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Visualizza versione completa : Arte Codex Gigas


Sir Aphelion
13-07-2011, 12.53.47
Codex Gigas - La Bibbia del diavolo


http://shriekster.com/wp-content/uploads/2009/04/devils-bible-codex-gigas.jpg


Il Codex Gigas è uno dei più grandi manoscritti al mondo, il maggiore del medioevo. È lungo quasi un metro (esattamente 92cm) e pesa ben 74,8 kg.


La definizione di "Bibbia del diavolo" è dovuta ad una immagine gigante del diavolo contenuta all'interno del codice, sebbene tutta la sua origine per secoli sia stata accompagnata da leggende e misteri.

http://www.wunderkabinett.co.uk/gallery/albums/userpics/10003/codex_gigas.jpg

La storia

Il codice è stato completato presumibilmente nel 1229 in un monastero Benedettino e trasferito, a partire dal 1245 e nei secoli a venire, in diversi monasteri dell'attuale Repubblica Ceca. Infine entrò a far parte della collezione di Rodolfo II. Al termine della guerra dei trent'anni venne preso dall'esercito svedese, e dal 1649 è custodito all'interno della Biblioteca Reale di Svezia.


Contenuto

Il codice, scritto interamente in latino, contiene una trascrizione completa della Bibbia oltre a testi vari, tra cui una storia della Boemia, la Etymologiae di Isidoro di Sivigliae e diversi altri trattati soprattutto di materia storica.
Il codice è arricchito da numerose miniature.


http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/22/Sapientia.jpg


La leggenda

In base alla leggenda, il codice sarebbe stato creato da un monaco Benedettino al quale era stata inflitta la condanna di essere murato vivo per aver infranto regole disciplinari. Per sfuggire alla condanna promise che avrebbe scritto in una sola notte un libro contenente l'intero sapere dell'uomo. Giunto nei dintorni della mezzanotte, si rese conto di non essere in grado di completare da solo quest'opera, così vendette la propria anima al diavolo, il quale completò il manoscritto.
Il monaco infine aggiunse l'immagine del diavolo (foglio 290) per indicare il "vero" autore.

Tale leggenda è stata per secoli alimentata dal fatto che l'intero codice sia redatto con un'unica calligrafia, che rimane invariata dall'inizio alla fine.
Il mistero sulla presunta identità dell'autore viene svelato solo in un punto preciso del codice, ove compare il nome di hermanus inclusus. Questo viene tradotto spesso come "Herman il recluso", ma la traduzione molto probabilmente non corrisponde al vero. Si tende a ritenere più probabile che si sia trattato di un monaco di clausura, e si ipotizza che abbia lavorato a questo codice ininterrottamente per circa 20 anni.



http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/27/Codex_Gigas_devil.jpg

ladyGonzaga
13-07-2011, 13.13.58
interessante questa tua notizia:smile:
fa venire i brividi ...farei la fila anche per un mese per riuscire a sfogliarne almeno un pagina:smile::smile:

Guisgard
13-07-2011, 13.56.52
Si, questo è uno dei testi più discussi ed inquietanti che hanno attraversato il corso della storia.
Sinceramente mi ha sempre affascinato tantissimo lo studio sorto attorno a questo testo e da tempo cerco di raccogliere in giro informazioni specifiche e particolari circa la sua storia.
Da quanto mi sembra di capire questa discussione è stata scritta per gran parte prendendo notizie da Wikipedia.
Per chi fosse interessato consiglio letture ben più approfondite e complete, soprattutto alcuni saggi ed articoli dello storico ebraico Heinrich Graetz e del suo collega Salomon Reinach.
C’è da aggiungere che secondo gli adepti cabalisti che si rifanno alle dottrine del Sepher Ha-Zoar, testo attribuito al rabbino Simeon ben Yohai (I-II secolo A. C. ma il libro fu stampato in Italia per la prima volta nel 1558), la cosiddetta Bibbia del Diavolo non avrebbe nulla a che fare con testi di natura sacra, ma si tratterebbe in realtà solo di un manuale adoperato per fini occulti e magici.
E questa concezione ha generato dispute secolari, rendendo ancora più complessa la natura di questo misterioso libro.

ladyGonzaga
13-07-2011, 13.58.54
vi ringrazio Guiscard per avermi fornito ulteriori informazioni:smile:

llamrei
13-07-2011, 16.10.23
http://www.wunderkabinett.co.uk/gallery/albums/userpics/10003/codex_gigas.jpg



Interessante! Non ne ero a conoscenza! E in più mette anche i brividi....

Una cosa noto della foto sopra: ma non poteva stravaccarsi da un'altra parte, il tizio, piuttosto che su un manoscritto del XIII sec? E i guantini?:eek: Ah uomini!

Sir Aphelion
13-07-2011, 19.39.56
Si, questo è uno dei testi più discussi ed inquietanti che hanno attraversato il corso della storia.
Sinceramente mi ha sempre affascinato tantissimo lo studio sorto attorno a questo testo e da tempo cerco di raccogliere in giro informazioni specifiche e particolari circa la sua storia.
Da quanto mi sembra di capire questa discussione è stata scritta per gran parte prendendo notizie da Wikipedia.
Per chi fosse interessato consiglio letture ben più approfondite e complete, soprattutto alcuni saggi ed articoli dello storico ebraico Heinrich Graetz e del suo collega Salomon Reinach.
C’è da aggiungere che secondo gli adepti cabalisti che si rifanno alle dottrine del Sepher Ha-Zoar, testo attribuito al rabbino Simeon ben Yohai (I-II secolo A. C. ma il libro fu stampato in Italia per la prima volta nel 1558), la cosiddetta Bibbia del Diavolo non avrebbe nulla a che fare con testi di natura sacra, ma si tratterebbe in realtà solo di un manuale adoperato per fini occulti e magici.
E questa concezione ha generato dispute secolari, rendendo ancora più complessa la natura di questo misterioso libro.


Per verificare date, i nomi precisi ecc. ho tratto spunto tra l'altro da informazioni contenute nei seguenti link:

http://channel.nationalgeographic.com/episode/devil-s-bible-3619/Overview#tab-Overview
(contiene anche un video)


Che poi le informazioni essenziali si trovino anche su un'enciclopedia, mi pare abbastanza naturale (tra l'altro da cose vorreste dedurre che si tratti necessariamente di Wikipedia e non di un'enciclopedia qualsiasi, a parte da due delle immagini riportate?)

Per ragioni di sintesi ho omesso di riportare l'elenco completo dei testi contenuti nel Codex Gigas, poiché mi pare relativamente irrilevante.

A parte questo, è ovvio che fosse abbastanza inutile ripercorrere in questo contesto esegesi varie che si sono susseguite nel corso dei secoli.
Chiaramente, un confronto sulle varie interpretazioni può essere sempre interessante.

Per chi volesse analizzare il manoscritto per intero, non occorre recarsi in Svezia: con questo link è possibile sfogliarlo pagina per pagina: http://www.kb.se/codex-gigas/eng/

Sir Aphelion
13-07-2011, 19.42.50
interessante questa tua notizia:smile:
fa venire i brividi ...farei la fila anche per un mese per riuscire a sfogliarne almeno un pagina:smile::smile:

Attenta però a non rimanervi chiusa per sbaglio per una ventina d'anni, altrimenti vi toccherà scrivere il seguito ;)

ladyGonzaga
13-07-2011, 19.49.30
Attenta però a non rimanervi chiusa per sbaglio per una ventina d'anni, altrimenti vi toccherà scrivere il seguito ;)


dite?
sembra quasi di immergersi dentro una di quelle storie da best seller ...


ho clikkato sul vostro primo link..deve essere interessante dalle immagini, peccato che sia tutto in inglese..
e siccome io non lo mastico poi tanto bene , che ne dite di una piccola traduzione?
:smile::smile:un grazie in anticipo messere!:smile:

Sir Aphelion
13-07-2011, 20.14.25
Anzitutto riguarda il contesto storico (tuttavia presunto) nel quale il manoscritto sarebbe stato creato, ovvero il monastero d'origine, e quelli in cui successivamente sia stato trasferito. Si tratta di monasteri cistercensi e benedettini, ma ho evitato di riportare l'elenco, a parte l'ultima tappa, che ha condotto il manoscritto nella sua collocazione attuale, in Svezia.

La parte che mi ha intrigato maggiormente, e che a suo tempo attirò la mia curiosità, riguarda la sua origine, sia vera che leggendaria: la particolarità fondamentale è data dal fatto che l'intero manoscritto sia scritto con un'unica calligrafia, che non varia dall'inizio alla fine.
Ovviamente la sola raffigurazione del diavolo ha contribuito considerevolmente a mistificarne l'origine reale, in modo da dar vita a innumerevoli interpretazioni e esegesi, come Guisgard ha accennato.

Come spesso accade in casi del genere, si giunge alla verità (perlomeno presunta, ma molto verosimile, al di là di tutte le interpretazioni possibili ed immaginabili) con pazienza, studio e soprattutto non abbandonando mai i sentieri della ragione: l'unico indizio sul (presunto) autore si trova in un solo passaggio del libro, appunto il nome del monaco.
Dal quel momento è finalmente possibile staccarsi da ogni leggenda, ed accedere ad una fonte di verità molto plausibile: probabilmente tale monaco decise da sé di vivere da eremita per circa 20 anni, lavorando da solo alla stesura dell'intero manoscritto. Bisogna provare ad immaginarlo, giorno e notte, in una stanza buia, a intingere la penna nell'inchiostro e badare ad ogni minuzioso particolare. Chissà se in questi lunghi 20 anni abbia mai pensato che quasi 800 anni dopo saremmo stati ancora qui a parlare di lui.
E, contrariamente al nome riportato (hermanus inclusus) non era recluso per qualche pena o castigo, bensì per clausura.

llamrei
13-07-2011, 20.48.30
La cosa che mi inquieta di più è il fatto che sia stato scritto con la stessa, medesima calligrafia senza nessuna inflessione...Vi rendete conto che è una cosa pressoché impossibile:confused:


Che poi le informazioni essenziali si trovino anche su un'enciclopedia, mi pare abbastanza naturale
Avete ragione sir, in questo caso come in tutti i casi in cui vengono citati testi, vengono riportati accadimenti storici o descritti personaggi. Ma la cosa fondamentale è citare comunque la fonte, non solo per il rispetto del regolamento di Camelot, ma per rispetto di chi ha scritto un determinato articolo. Come già ribadito più volte e in più casi, citare la fonte da dove si è attinta la nozione evita di incorrere in problemi anche legali. Questo non è un ammonimento nei confronti dell'autore di questa discussione ma un chiarimento dovuto e necessario rivolto a tutti i cittadini, me stessa compresa;)

Lady Dafne
13-07-2011, 20.58.19
Interessante discussione anche se, come ormai sapete, non credo molto nei presunti 'poteri magici' di questi libri. Secondo me sono solo dei bellissimi manoscritti come tanti altri, spesso anche meglio decorati, ma il loro fine è questo. ;)



Per chi volesse analizzare il manoscritto per intero, non occorre recarsi in Svezia: con questo link è possibile sfogliarlo pagina per pagina: http://www.kb.se/codex-gigas/eng/

Mamma mia come sono avanti all'estero!!! Rimango sempre impressionata quando vedo queste cose, in Italia.... beh lasciamo perdere!! :sad_no:

Lady Dafne
13-07-2011, 21.04.04
Una cosa noto della foto sopra: ma non poteva stravaccarsi da un'altra parte, il tizio, piuttosto che su un manoscritto del XIII sec? E i guantini?:eek: Ah uomini!

Sullo stravaccamento ti do ragione!! :neutral_blabla: non andrebbero nemmeno molto toccati per troppo tempo i pezzi d'archivio, figuriamoci un manoscritto di queste dimensioni e di tale valore. Per quanto riguarda i guanti, io sono abituata ad usarli, magari ora che fa molto caldo evito quelli di lattice e uso solo quelli di cotone. Tuttavia ritengo vergognoso che alcune mie colleghe "passino" le pagine dei libri antichi non solo senza guanti, ma anche avendo le ughie laccate con lo smalto nero :eek:.... non si rendono conto che lasciano il colore sulle pagine!! Secondo me sono delle criminali!! :sad_evil:

Scusate la divagazione ma la negligenza è un argimento che mi fa spesso arrabbiare....

llamrei
13-07-2011, 21.07.54
Interessante discussione anche se, come ormai sapete, non credo molto nei presunti 'poteri magici' di questi libri. Secondo me sono solo dei bellissimi manoscritti come tanti altri, spesso anche meglio decorati, ma il loro fine è questo. ;)





Si può essere anche vero. Aggiungerei anche che spesso, nel basso medioevo (forse più attorno al primo periodo del rinascimento), farsi confezionare eleganti ed elaborati (nel senso delle finiture, nel papiraceo o membranaceo, nelle miniature ecc) era un privilegio di (veramente) poche persone e venivano commissionati proprio per ostentare la ricchezza. Tanto che i nobili (la stragrande maggioranza di loro ) non sapevano nemmeno leggere e scrivere... ma diciamo cosi: faceva figo possedere certe copie;)

llamrei
13-07-2011, 21.11.43
Sullo stravaccamento ti do ragione!! :neutral_blabla: non andrebbero nemmeno molto toccati per troppo tempo i pezzi d'archivio, figuriamoci un manoscritto di queste dimensioni e di tale valore. Per quanto riguarda i guanti, io sono abituata ad usarli, magari ora che fa molto caldo evito quelli di lattice e uso solo quelli di cotone. Tuttavia ritengo vergognoso che alcune mie colleghe "passino" le pagine dei libri antichi non solo senza guanti, ma anche avendo le ughie laccate con lo smalto nero :eek:.... non si rendono conto che lasciano il colore sulle pagine!! Secondo me sono delle criminali!! :sad_evil:

Scusate la divagazione ma la negligenza è un argimento che mi fa spesso arrabbiare....

Ah come ti do ragione!:sad_evil: Non ho fatto l'archivista o la codicologa :neutral_think: (vabbè...ho scartabellato ed inspirato polvere ultracentenaria e visionato tarli ormai passati ad altra vita da secoli...ma non posso dire di aver coperto questo incarico che ritengo meraviglioso) ma ci vuole tanto poco a capire che si sta "operando" su un'opera d'arte! O forse certe persone ritengono che un'opera d'arte si riferisca solo a "quadro"?:eek:

Lady Dafne
13-07-2011, 21.18.40
O forse certe persone ritengono che un'opera d'arte si riferisca solo a "quadro"?:eek:

Eh sì, purtroppo nessuno (nemmeno gli enti che stanziano i fondi) considera gli Archivi (o i depositi delle biblioteche) al pari dei musei (e relativi depositi)....

....ma io amo il mio lavoro :p e più che i manoscritti o i libri antichi amo gli archivi: i documenti che in loro sono conservati sono preziosissimi perchè sono delgi UNICUM.... nessuno li potrebbe sostituire se succedesse loro qualcosa!!!

Va bene. La pianto qui, siamo fuori tema...

Guisgard
14-07-2011, 00.47.10
Che poi le informazioni essenziali si trovino anche su un'enciclopedia, mi pare abbastanza naturale (tra l'altro da cose vorreste dedurre che si tratti necessariamente di Wikipedia e non di un'enciclopedia qualsiasi, a parte da due delle immagini riportate?)



Non c’è bisogno di essere risentiti, messere, ma mi sembra di dedurlo da ciò che avete riportato all'inizio di questa discussione, dove il tutto sembra seguire, abbastanza fedelmente, ciò che dice Wikipedia (secondo me avete un pò mischiato le carte ed abbozzato un tentativo di riassunto, con però la stessa struttura di come è articolata la discussione su Wikipedia: Storia, Contenuto ecc... senza dimenticare che anche il link di collegamento a National Geographic è riportato da Wikipedia... quando si dice il caso, eh...).
Poi a posteriori potete aggiungere qualsiasi tipo di link o fonti, ma, ripeto, mi sembra abbastanza palese, data anche la semplicità e la pochezza del primo post, soprattutto di fronte ad un argomento così interessante e ricco di notizie come questo, il vostro utilizzo di Wikipedia.
Quanto alle immagini, io non ho fatto in nessun modo riferimento ad esse, visto che si possono trovare con estrema facilità praticamente ovunque con i motori di ricerca attuali.
Per le fonti, come vi ha anche spiegato Lady Llamrei, esse vanno sempre riportate, per poter dare il massimo delle informazioni a chiunque voglia approfondire gli argomenti affrontati su questo forum.
Questo è il regolamento.

Taliesin
14-07-2011, 08.47.58
Buongiorno Messere,
avete risvegliato molto interesse attorno a quel famoso codice che, come altri manoscritti di dubbia attendibilità legati all'occulto ed alle arti magiche ed esoteriche, da sempre ha suscitato la fantasia degli uomini di ogni tempo, di ogni luogo e di ogni credo...
Tuttavia esistono delle "entità" oltre gli universi parallallei e gli spazi temporali, che devono necessariamente rimanere annidate nell'ombra, perchè quando riemergono nelle menti degli uomini accadono fatti apocalittici come quelli che la cronaca di ogni giorno ci rappresenta in maniera molto dettagliata e scenografica.
Paolo VI, in un suo discorso di fine primavera di molti anni fa, dichiarò per la prima volta nella moderna storia della Chiesa, che quelle "entità" esistono davvero, non son una favoletta. Infatti sarebbe stato un argomento di grande discussione quella sera a casa della "baronessa di genova", ma il mio Amico Fragile, pensò bene tra la stupidità dei nobili signori benpensanti presenti al banchetto, di virare la discussione infruttifera (a quel tempo andavano molto di moda le sedute spiritiche ed il famoso libro vergato da Belzebù stesso!) su una buona bottiglia di Whisky scozzese. Risultato: prese una sbronza colossale, sbattè la porta, insultò gli invitati, che volevano che cantasse, e al mattino dello steso giorno, come rapito da un'estasi primeva, scrisse la sua biografia: Amico Fragile...

perdonate se sono andato fuori tema, giovani viandanti, ma la mia mente non è più buona come un tempo, ricorsdatevi soltanto di inseguire le cose belle, come Camelot....

Taliesin, il bardo

llamrei
14-07-2011, 09.29.42
Tuttavia esistono delle "entità" oltre gli universi parallallei e gli spazi temporali, che devono necessariamente rimanere annidate nell'ombra,
:neutral_think: questa non è una certezza...è una tematica seriamente discutibile.

Sir Aphelion
14-07-2011, 12.16.46
Non c’è bisogno di essere risentiti, messere, ma mi sembra di dedurlo da ciò che avete riportato all'inizio di questa discussione, dove il tutto sembra seguire, abbastanza fedelmente, ciò che dice Wikipedia (secondo me avete un pò mischiato le carte ed abbozzato un tentativo di riassunto, con però la stessa struttura di come è articolata la discussione su Wikipedia: Storia, Contenuto ecc... senza dimenticare che anche il link di collegamento a National Geographic è riportato da Wikipedia... quando si dice il caso, eh...).
Poi a posteriori potete aggiungere qualsiasi tipo di link o fonti, ma, ripeto, mi sembra abbastanza palese, data anche la semplicità e la pochezza del primo post, soprattutto di fronte ad un argomento così interessante e ricco di notizie come questo, il vostro utilizzo di Wikipedia.
Quanto alle immagini, io non ho fatto in nessun modo riferimento ad esse, visto che si possono trovare con estrema facilità praticamente ovunque con i motori di ricerca attuali.
Per le fonti, come vi ha anche spiegato Lady Llamrei, esse vanno sempre riportate, per poter dare il massimo delle informazioni a chiunque voglia approfondire gli argomenti affrontati su questo forum.
Questo è il regolamento.



Guisgard: l'idea di un risentimento è frutto di un vostro (vano) tentativo polemico, al cui livello non mi abbasserei neppure nella quotidianità, figuriamoci in un contesto che riguarda la cavalleria!

Che alcune delle informazioni si trovino anche su Wikipedia, o piuttosto su una qualsiasi enciclopedia, oppure sul Corriere dei piccoli o sul Gazzettino del pensionato credo che interessi solo voi: trattandosi del primo post, è ovvio che abbia riportato anzitutto le informazioni essenziali! È chiaro che la maggior parte di esse si trovino su un encicopedia, altrimenti a cosa esistono a fare?
A differenza di voi però gli altri utenti/moderatori che hanno partecipato a questa discussione hanno dimostrato il senso critico di saper trarre il mio intento riguardo l'argomento: mettere in risalto il mistero che riguarda l'autore del manoscritto, evidenziarne l'identità più probabile e le ragioni più verosimili della sua opera. Questo su Wikipedia non c'è neppure scritto, al di fuori da un accenno sull'identità, quindi è evidente che voi stesso non abbiato fatto altro che andare a cercare tutte le possibili analogie con Wikipedia per infastidire e bloccare questa discussione!!
Ciò è dimostrato soprattutto dal fatto che abbiate ignorato (volutamente, suppongo) tutti i post successivi, visto che da lì in poi (come è ovvio in ogni forum al mondo) la discussione trova i suoi approfondimenti, nessuna delle mie opinioni in seguito riportate ha un minimo riferimento con Wikipedia bensì costruisce ulteriormente il mio intento per il quale ho aperto questa discussione.

L'inchiostro rosso tenetelo pure per voi, come già detto, non mi abbasso a certi livelli.

In conclusione Guisgard: abbandonate la vostra vena polemica con me, voi più di me avete dimostrato quanto sia inutile. Per questa volta è andata così, ma sono certo che fin dalla prossima discussione non vorrete smentirmi nel mio auspicio di potermi confrontare anche con voi con opinioni costruttive ;)

Sir Aphelion
14-07-2011, 12.29.20
[QUOTE=llamrei;34203]La cosa che mi inquieta di più è il fatto che sia stato scritto con la stessa, medesima calligrafia senza nessuna inflessione...Vi rendete conto che è una cosa pressoché impossibile:confused:


Si, è veramente inquietante, per non dire proprio incredibile con quanta dedizione e riverenza il nostro herman inclusus sia stato all'opera per tanti anni. Chissà quali timori si trovavano alla base di ciò, ma credo che uno stile di vita come quello di un monaco, l'ambientazione, il pensiero vigente nel XIII secolo, lo abbiano influenzato come oggi sarebbe impensabile.

Sir Aphelion
14-07-2011, 12.38.48
Interessante discussione anche se, come ormai sapete, non credo molto nei presunti 'poteri magici' di questi libri. Secondo me sono solo dei bellissimi manoscritti come tanti altri, spesso anche meglio decorati, ma il loro fine è questo. ;)

Concordo in pieno con voi, difatti l'obiettivo principale di questa discussione è di trattare l'orginine più verosimile del manoscritto, certamente distante da poteri magici di ogni tipo.


Mamma mia come sono avanti all'estero!!! Rimango sempre impressionata quando vedo queste cose, in Italia.... beh lasciamo perdere!! :sad_no:

Questo mi fa pensare all'immagine di qualche vecchio archivio, nei sotterranei di un edificio antico, dove un ricercatore o studioso chiede qualche documento magari di un paio di secoli fa, trova un ometto in sovrappeso con una canottiera sudicia che domanda: "Dica?", poi mette da parte il proprio panino alla mortadella mangiato a metà, si incammina tra le mura in stato d'abbandono in mezzo a vecchi scaffali sovraffollati di manoscritti accatastati disperatamente a caso nel corso dei decenni, illuminati da poche lampadine nude.
Dopo un po' torna e dice, tra il rassegnato e l'indifferente allo studioso/ricercatore: "Non c'è". Poi continua a mangiare il suo panino.
OK, sarà un'idea un po' stereotipata, però...

Guisgard
14-07-2011, 13.33.37
Guisgard: l'idea di un risentimento è frutto di un vostro (vano) tentativo polemico, al cui livello non mi abbasserei neppure nella quotidianità, figuriamoci in un contesto che riguarda la cavalleria!

Che alcune delle informazioni si trovino anche su Wikipedia, o piuttosto su una qualsiasi enciclopedia, oppure sul Corriere dei piccoli o sul Gazzettino del pensionato credo che interessi solo voi: trattandosi del primo post, è ovvio che abbia riportato anzitutto le informazioni essenziali! È chiaro che la maggior parte di esse si trovino su un encicopedia, altrimenti a cosa esistono a fare?
A differenza di voi però gli altri utenti/moderatori che hanno partecipato a questa discussione hanno dimostrato il senso critico di saper trarre il mio intento riguardo l'argomento: mettere in risalto il mistero che riguarda l'autore del manoscritto, evidenziarne l'identità più probabile e le ragioni più verosimili della sua opera. Questo su Wikipedia non c'è neppure scritto, al di fuori da un accenno sull'identità, quindi è evidente che voi stesso non abbiato fatto altro che andare a cercare tutte le possibili analogie con Wikipedia per infastidire e bloccare questa discussione!!
Ciò è dimostrato soprattutto dal fatto che abbiate ignorato (volutamente, suppongo) tutti i post successivi, visto che da lì in poi (come è ovvio in ogni forum al mondo) la discussione trova i suoi approfondimenti, nessuna delle mie opinioni in seguito riportate ha un minimo riferimento con Wikipedia bensì costruisce ulteriormente il mio intento per il quale ho aperto questa discussione.

L'inchiostro rosso tenetelo pure per voi, come già detto, non mi abbasso a certi livelli.

In conclusione Guisgard: abbandonate la vostra vena polemica con me, voi più di me avete dimostrato quanto sia inutile. Per questa volta è andata così, ma sono certo che fin dalla prossima discussione non vorrete smentirmi nel mio auspicio di potermi confrontare anche con voi con opinioni costruttive ;)

“Amico mio”, forse avete frainteso, o forse soffrite di megalomania: non è certo mio interesse venire qui e polemizzare con voi o altri.
Anzi, non è mio uso ricercare errori o contraddizioni negli scritti per il solo gusto di criticare.
Ho solo cercato di evidenziare la fonte da voi usata che, ripeto, sono certo essere Wikipedia.
Anzi, devo dire, che un argomento così interessante meritava una discussione ben più approfondita e fornita di notizie.
Aprire una discussione per il solo gusto di farlo, prendendo il primo sito a caso trovato in rete (e Wikipedia è un salvagente non indifferente per molte persone) a mio giudizio, ma resta opinione personale, per carità, è ben poco intrigante ed interessante.
Io mi sono solo limitato a citare la vostra fonte, visto che voi non l’avete fatto e negate ancora essere Wikipedia (non so perché) ed il modo risentito con cui reagite un pò mi spiazza.
Già un’altra volta vi chiesi, in un’altra discussione, di citare le fonti (e li, ricordo, era palese il “copia incolla” da voi fatto pur di partecipare a quella discussione) e lo stesso ho fatto ora.
Quanto agli altri moderatori, vi assicuro che anche loro erano d’accordo con i miei interventi, visto che prima di qualsiasi azione ci confrontiamo tra di noi.
Se avete dubbi potete chiedere a loro direttamente.
Quanto invece all’abbassarsi o meno, vi pregherei di restare calmo perché non è assolutamente mia intenzione venire qui e litigare attraverso un monitor, ne tanto meno scendere o salire al presunto livello di chicchessia.
Siete voi che vi siete risentito al mio accenno alle fonti, quindi il problema, se c’è, è da parte vostra.
Ripeto, ho solo fatto il mio dovere nel richiedere le fonti di ciò che avete scritto.
Vedete, un conto è scimmiottare “poesiole” in puro stile messaggini da cioccolattini tanto per attirare l’attenzione, tutt’altra cosa è quando si affrontano argomenti di storia, letteratura e così via, dove è richiesto un minimo di correttezza e attenzione, per fornire al meglio più informazioni possibili a chi legge.
Capisco che la voglia di apparire e mettersi in mostra può essere forte, ma almeno che lo si faccia con stile e buon senso.

Taliesin
14-07-2011, 13.51.05
Milady,
vi prego di intervenire in questa incresciosa tenzone virtuale, non dovebbe sussisrtere in animi che dovrebbero sedere tutti attorno alla stessa tavola ritonda....così lessi nelle pagine di Rustichello.
grqazie

llamrei
14-07-2011, 14.08.56
@A tutti: Perfavore....fa caldo....evitiamo di accaldarci ulteriormente..

@Taliesin: sarei intervenuta di mia volontà senza invito scritto;) è il mio lavoro questo;)

@Aphelion: Riprendo il mio discorso precedente in quanto credo non sia stato nemmeno preso in considerazione o forse sorvolato causa impegni più consistenti (giostre, tenzoni, tornei vari, ancelle in libera uscita...). Quanto sir Guisgard ha detto e quanto avallato da me successivamente è una prassi che dovrebbe entrare nelle consuetudini di Camelot. Citare le fonti è non solo necessario, ma fondamentale. Ed aggiungerei: non è assoulamente vergognoso. Anzi: tutela legalmente sia voi che il forum stesso. Se sir Guisgard vi ha rivolto la richiesta di citare wiki (in questo caso) significa che, prima di formulare la richiesta, ha attentamente visionato il contesto. Ha fatto esattamente quello che gli competeva e gli spettava di fare.
Eviterei gli appellativi vari che non rientrano di certo nella buona educazione e vi pregherei, quali Cavalieri voi siete, di chiarire il tutto davanti ad un buon boccale di idromele in privato;)

@tutti: siamo ot. Continuiamo con l'argomento del Codex per favore.

Sir Aphelion
14-07-2011, 14.35.22
“Amico mio”, forse avete frainteso, o forse soffrite di megalomania: non è certo mio interesse venire qui e polemizzare con voi o altri.
Anzi, non è mio uso ricercare errori o contraddizioni negli scritti per il solo gusto di criticare.
Ho solo cercato di evidenziare la fonte da voi usata che, ripeto, sono certo essere Wikipedia.
Anzi, devo dire, che un argomento così interessante meritava una discussione ben più approfondita e fornita di notizie.
Aprire una discussione per il solo gusto di farlo, prendendo il primo sito a caso trovato in rete (e Wikipedia è un salvagente non indifferente per molte persone) a mio giudizio, ma resta opinione personale, per carità, è ben poco intrigante ed interessante.
Io mi sono solo limitato a citare la vostra fonte, visto che voi non l’avete fatto e negate ancora essere Wikipedia (non so perché) ed il modo risentito con cui reagite un pò mi spiazza.
Già un’altra volta vi chiesi, in un’altra discussione, di citare le fonti (e li, ricordo, era palese il “copia incolla” da voi fatto pur di partecipare a quella discussione) e lo stesso ho fatto ora.
Quanto agli altri moderatori, vi assicuro che anche loro erano d’accordo con i miei interventi, visto che prima di qualsiasi azione ci confrontiamo tra di noi.
Se avete dubbi potete chiedere a loro direttamente.
Quanto invece all’abbassarsi o meno, vi pregherei di restare calmo perché non è assolutamente mia intenzione venire qui e litigare attraverso un monitor, ne tanto meno scendere o salire al presunto livello di chicchessia.
Siete voi che vi siete risentito al mio accenno alle fonti, quindi il problema, se c’è, è da parte vostra.
Ripeto, ho solo fatto il mio dovere nel richiedere le fonti di ciò che avete scritto.
Vedete, un conto è scimmiottare “poesiole” in puro stile messaggini da cioccolattini tanto per attirare l’attenzione, tutt’altra cosa è quando si affrontano argomenti di storia, letteratura e così via, dove è richiesto un minimo di correttezza e attenzione, per fornire al meglio più informazioni possibili a chi legge.
Capisco che la voglia di apparire e mettersi in mostra può essere forte, ma almeno che lo si faccia con stile e buon senso.


Guisgard, purtroppo è prassi assai comune nella nostra società il bisogno di certe persone di andare a parassitare parola per parola quel che dicono gli altri, solo per trascorrere tutto il loro tempo a cercare disperatamente un modo di volgerle contro a chi le abbia dette (o scritte).

La vostra estenuante propensione di continuare a farvi scudo di un punto del regolamento, tra l'altro già manifestato in modo esaustivo da una moderatrice, pur di alimentare questa vostra polemica, è prima di tutto infantile: il seguito stesso della discussione ha dimostrato che le opinioni espresse siano già andate ben oltre, conformemente ai miei intenti anticipati all'inizio, ma è vostra (ridicola) ostinazione spingerle di continuo verso Wikipedia. Questo punto vi è stato spiegato diverse volte.

Il resto del vostro intervento lo classificherei nella migliore delle ipotesi come illazioni gratuite: intanto, quale sarebbe quest'altra discussione in cui avrei fatto il copia e incolla, premesso che sappiate dimostrarlo? Vedo che cercate di estendere questa vostra polemica ad ogni messaggio mai mandato, visto che:


Vedete, un conto è scimmiottare “poesiole” in puro stile messaggini da cioccolattini tanto per attirare l’attenzione, tutt’altra cosa è quando si affrontano argomenti di storia, letteratura e così via, dove è richiesto un minimo di correttezza e attenzione, per fornire al meglio più informazioni possibili a chi legge.
Capisco che la voglia di apparire e mettersi in mostra può essere forte, ma almeno che lo si faccia con stile e buon senso.

Provocazioni gratuite e rissose come queste le rispedisco per mia naturale inclinazione al mittente, non so come un comportamento del genere possa coincidere con le vostre interpretazioni cavalleresche, ma persone con un atteggiamento del genere le evito fin troppo volentieri anche nella vita quotidiana. Tanto più quel che sostenente è poco credibile, visto che siete voi stesso a trattare quasi tutto il tempo di fiorellini e citare qua e là frammenti di poesie. Per quanto riguarda i temi "seri" da voi proposti, credo che si contino sulle dita di una mano quelli che abbiano avuto un ampio approfondimento, e dinanzi a questo dato di fatto mi pare che si infrangano le vostre aspirazioni "cavalleresche" in questa discussione.

Quanto scritto qui era tra l'altro già stato affrontato e chiarito nei post precedenti, pertanto il vostro intervento è servito solo a voi per ribadire la vostra polemica. L'intera seconda parte la definirei al massimo come spam, quindi indegna di ulteriore risposta.
Non sono disposto ad assecondare ulteriormente i vostri intenti polemici, quindi non avrete da me altre risposte a riguardo se intendete continuare a parlare all'infinito di Wikipedia, quando la discussione è già andata avanti da un pezzo ed ha manifestato il suo vero intento.

In conclusione (per chiudere definitvamente questa fastidiosa parentesi): nello scorrere le varie discussioni di questo forum, non nutro alcun dubbio nel fatto che la vostra reputazione sia fondata su radici ben più nobili di quelle palesate qui, e sono certo (pertanto rinnovo l'auspicio) che fin dalla prossima discussione i nostri confronti non vorranno esulare dal loro contegno cavalleresco, e se vorrete abbandonare le illazioni (soprattutto) della seconda parte del vostro intervento, nulla vieta che i nostri pensieri possano incontrarsi con la vera linfa confacente alla tradizione cavalleresca di questo luogo e dei suoi nobili abitanti.

ladyGonzaga
14-07-2011, 14.43.20
adesso non vorrei farmi gli affari altrui o sostituirmi ai moderatori, ma per quanto mi riguarda l'argomento per me è interessante perchè io non ne conoscevo la benchè minima esistenza.
Entro in questo post per leggere qualcosa su questo "benedetto" libro, e per trovare notizie nuove ,devo scavare tra altre cose che esulano dall'argomento del post.:(


perchè non vi ritrovate in una taverna con davanti un bel boccale di the fresco e ne discutete la?

scusatemi ..spero di avere il vostro perdono se ho osato intromettermi..
:(:(:(:(

llamrei
14-07-2011, 14.43.24
Per l'ultima volta: siamo ot. Se volete chiarire la diatriba, fatelo privatamente

Sir Aphelion
14-07-2011, 14.46.21
Per l'ultima volta: siamo ot. Se volete chiarire la diatriba, fatelo privatamente


Concordo in pieno con voi, milady, ma è quello che cerco di ribadire fin dall'inizio.

PS: vi assicuro che il vostro precedente intervento non era stato assolutamente assecondato, anzi sarà mia premura applicarlo fin da subito con la dovuta solerzia!

Sir Aphelion
14-07-2011, 14.51.06
adesso non vorrei farmi gli affari altrui o sostituirmi ai moderatori, ma per quanto mi riguarda l'argomento per me è interessante perchè io non ne conoscevo la benchè minima esistenza.
Entro in questo post per leggere qualcosa su questo "benedetto" libro, e per trovare notizie nuove ,devo scavare tra altre cose che esulano dall'argomento del post.:(



scusatemi ..spero di avere il vostro perdono se ho osato intromettermi..
:(:(:(:(


Milady, le vostre parole sono verità che spero il vento provvederà a spargere copiosamente. Essendo per natura gentili e delicate, non necessiteranno mai dell'altrui perdono, ma sono solo degne di gratitudine :violet:

Lady Dafne
14-07-2011, 19.58.26
Questo mi fa pensare all'immagine di qualche vecchio archivio, nei sotterranei di un edificio antico, dove un ricercatore o studioso chiede qualche documento magari di un paio di secoli fa, trova un ometto in sovrappeso con una canottiera sudicia che domanda: "Dica?", poi mette da parte il proprio panino alla mortadella mangiato a metà, si incammina tra le mura in stato d'abbandono in mezzo a vecchi scaffali sovraffollati di manoscritti accatastati disperatamente a caso nel corso dei decenni, illuminati da poche lampadine nude.
Dopo un po' torna e dice, tra il rassegnato e l'indifferente allo studioso/ricercatore: "Non c'è". Poi continua a mangiare il suo panino.
OK, sarà un'idea un po' stereotipata, però...

Ma che archivi frequentate, Messere :eek:...
si vede che non siete mai venuto dove lavoro io o vi avrebbero accolto delle competenti giovani dottoresse che vi avrebbero portato ciò che cercate e vi avrebbero pure aiutato a leggerlo :p....

comunque ieri sera mi sono presa un po' ti tempo e mi sono sfogliata (virtualmente) il codex... non è proprio riccamente ornato, me l'aspettavo più "artistico". Questa considerazione non lo vuole sminuire ovviamente!

Sir Aphelion
14-07-2011, 20.14.46
Ma che archivi frequentate, Messere :eek:...
si vede che non siete mai venuto dove lavoro io o vi avrebbero accolto delle competenti giovani dottoresse che vi avrebbero portato ciò che cercate e vi avrebbero pure aiutato a leggerlo :p....

comunque ieri sera mi sono presa un po' ti tempo e mi sono sfogliata (virtualmente) il codex... non è proprio riccamente ornato, me l'aspettavo più "artistico". Questa considerazione non lo vuole sminuire ovviamente!


Spero di rimediare presto... per caso possedete qualche antico manoscritto degno di nota (ehm... non volevo disturbarvi, lady Dafne, finite pure di mangiare prima il vostro panino alla mortadella :p)?

Lady Dafne
14-07-2011, 20.16.26
Spero di rimediare presto... per caso possedete qualche antico manoscritto degno di nota (ehm... non volevo disturbarvi, lady Dafne, finite pure di mangiare prima il vostro panino alla mortadella :p)?

Eh sì, moltissimi direi... e molti archivi di personalità illustri...
sono un'archivista seria io.... e non mangio la mortadella :naughty: :p

llamrei
14-07-2011, 20.16.38
ritorniamo in tema, grazie;)

Sir Aphelion
15-07-2011, 13.24.04
Riprendo dunque la discussione, partendo come base dal riassunto dei fatti essenziali per comprendere quale sia il confine tra realtà, leggenda e probabilità.

L'inizio della stesura del manoscritto viene collocato al 1204. È poco probabile che sia avvenuto prima, nello specifico per un fatto: nel libro viene indicato il nome di San Procopio (non proprio tra i più conosciuti ai giorni d'oggi). La sua canonizzazione è avvenuta esattamente nel 1204.

Per quanto concerne invece la data di completamento, si è propensi a collocarla, senza la certezza di una datazione più specifica, tra il 1224 e il 1230. Perché? Nel codice viene indicata la morte del vescovo Andrea di Praga, avvenuta nel 1223, non viene però menzionata quella di re Ottokar, risalente al 1230.

La leggenda narra che la stesura sia opera di una sola persona, un monaco benedettino definito come Hermanus monachus inclusus. Nell'intero manoscritto il nome appare una sola volta, e tuttavia non vi è certezza assoluta che sia effettivamente l'autore.


Cosa non corrisponde al vero?

Anzitutto l'interpretazione che è stata data spesso del termine "inclusus", ovvero recluso. Secondo la leggenda, tale monaco doveva essere murato vivo per aver rotto i voti monastici. Per fuggire da questa pena, promise che avrebbe redatto in una sola notte un libro contenente tutto il sapere dell'uomo. Gli altri monaci lo lasciarono fare, e verso mezzanotte, accorgendosi che mai avrebbe potuto completare l'opera, cominciò a pregare. Si rivolse però al diavolo, al quale vendette l'anima per vedere completato il libro.

In realtà si ritiene assai più verosimile che la sua clausura fosse volontaria.


Il codice è stato scritto dal diavolo?

No, ovvio.


Il codice è stato scritto da una sola persona?

Si, e su questo concordano nella maniera più assoluta diverse ricerche effettuate, anche in tempi molto recenti, in base ai criteri scientifici più rigorosi ed eseguite dai massimi esperti (per l'esattezza da un'equipe formata da uno studioso della bibbia, un esperto di iconografia satanica, un paleografo e una bibliotecaria), che si sono recati direttamente in Svezia.
Il risultato è che la calligrafia, sottoposta a minuzioso esame, non varia nella maniera più assoluta dall'inizio alla fine, e può essere quindi solo opera della medesima mano.
Inoltre, per l'intera stesura è stato utilizzato lo stesso tipo di inchiostro. A quei tempi i pigmenti utilizzati per l'inchiostro erano fondamentalmente di due tipi: di origine metallica o ricavati da insetti. Per il manoscritto sono stati utilizzati solo questi ultimi, con una uniformità straordinaria.

Altri particolari si possono ricavare da ciò riguardo l'abilità del monaco Ermanno: di certo non era un principiante, anzi doveva trattarsi di un letterato: il codice non presenta alcun errore, inoltre dall'inizio alla fine non vi sono né segni di stanchezza, malattia o altro. Veramente diabolico, direi.


Dunque è stato scritto non in una notte, ma in vent'anni?

Non del tutto. Gli studiosi calcolano che per scrivere una riga, a quei livelli, occorrano circa venti minuti. Considerando le consuetudini, gli obblighi monastici e i tempi di un benedettino, ci sono esperti che tendono ad avvicinare il periodo per il completamento piuttosto a trent'anni.

Piccola curiosità: per i fogli di pergamena utilizzati per il manoscritto hanno dovuto lasciarci la pelle, nel vero senso della parola, circa 160 povere bestie.


Così la scienza (e un po' anche il sano buon senso) ci ha aiutato a distogliere l'origine del manoscritto da ogni fonte satanica, mistica, ecc. In generale tendo a considerare valida ogni ipotesi che aiuti ad allontanare un qualsiasi fenomeno da ogni superstizione. Tuttavia nel corso della storia molti la pensavano diversamente, anche diversi personaggi illustri:


Altre leggende

Come già stato riportato, il libro ha avuto una storia piuttosto travagliata, prima di trovar pace nella sua collocazione definitiva (d'altra parte, il nome attribuitogli di "Bibbia del diavolo" credo non abbia contribuito molto a farlo passare inosservato).
Dal 1594 il Codex Gigas era in possesso di Rodolfo II. Costui, dopo essersi fatto mandare un oroscopo da Nostradamus in persona, si appassionò all'occultismo e si fece spedire il libro. Si narra che ne divenne ossessionato, in particolare dell'immagine del diavolo, che non uscì più dal castello (ma appunto di leggenda si tratta).
In seguito il libro venne preso dagli svedesi.

Nel 1697 Stoccolma fu flagellata da un grave incendio, nel quale perse la vita il Re Carlo II. Le fiamme distrussero moltissimi libri, ma qualcuno riuscì a salvare il Codex, lanciandolo fuori da una finestra.
I segni delle bruciature sono visibili sul manoscritto.


Ma quanto vale il Codice?

Per avere un'idea, basti pensare che nel 2007, quando venne dato in prestito alla città di Praga (tornando quindi alla sua origine), venne assicurato per il trasporto per una cifra di 10 milioni di euro.




Fonti:
National geographic
Documentazioni storiche della Biblioteca Reale di Svezia
Documentazioni inerenti la ricerca e gli studi di Christopher de Hamel e Michael Gullick.

Rohan
19-07-2011, 15.02.55
Interessante e affascinante argomento :smile: per quanto inverosimile e leggendario, il tema della vendita della propria anima al diavolo è una questione ricorrente nel medioevo, specie in letteratura...ricorda molto Dott.Faustus di Marlow, che vendette l'anima al diavolo per la conoscenza divina per poi pentirsene quando il diavolo andava a prendersi l'anima, segnando lo spartiacque tra uomo medioevale e uomo rinascimentale :smile: vorrei sapere cosa ne pensava l'Inquisizione di tale manoscritto...:neutral_think:

Sir Aphelion
19-07-2011, 19.39.53
Interessante e affascinante argomento :smile: per quanto inverosimile e leggendario, il tema della vendita della propria anima al diavolo è una questione ricorrente nel medioevo, specie in letteratura...ricorda molto Dott.Faustus di Marlow, che vendette l'anima al diavolo per la conoscenza divina per poi pentirsene quando il diavolo andava a prendersi l'anima, segnando lo spartiacque tra uomo medioevale e uomo rinascimentale :smile: vorrei sapere cosa ne pensava l'Inquisizione di tale manoscritto...:neutral_think:


Difatti la priorità di questa discussione è proprio quella di stabilire quanto di (in)verosimile possa esservi nella sua origine e, per quanto possibile, distinguerlo dalle leggende.
Nella prossima parte accompagneremo il manoscritto più da vicino nella sua storia alquanto travagliata, vedremo meglio quali influenze abbia esercitato il nome (effettivamente "Bibbia del diavolo" suona abbastanza inquietante), la grandezza del libro e le leggende che lo hanno sempre accompagnato. Vedremo poi come sia stato interpretato da personaggi colti, dalla chiesa e dal popolo.

Anne
19-07-2011, 21.38.51
Giuro che questa non la sapevo proprio.....che affascinante.....:smile_lol:
Lady Anne:heartbeat:

Rohan
20-07-2011, 10.31.51
Difatti la priorità di questa discussione è proprio quella di stabilire quanto di (in)verosimile possa esservi nella sua origine e, per quanto possibile, distinguerlo dalle leggende.
Nella prossima parte accompagneremo il manoscritto più da vicino nella sua storia alquanto travagliata, vedremo meglio quali influenze abbia esercitato il nome (effettivamente "Bibbia del diavolo" suona abbastanza inquietante), la grandezza del libro e le leggende che lo hanno sempre accompagnato. Vedremo poi come sia stato interpretato da personaggi colti, dalla chiesa e dal popolo.

Bene, complimenti sir Aphelion :smile: non vedo l'ora di saperne di più :smile:

Chantal
30-07-2011, 17.04.16
Devo dire che questo testo "eccessivo"in ogni sua forma e contenuto non mi stupisce che rechi il nome "Bibbia del Diavolo"per la raffigurazione stessa del Diavolo,poichè un testo spesso viene identificato per i contenuti,non per l'autore.
L'altra cosa che,in fondo,non mi stupisce è che sia scritto nella stessa grafia dalla prima all'ultima riga.
E' pur vero,come asserisce la dama che mi ha preceduto e come affermate voi stesso,Aphelion,che sembra quasi impossibile,poichè la grafia cambia inflessione già dalla seconda riga,talvolta,e soprattutto in base agli umori e le sensazioni che attraversano la mente riflettendosi nella mano di chi scrive.
Mi vengono in mente gli amanuensi,e lo stesso monaco poteva essere tale.L'esercizio quotidiano in parte poteva smorzare le inflessioni fino ad annullarle,sebbene i muscoli della mano e delle dita fossero in questi ultimi soggette a crampi e contrazioni nonostante l'esercizio quotidiano.Ma a questo punto il loro lavoro cessava per essere ripreso in seguito.Comunque,c'è da dire,che la copia di un solo volume era sempre affidata ad una sola figura,anche se vi impiegava,talvolta,una vita intera per ultimare il lavoro.
E,comunque,la presenza di miniature è già da attribuirsi ad una figura diversa da chi ha scritto l'intero Codex,trattandosi di un'arte differente.
Ma ciò che più solletica la mia curiosità è(e forse è nota la risposta)quale versione della Bibbia sia stata poi tradotta in latino in questo testo.
Se si tratta di una traduzione,da quale lingua si traducesse o se è stata rivisitata una versione già in latino,ma antecedente.
Gli studiosi hanno formulato ipotesi in merito?

Devo anche aggiungere,però,e non per verve polemica,ma perchè ho raccolto le tracce che sono state disseminate su questo percorso..
Signori,siete due cavalieri di spessore,ed anche ciò che segue vi contraddistingue in valore..



Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard http://www.camelot-irc.org/forum/images-camelot/buttons/viewpost.gif (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?p=34260#post34260)
Vedete, un conto è scimmiottare “poesiole” in puro stile messaggini da cioccolattini tanto per attirare l’attenzione, tutt’altra cosa è quando si affrontano argomenti di storia, letteratura e così via, dove è richiesto un minimo di correttezza e attenzione, per fornire al meglio più informazioni possibili a chi legge.
Capisco che la voglia di apparire e mettersi in mostra può essere forte, ma almeno che lo si faccia con stile e buon senso.


visto che siete voi stesso a trattare quasi tutto il tempo di fiorellini e citare qua e là frammenti di poesie. Per quanto riguarda i temi "seri" da voi proposti, credo che si contino sulle dita di una mano quelli che abbiano avuto un ampio approfondimento, e dinanzi a questo dato di fatto mi pare che si infrangano le vostre aspirazioni "cavalleresche" in questa discussione.


E' pur vero che in un volto di natura perfetta un neo possa essere elemento di bellezza,e sono certa che questa "inflessione"sulla vostra natura cavalleresca sia solo da attribuirsi a quell'eccezione che conferma la regola,poichè anche l'opera perfetta presenta il seppur minimo difetto che la rende tanto più preziosa e unica.
Ma,vorrei rispondere a Sir Guisgard,questo luogo non sembra che rechi qualche dicitura in merito alle competenze(conoscenze) da possedere per potervi accedere.
E a sir Aphelion dico,trattare di materia di fiori è cosa assai sublime e delicata.
Giacchè entrambi amate i fiori,l'uno sembra aver predilezione per le rose,l'altro per le margherite,usateli come aspetto di fascino individuale e di affiatamento tra voi.
E ve lo dico con sorriso,poichè le migliori amicizie si fondano sempre sul confronto leale,seppur acceso e,perchè no,sulle divergenze che rendono l'essere umano unico ed irripetibile.
Mi,perdonerete per questa "inflessione"sull'argomento.Spero.

Hastatus77
30-07-2011, 17.37.39
Lady Chantal, la prima parte della vostra risposta, va benissimo, perché trattate l'argomento della discussione.

Vi invito però ad abbandonare i motivi che hanno causato dei dissapori fra gli utenti del forum. Lo staff, ha già faticato a riportare la discussione sulla corretta rotta.

L'invito, non è rivolto solo a voi, ma anche a tutti gli utenti del forum.
Ogni altro OT, verrà punito dallo staff.
Grazie a tutti.

Chantal
30-07-2011, 17.43.20
In tal caso,Hastatus,le mie scuse vanno allo staff.

Sir Aphelion
05-08-2011, 20.13.21
http://channel.nationalgeographic.com/staticfiles/NGC/StaticFiles/Images/Show/36xx/361x/3619_devils-bible-6_04700300.JPG



Il Codex Gigas quindi è il più grande manoscritto del medioevo, tuttavia soprattutto nell'undicesimo e dodicesimo secolo sono state prodotte in Europa numerose Bibbie di grandi dimensioni. La loro produzione era estremamente costosa, anzitutto per la qualità dei materiali, ma soprattutto richiedeva molto tempo. Spesso si trattava di regali da parte di mecenati a monasteri, vescovi, ecc.
Molte delle biblioteche più illustri infatti non possedevano che poche centinaia di volumi. Basta pensare che una tra le più note, la biblioteca dell'abbazia di S. Gallo, intorno al IX secolo contava poco più di 400 volumi.

A partire dal XII secolo era aumentato drasticamente il numero di monasteri con la creazione di nuovi Ordini, e da quel momento si cominciò a produrre Bibbie di dimensioni più piccole e più facili da duplicare.
Quindi il Codex Gigas si colloca al termine del periodo dei manoscritti di grandi dimensioni. Rappresentavano uno status symbol per chi li possedeva, non di rado più per la forma, grandezza e soprattutto per i materiali, che non per il loro contenuto.





http://www.atlasceska.cz/images/foto_kat/stredni/s16570_podlazice.jpg
La chiesa che sorge oggi a Podlazice al posto del monastero nel quale si presume sia stato scritto il Codex Gigas.

Il Codex Gigas nei secoli, tra misteri e verità

Come già indicato nelle parti precedenti di questa discussione, sono innumerevoli le leggende attribuite al manoscritto, che si prestano a facili mistificazioni.
L'influenza del Codex Gigas nel corso dei secoli è stata analizzata da numerosi esperti di vari settori. Tra i maggiori intenditori ad aver raccolto testimonianze, opinioni e esegesi vi sono proprio coloro che hanno avuto a che fare ogni giorno con il manoscritto.
Tra gli autori di testi molto autorevoli a riguardo vi sono il bibliotecario della Royal library (adesso si chiama National library of Sweden) ove il Codex è custodito, Gustaf Edvard Klemming, a capo della Biblioteca Reale per venticinque anni, l'autore August Strindberg, anch'egli impiegato presso la Biblioteca Reale, nonché l'autore Eugène Fahlstedt (il quale non vi era impiegato, ma grazie all'amicizia con Klemming vi aveva facile accesso, e in numerosi scritti ha narrato dell'influenza che il Codex ha esercitato nel corso del tempo).

In svariate pubblicazioni, perlopiù della seconda metà dell'800, hanno trattato ampiamente tutti gli aspetti riguardanti la "Bibbia del Diavolo" e cosa abbia significato la sua esistenza nei secoli, tra verità e superstizioni:

Il Codex Gigas è stato redatto (presumibilmente) nel monastero benedettino di Podlazice, successivamente è stato portato nel monastero cistercense di Sedlec e in quello benedettino di Brevnov, prima di entrare a far parte della collezione privata di Rodolfo II a Praga e infine essere portato a Stoccolma.

I tre monasteri vennero distrutti completamente o parzialmente dagli Hussiti, la stessa città di Brevnov venne devastata da saccheggi e incendi durante la guerra dei trent'anni, così come venne saccheggiata la collezione leggendaria di Rodolfo II. Come riportato in precedenza, a Stoccolma il manoscritto rischiò di andare perduto in un incendio e venne salvato per miracolo.

Soprattutto le credenze popolari hanno creato nei secoli nessi tra la Bibbia del Diavolo e le sciagure che hanno colpito i luoghi in cui è stata custodita. Come si è verificato fin troppo spesso nella storia (ma anche nel presente), la propensione a mistificare trova terreno fertile: così come i tre monasteri, gli Hussiti distrussero anche altri luoghi che non avevano alcun riferimento con il Codex Gigas. Così come la città di Brevnov, molte altre vennero devastate nella guerra dei trent'anni, senza alcun nesso con il Codex. L'intera collezione di Rodolfo II si trova sparsa nel mondo, non solo il manoscritto, e gli incendi come quello che ha colpito la Biblioteca Reale di Stoccolma sono sempre stati piuttosto diffusi.


http://us.123rf.com/400wm/400/400/johnnydevil/johnnydevil1103/johnnydevil110300074/9115533-broumov-czech-republic--1-august-2010-picture-of-an-old-library-inside-the-monastery-on-august-1-201.jpg


L'antica libreria del monastero di Brevnov

Sir Aphelion
05-08-2011, 20.18.57
La chiesa e il Codex Gigas

L'inquisizione non ha mai proibito il manoscritto, il quale è sempre stato accessibile a numerosi (e noti) studiosi, perlomeno nei periodi in cui non risultava scomparso.
Specialmente la corte di Rodolfo II era frequentata da grandi intellettuali, artisti e studiosi, boemi e non, che avevano accesso al manoscritto, come Tycho Brahe. Keplero era a quei tempi il matematico e astrologo di corte, e pittori come Giuseppe Arcimboldo godevano del sostegno di Rodolfo II.
Si ipotizza che anche Goethe possa aver visto di persona il manoscritto, grazie alla sua amicizia con Jakob Philipp Hackert che si trovava a Stoccolma per lavori di pittura, su commissione del barone A. von Olthof, il quale era consigliere governativo di rango elevato.

Certamente l'autore del Faust era affascinato dalla leggenda del teofilo penitente, che avrebbe venduto la propria anima al diavolo per completare in una sola notte il manoscritto contenente l'intero sapere dell'umanità.




http://2.bp.blogspot.com/_rmZTXevRIP4/R3KDfIPlkcI/AAAAAAAAAFA/ZfNCue1l7IA/s320/codex%2Bgigas.jpg



Il mistero delle pagine perdute



Il Codex Gigas contiene la traduzione della Bibbia in vulgata, in parte tradotta da San Lucifero di Cagliari. I libri del Vecchio Testamento non sono riportati nell'ordine a noi noto, bensì secondo una tradizione più antica, piuttosto insolita anche nel XIII secolo. Il Vecchio e il Nuovo Testamento sono separati da due opere di Flavio Giuseppe, "Guerra giudaica" e "Antichità giudaiche", che la chiesa allora considerava utile per integrare il Nuovo Testamento.

Di alcuni dei testi che compongono il Codex Gigas sono arrivati fino ai giorni d'oggi pochi manoscritti originali. Della "Chronica Boemorum", riportata nel Codex subito dopo il Nuovo Testamento, esistono ancora 15 manoscritti, uno dei quali appunto nel Codex. Delle "Etymologiae" di Isidoro da Siviglia ne esistono circa 950.

A questo punto, oltre al contenuto è interessante scoprire quel che invece non c'è (più) nel Codex Gigas: dal manoscritto sono state tolte 8 pagine! Chi lo abbia fatto, quando e perché sono solo alcuni dei misteri della Bibbia del Diavolo.
Non però cosa contenevano, almeno in parte: vi erano riportate le regole benedettine, ma certamente non su 8 pagine.

Un'ulteriore curiosità riguarda il tipo di scrittura scelta per il Codex Gigas: una scrittura chiamata "Minuscola carolina". Il nome ne svela l'epoca: quella carolingia. Nel periodo in cui venne redatto il manoscritto era però in disuso da oltre un secolo, e venne ripresa solo successivamente dai primi umanisti italiani.
Il presunto autore del libro, "Hermanus inclusus" di sicuro non era un principiante (come riportato più in dettaglio in una parte precedente di questa discussione), ma nemmeno uno scriba come si sarebbe trovato in uno scriptorium professionale: troppo ingenue sono le miniature, a tratti dilettantesche in confronto a quelle di miniatori professionali.





http://channel.nationalgeographic.com/staticfiles/NGC/StaticFiles/Stunts/Mysteries-Bible/Images/devils-bible-2.jpg





Dunque il contenuto di per sé non ha nulla di misterioso. Ad aver nutrito la leggenda del Codex Gigas è stata la sua origine, le sue dimensioni, ma soprattutto l'immagine del diavolo.

Sebbene molte e autorevoli esegesi facciano riferimento all'occultismo, sarebbe estremamente riduttivo sintetizzare così il contesto del Codex Gigas. Infatti è sufficiente volgere lo sguardo all'immagine che si trova esattamente accanto a quella del diavolo: a pag. 289 si trova raffigurata la Città Celeste!
Vi sono vari punti in comune tra le due immagini, per esempio le colonne. Questa contrapposizione tra le due immagini, una che potrebbe simboleggiare la speranza e la salvezza, accanto al diavolo, ha da sempre generato opinioni contrastanti, generalmente tendenti ad una contrapposizione tra il bene e il male.


Su un aspetto però (quasi) tutti gli studiosi si sono trovati d'accordo: qualora il diavolo avesse voluto mandare qualche messaggio all'umanità, di sicuro non lo avrebbe fatto ricopiando una Bibbia.