in silenzio;
il cuore le spezzò il dolore:
Dolor di cuore morì.

PARSIFAL
Ahimè!Ahimè!Che cosa ho fatto!Dov'ero io mai?
O madre!O cara,o dolce Madre!
Tuo figlio?Tuo figlio doveva ucciderti?
O folle!Sciocco ed ebbro folle!
Dove arrestasti tu di lei dimentico,
di lei,di lei dimentico?
Dolce,carissima madre!


Atto III
Gurnemanz scorge Krundy,la soccorre.
Giunge un cavaliere armato,Gurnemanz gli intima di deporre l'arma poichè è venerdì santo,questi obbedisce e si abbandona alla preghiera.E' Parsifal.E narrerà a Gurnemanz del Graal e del suo scopo.Apprende a sua volta che il Re Titurel è morto e Amfortas è ferito.Parsifal si duole della sua partenza che lo ha tenuto lontano tanto a lungo.Kundry ripeterà al Parsufal lo stesso gesto di cospargergli i piedi con unguento per asciugarli con i suoi capelli,come era avvenuto al Cristo.Gurnemanz proclama Parsifal Re del Graal,e Parsifal può battezzare Kundry.Poi entrambi sono condotti al capezzale del Re morto.Quì si rinnova il miracolo del "puro folle".Parsifal guarisce Amfortas risanandogli la ferita per mezzo della lancia sacra e il Graal viene scopeta mentre si alza in volo una colomba bianca.

Ecco le ultime battute di Parsifal che chiudono la scena.

PARSIFAL
Sanato sii,purificato e assolto!
Poichè io sono,che,oramai al tuo rito adempio.
Benedetto sia il tuo dolore,
che la forza suprema della compassione
e la potenza d'un purissimo sapere
dono ad un intimo folle!
La santa lancia
ecco,io vi rendo!
Oh!Di quale miracolo altissimo trionfo!
Da quella ch'ebbe potere di chiudere tua ferita,
un santo sangue scorre contemplo,
bramoso volto alla congiunta fronte,
che nell'onda del Graal colà fluisce.
Non deve più rimaner chiuso:
Scoprite il Graal!Apritene lo scrigno!

TUTTI
Miracolo d'altissima salute!
Redenzione al Redentore!

(La tela viene calata lentamente)

I testi scritti sono contenuti nel libretto ad opera de"la Fondazione Teatro La Fenice di Venezia".
Di seguito,il finale musicato del "Parsifal".

http://www.youtube.com/watch?v=4q-55eHg1-g

Nota.La scelta dei testi scritti e dei pezzi musicali presentati in questa discussione sono dettati semplicemente da un gusto personale.
Ma potrà essere arricchita ulteriormente da chiunque desiderasse esprimere in musica o parole le conoscenze e le sensazioni che questo Artista sa suscitare.


Una menzione a parte merita un'opera propriamente detta Romantica del Wagner,il "Lohengrin"che,insieme alle due opere "Vascello Fantasma" e "TannHauser" viene inclusa,appunto,nelle "Opere Romantiche".
Il legame che unisce il Lohengrin alle opere Arturiane è che,nella vicenda,viene rivelato che il cavaliere Lohengrin risulta essere figlio di Parsifal.
Sarà mia premura,qualora lo gradiate, trattare anche di quest'opera per completezza di informazioni sulle opere ispirate ai Romanzi Cortesi.

Grazie.

Chantal
25-08-2011, 14.56.20
Lady Gonzaga,
essendo voi particolarmente dedita alla musica e conoscitrice del Wagner,
credo di esprimere il pensiero di tutti invitandovi ad inserire in questo spazio tutte le musiche attinenti che suscitano in voi emozioni e sensazioni.
Potremo,così,arricchirci di emozioni e delle esperienze di chiunque desiderasse proiettarsi in questo mondo incantato.

ladyGonzaga
25-08-2011, 15.42.10
Ho letto con molto interesse tutto ciò che avete scritto.
Mi è piaciuto molto il quadro che avete fatto di questo grande e discusso compositore.
Ogni volta che ho cercato di capirne la personalità , non sono mai riuscita a farlo sino in fondo.
Però una cosa lo amata da subito..la sua musica e le sue opere.


chi non conosce questo pezzo...magari in tanti lo hanno ascoltato e chissà quanti sanno che è di Wagner


http://www.youtube.com/watch?v=M3g-xtkEaPU&feature=list_related&playnext=1&list=AVGxdCwVVULXdwtLptQdFt3Tg8Mmj-vCCU

Chantal
25-08-2011, 15.52.40
Si,milady.
Questa musica è magica,questa proposta da voi in particolare,per ciò che ad essa di prezioso viene legato con un giuramento eterno.

Questa discussione su Wagner,allora,ve la dedico.
Sono certa che il cavaliere Hastatus mi approverà.

ladyGonzaga
25-08-2011, 15.55.12
Io invece attendo ancora le vostre parole per capire meglio questo musicista..
è bello conoscere la mente che ha creato tutto ciò.
Non dedicatemela ...ve ne prego..non ne sarei all'altezza...è tutta vostra:smile:
un abbraccio sincero:smile:

Guisgard
25-08-2011, 19.21.54
Lady Chantal, ci avete offerto una straordinaria visione enciclopedica dell'arte Wagneriana per il mistico mondo cavalleresco.
Wagner ha stregato e ammaliato i grandi di ogni tempo che si sono accostati alle sue opere e la magia del suo genio è immutabile, oltre il tempo e la vita.
E il modo con cui avete trattato quest'argomento non solo mostra la vostra cultura, ma anche la sensibilità del vostro animo.
I miei complimenti, milady :smile:

Lady Dafne
25-08-2011, 21.15.27
Ottima discussione!!! Veramente tanti, tanti, tantissimi complimenti!!! :smile_clap::smile_clap::smile_clap::smile_clap:

L'ho letta solo velocemente questa sera ma domani la leggerò bene e attentamente!:smile_thumright:

Brava, bravissima!!! Sono argomenti che mi piacciono moltissimo, grazie per aver aperto una discussione!!! :smile_wave_lady:

p.s. Che bella la marcia nuziale di Wagner! Sarebbe bellissimo se al mio matrimonio ci fosse un coro a cantarla e io, tronfale (o forse tronfia :eek:) percorro la navata della chiesa con cadenza imperiale mentre tutti mi guardano!!! ....mi sposerei solo per quello :D

Chantal
25-08-2011, 21.48.07
LadyGonzaga,meritate,invece,e una dedica è l'espressione di un pensiero che,custodito nella gratitudine,vuol lasciare una traccia per sempre.
E questa traccia può venire solo da voi,in queste pagine.

Guisgard,vi ringrazio,ma mi attribuite una cultura che non ho.Come avrete notato,la discussione è carente di qualunque data o fonte storica,questo volutamente,perchè pur reperendo ovunque queste componenti,inserirle avrebbe significato trattare una materia che non è di mia competenza.E non sarebbe stato giusto verso chi,invece,di musica e storia si intende.
Il mio intento era rendere il pensiero in modo "puro",renderlo capace di suscitare emozioni e sensazioni,non tanto per il gusto della conoscenza,ma per il lasciarsi coinvolgere in un mondo di sentimenti espressi in musica con note che si elevano al cielo e far,così, nutrire la sensazione di poterlo accarezzare quel cielo,con i sogni e le emozioni.
Non so se vi sono riuscita,ma di certo non è la storia quanto la poesia e la magia che ho cercato di rendere di queste opere.
Pertanto,il binomio cultura e sensibilità non può appartenermi,perdonatemi.
Sensazioni,questo è ciò che ho cercato di rendere.

Lady Dafne,da parte vostra c'è molta generosità verso questo mio intervento,poichè trattate di materia storica,pertanto,vi è concesso andare anche oltre le righe con le vostre conoscenze(e l'intervento su Ludwig II von Wittelsbach è espressione di raffinata cultura),io desidero che leggiate,se lo vorrete ancora,proiettata verso quel sogno che ci avete espresso,sentendovi davvero una principessa sollevata da un cuore gonfio di felicità sulle note di Wagner.
E ve lo auguro,che il vostro sogno di felicità possa avverarsi presto.

Taliesin
26-08-2011, 08.33.11
....non è solo "questione" culturale, è qualcosa di più Elevato che come un dipinto immortalato sulle pareti di una cattedrale o tra le pieghe consunte di un pentagramma, prende vita...

voglio raccontarvi qualcosa che non è mai "fuori tema" miei giovani viandanti: un giorno Filippo Neri, oramai prossimo alla chiamata del Signore, chiamato dal popolo romano che lo aveva adotatto ed amato Pippo il Buono, passeggiando tra le antiche vestigia della città eterna, trovò uno scultore che modellava una statuoa della Vergine in argilla. Quando il sant'uomo si avvicinò, l'artigiano gli disse: "...sono sicuro che non l'avevate mai vista così bella San Filippo...non è forse vero...?
Pippo il Buono gli rispose: "....è vero ma le manca l'Anima, perchè non vi soffiate al suo interno, così la renderete davvero immortale ed eterna..."
Lo scultore scosse il capo e si rifiutò di fare il gesto andando dicendo ai presenti che l'uomo era fuori di senno...
Filippo sorrise e si allontanò dicendogli: "...ma non t'0arrendi mai...vero...?"
Quell'uomo era in realtà il Diavolo.

Si, lo so ho divagato molto sul tema, perdonate la mia memoria che spesso sparacchia a caso lungo il sentiero, ma questa piccola storia è soltanto per dire che persone come Lady Chantal, e gli altri abitanti di questo moderno passaggio temporale, sanno soffiare in Camelot per ridonare la sua vera anima...

Buona giornata e.... grazie infinite per le
emozioni che non sono mai abbastanza...

Taliesin, il bardo

ladyGonzaga
26-08-2011, 09.42.13
lady Chantal mi inchino a voi e alla vostra gentilezza nei miei confronti.:smile:

Taliesin le vostre storie hanno sempre un fascino particolare:smile:

Hastatus77
26-08-2011, 10.04.20
Parecchi mesi fa, per caso avevo scoperto che Wagner, aveva trattato il ciclo arturiano in alcune sue opere, e mi ero riproposto di cercare di affrontare l'argomento per portarlo all'attenzione degli utenti del forum... poi poco tempo fa, ho avuto la fortuna di parlare con Chantal di questo mio progetto... lei dice di non essere molto preparata, ma sicuramente ha fatto un lavoro migliore di quello che avrei fatto io.
Ti ringrazio quindi pubblicamente per avere aiutato il forum. :smile_clap:

Ma ora torniamo in argomento per continuare a parlare di Wagner e delle sue opere sul ciclo arturiano. :D

Chantal
02-09-2011, 13.14.38
Lohengrin

Opera "Romantica",è una tragendia identificata come una "Redenzione" che fallisce.
Lo stampo è differente dalle opere ispirate più propriamente ai romanzi cortesi.
Essa si riallacia al Parsifal perchè il cavaliere Lohengrin,in questa narrazione,è figlio di Parsifal e custode dei misteri dei cavalieri del Graal.
Per tal ragione merita una menzione in questa discussione.
Il "Lohengrin"segna il trapasso verso il "dramma musicale",vale a dire che in un'opera sola tragedia e sinfonia vanno legittimandosi a vicenda.
Si parla,infatti,per quanto concerne le "Opere Romantiche"(che includono insieme al "Lohengrin",come già accennato nella discussione,il "Vascello Fantasma"e "Tannhauser"),di ripetizione di motivi definiti "motivi della memoria"che si distinguono dai leitmotive
Questi motivi della memoria,definiti anche "Reminiscenze"sono strutture musicali che,pur comparendo nei momenti cruciali del dramma,non costituiscono l'impalcatura della partitura musicale.
I Leitmotive,invece,i quali compariranno nelle opere successive alle opere romantiche del Wagner,sono motivi conduttori che collegano le vicende degli eroi al mito divino,e si ripetono nell'opera,ma come precisato,rientreranno nei drammi musicali a partire dalla realizzazione dell'"Oro del Reno".
Il Cavaliere Lohengrin,infatti,si rende reo di impedire a se stesso qualcosa di ambito e ricercato,la vicinanza umana di una donna,Elsa,la quale lo ama e lo venera,ma alla quale viene preclusa la possibilità di domandar al suo sposo delle sue origini e della sua provenienza,incrementando le distanze tra quei rapporti umani che,invece,avrebbero dovuto essere motivo di consolidazione,per questo si parla di Redenzione fallimentare.
La storia,infatti,sfocia nella separazione dei suoi amanti.
Trattandosi del "Lohengrin" di un'opera romantica che segna la nascita del dramma musicale,musicalmente avviene un cambiamento all'interno dell'opera,e questo cambiamento viene espresso da Wagner stesso nel suo "Opera e Dramma" che racchiude l'assunto del musicista:tutti i principali motivi musicali del Lohengrin sono formulati come periodi chiusi,costituiti di frase d'apetura e frase conclusiva,ma che nel corso dell'opera vengono smembrati in semifrasi e segmenti motivici,per poi recuperare alla fine dell'opera la loro integrità di periodi articolati.

E' doveroso precisare che in questo caso non sono in grado di fornire fonti precise,la descrizione dell'opera è un'elaborazione di letture passate i cui frammenti ho voluto custodire,ed ora assemblato,ma di cui non ricordo e conservo gli autori.
Quanto ai testi,anche in questo caso,pur essendo in possesso dell'opera in versione integrale,non vi è riportata la fonte precisa,è un documento che non rivendica proprietà alcuna,tranne questa nota:Prima rappresentazione Weimar, Teatro di corte 28 agosto 1850
Sono molto suggestivi.
Infine,ho lasciato i nomi in lingua nel riassunto dell'operae la traduzione in italiano di essi nei testi.

Opera in tre Atti,su libretto dello stesso Wagner.

ATTO I
Fredrich von Telramund approda sulle rive della Scheld per presentarsi dinnanzi a re Heinrich,chidendo con pretesa a questi di governare sul ducato di Brabante,con l'aggravante che ,in punto di morte,gli erano stati affidati i suoi due figli Elsa e Gottfried.
Elsa è accusata di fraticidio dallo stesso Fredrich sebbene Gottfried sia scomparso durante una passeggiata nel bosco con la sorella
Fredrich,per tali accuse mosse ad Elsa,rinucia alla sua mano,sebbene ne avesse diritto,e sposa la nobile Ortrud,rivendicando,comunque,per sè il ducato di Brabante.
Elsa,convocata dal re perchè possa difendersi dalle accuse,rivela di aver sognato un cavaliere che giungerà in suo soccorso.
Compare Telramund,il quale dichiara di essere pronto a combattere con chiunque si presentasse a difenderla,ma sembra non si prsenti alcuno quand'ecco che appare sul fiume una piccola imbarcazione trainata da un cigno dalla quale scende un cavaliere in armatura e armi risplendenti che si dichiara pronto a difendere Elsa per provare la sua innocenza.
Il cavaliere,però chiede che qualora vincesse è in suo desiderio sposare Elsa ponendo come condizione che ella non lo interroghi mai sulle sue origini e la sua proveninenza.
Elsa è propensa pertanrto il Re da il suo consenso perchè si svolga il duello.
Il misterioso cavaliere vince il suo avversario,Telramund,ma lo grazia affinchè si penta delle false accuse volte ad Elsa.

Di seguito c'è la ferma convinzione di Elsa a voler attendere che giunga il cavaliere che le è apparso in sogno,e l'arrivo di Lohengrin.

IL RE
Ed ora io ti domando, Elsa di Brabante!
Vuoi tu, che qui per la vita e per la morte
nel giudizio di Dio per te si batta un campione?

ELSA
(senza aprire gli occhi)
Sì!

IL RE
Chi scegli tu per campione?

FEDERICO
(impetuosamente)
Udite ora
il nome del suo drudo!

I BRABANTINI
Fate attenzione!

ELSA
(non ha mutato né posizione né espressione estatica; tutti guardano a lei ansiosamente; con fermezza)
Il cavaliere io voglio attendere
che sarà il mio campione!
(senza guardare intorno a sé)
Udite quel che al messo di Dio
io offro qual posta:…
che nelle terre dei miei padri
egli porti corona;
felice io mi chiamerò,
s’egli prenderà ogni mio avere…
se sua consorte mi vorrà chiamare,
a lui, quale io mi sia, mi dono!

TUTTI GLI UOMINI
(tra sé)
Bel premio, se fosse nelle mani di Dio
Bene chi per esso combattesse, grave posta
arrischierebbe!

IL RE
Sul mezzogiorno già alto sta il sole!
È tempo dunque che si bandisca l’appello!
(L’Araldo di guerra s’avanza coi quattro Trombettieri, che fa procedere fino agli estremi limiti della Corte
di Giustizia e volge verso i punti cardinali, facendo loro suonare l’appello in cotesta posizione)

L’ARALDO DI GUERRA
Chi qui è venuto in campo, al giudizio di Dio,
per Elsa di Brabante, fuori s’avanzi!
(Lungo silenzio)
(Elsa, che fin qui ha atteso in atteggiamento costantemente tranquillo, mostra la sorgente inquietudine dell’attesa)

TUTTI GLI UOMINI
Senza risposta si è spento l’appello!
La causa d’Elsa sta in pericolo!

FEDERICO
(accennando ad Elsa)
Osservate s’io falsamente l’ho accusata?
Sta dalla mia parte il diritto!

ELSA
(avvicinandosi un poco al Re)
Re mio caro, lascia ch’io ti preghi,
ancora un appello al mio cavaliere!
(molto ingenuamente)
Se ne sta così lontano, e non l’ha udito!

IL RE
(all’Araldo di guerra)
Ancora una volta chiama al giudizio!
(Ad un cenno dell’Araldo di guerra, i Trombettieri si volgono nuovamente verso i quattro punti cardinali)

L’ARALDO DI GUERRA
Chi qui è venuto in campo, al giudizio di Dio
per Elsa di Brabante, fuori s’avanzi!
(Ancora una volta lungo, ansioso silenzio)

TUTTI GLI UOMINI
In cupo silenzio giudica Iddio!
(Elsa cade in ginocchio ardentemente pregando. Le Donne, in apprensione per la loro signora, s’avvicinano
alquanto al proscenio)

ELSA
Tu a lui hai portato il mio lamento,
per il tuo comando egli apparve a me:…
o Signore, di’ dunque al mio cavaliere,
ch’egli m’aiuti nel mio periglio!
(con crescente esaltazione)
Fa’ ch’io lo veda, come lo vidi,
(con viso trasfigurato dalla gioia)
come io lo vidi, così mi stia vicino!

LE DONNE
(inginocchiandosi)
Signore, inviale soccorso!
Signore Iddio, ascoltaci!
(Gli Uomini che stanno vicinissimi alla riva del fiume sopra un’elevazione di terreno, vedono per primi
l’arrivo di Lohengrin. Il quale si mostra, a distanza, sul fiume in una navicella tirata da un cigno. Coloro
che stanno più lontani dalla riva sul proscenio, si voltano, dapprima senza abbandonare il loro posto, e
chiedendo con sempre più viva curiosità, a quelli che stanno più vicini alla riva. Quindi, a gruppi staccati,
abbandonano il proscenio, per guardare loro stessi lungo la riva)

GLI UOMINI
Vedete! Vedete! Quale singolare miracolo!
Come? Un cigno?
Un cigno tira laggiù verso di noi una navicella!
E un cavaliere v’è dentro ritto in piedi!
Come brilla la sua armatura! L’occhio s’abbaglia
di fronte a tale splendore!… Vedete, già egli
s’appressa!
Il cigno tira ad una catena d’oro!
(Anche gli ultimi s’affrettano, a questo punto, verso il fondo; sul proscenio rimangono soltanto il Re, Elsa,
Federico, Ortrude e le Donne). (Dal suo luogo elevato il Re contempla tutto: Federico e Ortrude sono presi
dallo stupore e dallo spavento; Elsa, che con gioia crescente ha prestato ascolto alle esclamazioni degli
Uomini, rimane nel suo atteggiamento, al centro della scena, come se non osasse guardare intorno a sé).

TUTTI GLI UOMINI
(ritornando a precipizio sul davanti coi segni della più alta commozione)
Miracolo! Miracolo! Un miracolo è avvenuto;
un miracolo inaudito, non mai visto!

LE DONNE
(cadendo in ginocchio)
Grazie, o Signore e Dio, che la debole proteggi!
(Elsa si è voltata e lancia un alto grido alla vista di Lohengrin)

TUTTI GLI UOMINI E LA DONNE
Salute, o uomo inviato da Dio!
(La navicella tirata dal cigno tocca riva nel centro del fondo; Lohengrin in lucente armatura d’argento,
l’elmo sul capo, lo scudo appeso alle spalle, un piccolo corno d’oro al fianco, vi sta dentro in piedi, appoggiato
alla sua spada… Federico guarda verso Lohengrin con muto stupore. Ortrude, che durante il giudizio
era rimasta in atteggiamento freddo e superbo, cade, alla vista del cigno, in terrore mortale. Tutti si scoprono
il capo nella più profonda commozione. Come Lohengrin fa il primo movimento per lasciare la navicella,
subito subentra in tutti il più ansioso dei silenzi)

LOHENGRIN
(con un piede ancora sulla navicella, si curva verso il cigno)
Siano grazie a te, mio caro cigno!
Ritorna attraverso l’ampio flutto,
là onde mi portò la tua navicella.
Sia il tuo ritorno solo per il nostro bene!
Per il nostro bene il tuo servigio fedelmente
adempi!
Addio, addio, mio caro cigno!

Overture(preludio al primo atto):
http://www.youtube.com/watch?v=AcekLCkaP0A&feature=related

ATTO II
Cala la notte e Telramund e Ortrud tramano la vendetta.Ortrud ha intenzione di indurre Elsa a tradire la sua promessa,facendole chiedere il nome del cavaliere misterioso.Ma nonostante i suoi tentativi,Elsa non tradisce il suo impegno e vengono celebrate le nozze.

In questo beve passo Lohengrin chiede di non rivelare il suo segreto.

IL RE E TUTTI GLI UOMINI
Quale segreto mai deve l’eroe custodire?
se [il palesarlo] gli deve portar sciagura, fedele
lo chiuda la sua bocca!
Noi lo proteggeremo, lui nobile, contro il pericolo;
per la sua impresa la sua nobiltà ci fu manifesta.
Se quel ch’egli nasconde, dovesse portarlo in
pericolo,
quando davanti a tutti, di sua bocca fosse proclamato;
guai a me sconoscente, ch’egli ha salvato!
Io lo tradirei, [se io facessi] che qui fosse svelato…
Se io conoscessi la sua sorte, oh come fedele
ne custodirei il segreto!
Ma intanto trema nel dubbio il fondo del mio
cuore!

IL RE
Mio eroe, rispondi ardito allo sleale!
Troppo tu sei nobile per temere delle sua
accusa!

GLI UOMINI
(facendo ressa intorno a Lohengrin)
Noi garantiamo per te, né ce ne pentiremo,
d’avere riconosciuto in te il fiore degli eroi!
Qui la mano! Noi a te lealmente crediamo.
che nobile sia il tuo nome, anche se non palesato.

LOHENGRIN
Né voi eroi, vi pentirete della vostra fede,
se anche il mio nome e la mia schiatta non vi
sarà mai palesata!

Prima parte del secondo atto:
http://www.youtube.com/watch?v=Dz-RxCNY12g&feature=related

ATTO III
Quando Elsa si ritrova sola e sposa del cavaliere nella camera nuziale,gli chiede quale sia il suo nome ma in quel momento fa irruzione nella stanza Telramund,sebbene oramai si attardi.Il cavaliere però risponde alla richiesta di Elsa che egli rivelerà il suo nome al cospetto del Re,ai nobili ed a lei,uccide Telramund,ma più che per l'uccisione di questi,è affranto che la sua sposa non abbia mantenuto il suo impegno.Pronuncia,quindi,il suo nome,Lohengrin,rivelando di essere figlio di Parsifal e narra della sua proveninenza da una terra lontana ove si trova il castello di Monsalvat nel quale è custodito il Graal.Egli rivela che i cavalieri che custodiscono la coppa sono dediti alla difesa dell'onore e della virtù,ma qualora rivelassero il loro mistero,è loro imposto di far presto ritorno al Monsalvat,e questa è la sorte che tocca anche a Lohengin,ricompare così la piccola imbarcazione trainata dal cigno.Ortrud rivela che il cigno non è altri che Gottfried,per opera di un incantesimo che ella stessa ha praticato.E mentre il cigno si tuffa nel fiume,giunge una colomba che lo fa riemergere nuovamente giovinetto,fratello di Elsa.Esanime,Elsa cade nelle braccia del fratello e Lohengrin parte sulla nevicella trainata dalla colomba.

Di questo atto ho voluto evidenziare la rivelazione di Lohegrin nello sgomento della sposa e della folla.

LOHENGRIN
(Trasfigurato)
In un paese lontano,inaccessibile ai vostri passi,
havvi un castello di nome Monsalvato;
un luminoso tempio s’alza colà nel mezzo,
così prezioso, quale niente di simile si conosce
in terra.
Ed in esso una coppa di miracolosa virtù,
viene guardata come la più sacra delle reliquie:
essa fu, perché i più puri tra gli uomini ne prendessero
cura,
in terra da una schiera d’angeli portata;
ogni anno scende dal cielo una colomba,
per dare nuova forza alla sua miracolosa virtù:
è questo il Gral; e beata purissima fede
per lui si comparte a tutta la sua corte.
Chi dunque è scelto a servire il Gral,
costui Egli munisce d’un sovrumano potere;
contro di lui si perde l’inganno d’ogni malvagio;
quando egli Lo contempla, a lui si dissipa la
notte della morte.
Anche colui che dal Gral è in lontano paese
inviato,
ed eletto a campione in difesa della virtù,
non viene punto spogliato della sua santa
forza,
finché quale suo cavaliere colà non sia riconosciuto.
Di tale augusta natura infatti è la virtù del Gral,
che, scoperto… ei deve fuggire agli occhi dei
profani.
E perciò nessun dubbio dovete nutrire intorno
al suo cavaliere;
ma se lo riconoscete… allora se ne deve da voi
partire…
Ora udite, com’io ricompenso la vietata
domanda!
Dal Gral fui io dunque presso di voi mandato:
Parsifal mio padre ne porta la corona,
e suo cavaliere io sono… chiamato Lohengrin.
(...)

LOHENGRIN
(con dolorosa commozione)
O Elsa, che m’hai tu fatto?
Quando i miei occhi primamente ti videro,
ardere per te io mi sentii d’amore,
e subito appresi un bene sconosciuto:
l’augusto potere, il mistero della mia stirpe,
la forza che il mio segreto in me conserva,…
al servigio d’un purissimo cuore io volli dedicare:…
Perché dunque mi strappasti il mio segreto?
Ora, da te separarmi, ahimè, da te io debbo!

IL RE E TUTTI GLI UOMINI
Ahimè! Ahimè! tu te ne devi partire,
o augusto eroe, inviato da Dio!
Se la grazia celeste fuggirà da noi,
dove troveremo mai conforto della tua perdita?

ELSA
(prorompendo nella più fiera disperazione)
O mio sposo, no! Di qui non ti lascio partire!
Rimani qui testimone della mia espiazione!
Al mio amaro pentimento non puoi tu già sfuggire;
perché tu mi punisca, eccomi qui ai tuoi piedi!

LE DONNE
Ahimè! da te se ne deve partire!

LOHENGRIN
Io debbo, io debbo! Mia dolce donna!
Già il Gral s’adira, ch’io da lui resto lontano!

ELSA
Se sei di natura divina come t’ho conosciuto,
non sia da te lontana la divina clemenza!
S’ella in penitenza sconta la sua grave colpa,
la grazia della tua presenza non fugga l’infelicissima!
Non mi respingere, per quanto grande sia la
mia colpa!
Non m’abbandonare, ahimè, non abbandonare
me sventuratissima!

LOHENGRIN
Un solo castigo v’è per il tuo fallo…
ahimè il suo duro rigore me quanto te colpisce!
divisi, lontani, ci dobbiamo vedere…
questo dev’essere il castigo, questa l’espiazione!
(Elsa cade al suolo con un grido)

IL RE E I NOBILI
(circondando Lohengrin)
Oh! rimani! Oh! di qui da noi non ti partire!
I tuoi guerrieri attendono il condottiero.

LOHENGRIN
Odimi, o Re! Io non ti posso accompagnare!
Se il cavaliere del Gral, poiché l’avete conosciuto,
volesse, disobbedendo, insieme con voi combattere,
d’ogni virtù virile sarebbe spogliato!
Pure, o gran Re, lascia che io ti predica:
a te, uomo puro, una gran vittoria è accordata!
Contro la Germania giammai nei più lontani
giorni a venire,
le orde d’oriente trarranno vittoriose!
(Viva commozione. Dal fondo si propaga il grido):
Il cigno! Il cigno!
(Si vede arrivare sul fiume il cigno con la navicella, allo stesso modo come al primo apparire di Lohengrin)

GLI UOMINI E LE DONNE
Il cigno, il cigno!
Ecco ch’egli nuovamente s’avvicina!
Il cigno! Ahimè, egli s’appressa!

ELSA
(svegliatasi dal suo stordimento, s’alza appoggiandosi al suo seggio, e guarda verso la riva)
Spaventevole! Ah! il cigno!

LOHENGRIN
(commosso)
Già il Gral invia per me che tardo.
(Tra la più ansiosa aspettazione dei presenti, Lohengrin s’accosta alla riva e si curva sul cigno, guardandolo
con tristezza)
Mio caro cigno!…
Ah! questo ultimo triste viaggio,
come volentieri te l’avrei risparmiato!
Allo scader dell’anno, il tempo
compiuto ormai del tuo servizio,…
fatto libero per il potere del Gral,
ben volentieri t’avrei voluto vedere!
O Elsa! Un anno solo al tuo fianco,
testimone del tuo bene io mi sarei augurato!
Poi, sarebbe tornato, santificato nel sodalizio
del Gral,
il fratel tuo ancora, che tu credesti morto…

Preludio al terzo atto:
http://www.youtube.com/watch?v=hSo2kswXsQU

Al cavaliere Hastatus77 dico grazie,poichè mi ha offerto il piacere di trattare di questa materia,seppur solo dettata da diletto e coinvolgimento emotivo,non certo competenza da parte mia.
Ma egli avrebbe fatto sicuramente di meglio!

Grazie.

ladyGonzaga
02-09-2011, 16.00.23
grazie per l'emozione che questo scritto mi ha appena dato...

parole e musiche splendide..

ELSA

Il cavaliere io voglio attendere
che sarà il mio campione!
(senza guardare intorno a sé)
Udite quel che al messo di Dio
io offro qual posta:…
che nelle terre dei miei padri
egli porti corona;
felice io mi chiamerò,
s’egli prenderà ogni mio avere…
se sua consorte mi vorrà chiamare,
a lui, quale io mi sia, mi dono!



quanto amore in Elsa...



grazie cara Lady Chantal:smile: