PDA

Visualizza versione completa : Missive da un cercatore del Graal


Mordred Inlè
02-03-2010, 12.08.18
Ok, il seguito di Still thy name is spoken (http://www.camelot-irc.org/forum/showthread.php?t=961). Tre lettere scritte da Galahad alla madre, al padre ed a Mordred.
Continuerà poi nella storia So dark my spirit without thee.

Missive da un cercatore del Graal

01.Ad Elaine

Cara madre,
Vi scrivo da Abblasoure, località che probabilmente vi è sconosciuta, e non sono nemmeno sicuro che questa lettera vi raggiungerà. Vi scrivo comunque perché so che potrei morire e non riuscirei a pensare di lasciarvi senza prima avervi detto almeno addio.
Spero che voi stiate bene e come voi il nonno e la Badessa del Convento e mio padre, il vostro amato.
Sono passati quattro mesi dalla mia partenza da Camelot alla ricerca del Graal, cerca che, ne sono certo, conoscete bene.
Poiché so quanto amate i racconti, e lo dico con affetto e sorriso, vi narrerò ciò che mi è accaduto senza tralasciare nulla, cara madre, sperando che almeno le mie memorie possano darvi la consolazione per la mia assenza.
Il quinto giorno dalla mia partenza da Camelot - avevo deciso di dirigermi ad ovest, verso il mare - giunsi in un'abbazia che, caritatevolmente, mi ospitò per un giorno e una notte. Fu lì che incontrai sir Bagdemagus e sir Ywain, due nobili cavalieri della tavola rotonda. Forse non sapete molto di Ywain poiché è giovane quanto me e la sua fama difficilmente lo precede.
E' un uomo sicuro, deciso, sempre pronto al sorriso. E' il figlio di Morgana e di Urien e da loro ha preso tutto ciò di cui viene ammirato a Camelot: il coraggio e l'ambizione.
L'abate si felicitò molto della nostra presenza e dopo che venne a sapere della nostra Cerca volle farci degli splendidi doni. Regalò uno splendido cavallo quasi dorato a Bagdemagus, una spada dal fodero carminio a Ywain ed uno scudo a me.
Lo scudo è uno splendido oggetto bianco e candido come la neve di quando ero solo un bambino. Vi è una croce rossa come il sangue sopra e non posso che essere felice di avere un simile stemma ora.
L'abate mi ha raccontato che lo scudo venne donato da Giuseppe d'Arimatea a re Evelake, al tempo in cui il re ancora era un pagano che combatteva altri pagani. Dopo il dono Evelake si convertì al cristianesimo e per qualche tempo la croce carminia scomparve finché un giorno che Giuseppe d'Arimatea era ormai ferito e in un punto di morte, Evelake gli chiese di lasciargli un altro dono.
Giuseppe dipinse una nuova croce rossa sullo scudo come simbolo dell'amore che portava per re Evelake.
La trovo una storia tremendamente triste ma mi dona speranza sapere di avere un simile scudo per una simile sacra Cerca.
Dopo il nostro soggiorno all'abbazia, Bagdemagus e Ywain scelsero altre strade mentre io continuai a procedere verso ovest. Non vi era una ragione precisa. Semplicemente sapete quanto io abbia sempre amato il mare ed una parte di me voleva davvero sentire di nuovo il rumore del mare e delle pulcinelle.
Non passò molto che giunsi un un piccolo villaggio che mai avevo visto prima. Gli abitanti mi accolsero con gioia ed affetto quando parlai loro di ciò che stavo facendo. Mi raccontarono delle invasioni sassoni e delle loro paure e se mai avessi avuto dei dubbi sulla rettitudine della nostra missione le loro speranze li fecero subito appassire.
Raccontai loro dello scudo dalla croce rossa e vollero a qualsiasi costo portarmi nel cimitero del paese nel quale, mi dissero, vi era un terribile demone. Non vidi demoni. Non vidi nulla ma mi ringraziarono comunque e mi abbracciarono come se fossi un loro fratello di sangue.
Ci fu un giovane, Melias di Lile, che mi prego di portarlo con me e mi assicurò che mi avrebbe seguito come scudiero. Sono stato debole, forse, ma l'idea di avere qualcuno con cui parlare mi rese felice ed accettai senza indugiare.
Partimmo due giorni dopo, ancora verso ovest. Passò una settimana orrenda, nella quale fummo costretti a difenderci da briganti e banditi.
Mi chiedo perché a corte nessuno pensi a risolvere simili problemi. Mi chiedo se davvero a corte sappiano di come è la vita fuori da Camelot.
Combattemmo come riuscimmo ma Melias venne ferito. Vi era molto sangue ma non vi racconterò altro di questo perché non voglio rattristarvi.
Io e Melias, a cui voglio bene come un amico, riuscimmo a raggiungere un monastero isolato nonostante fossimo ammaccati e doloranti. I monaci mi assicurarono che Melias se la sarebbe cavata e che sarebbe sopravvissuto.
Avevo già visto sangue e battaglie prima d'ora ma rimasi sconvolto lo stesso. Melias non era un cavaliere di Camelot, non era un uomo di mille battaglie né un cercatore del Graal.
Era un uomo di coraggio che aveva voluto seguirmi solo perché mi aveva ritenuto degno della sua fiducia. Ed aveva combattuto al mio fianco.
Prima di quel momento non credevo di dover vedere sangue nella mia ricerca per il Graal. Ora so che la Sacra Coppa non si risparmierà nulla per trovare il suo vero portatore.
Ho dovuto abbandonare Melias al monastero.
"Andate, la vostra Missione è troppo importante. Io starò bene e ci rivedremo." Mi disse e io andai.
Ed arrivai qui ad Abblasoure. Uno degli uomini di chiesa della città mi ha chiesto di aiutarlo ed io lo farò.
Lascerò questa lettera a lui, mi ha promesso che ve la farà avere in cambio del mio aiuto.
Spero di rivedervi un giorno, cara madre, e di abbracciarvi e baciarvi.
Pregate per me e per tutti gli uomini che sono partiti da Camelot o rimasti a Camelot.

Con affetto,
il vostro Galahad


02. A Lancillotto
Caro padre,
Vi scrivo ma non ho dubbi sul fatto che questa missiva non vi raggiungerà mai. Probabilmente si perderà nelle lunghe strade da qui a Camelot, se siete a Camelot, o sarò io stesso a perdermi prima che io possa finirla. Molto più probabilmente voi avrete cose ben più importanti che leggere inutili parole scritte su carta.
Mi trovo in una foresta dalla quale non sembra possibile vedere la fine ma almeno non sono solo. Sono ben cosciente che la natura della mia missione mi impone quasi una ricerca solitaria ma... padre, inizio ad essere stanco di sentire solo il mio respiro nell'aria.
Sono accadute cose non mi aspettavo di vedere, cose fantastiche e cose terribile.
Probabilmente conoscerete il castello delle Pulzelle, a Monmol. Un tempo era un luogo terribile. Alcuni dei figli del siniscalco del castello si erano ribellati al duca Lianour e lo avevano ucciso. Avevano persino preso a forza una delle due figlie e tenuta l'altra come ostaggio. Ho visto il volto della giovane ragazza, ho visto il terrore nei suoi occhi mentre mi abbracciava e piangeva e mi raccontava di come Gawain, Gareth e Ywain l'abbiano liberata.
Eppure nessuno è rimasto a consolarla. Il mio viaggio ne è stato rallentato ma l'idea di lasciarla da sola in quel castello vuoto sia di amici che di nemici mi tormentava. L'ho portata con me, sapeva cavalcare fortunatamente, e quando siamo arrivati all'abbazia di Miral lei ha deciso di rimanervi. Spero che possa trovare la pace.
Da lì ho raggiunto la foresta di Miral dove mi sono battuto con un formidabile cavaliere che però sono riuscito a sconfiggere senza nemmeno scendere da cavallo. Spero che siate fiero di me, padre, e che questo possa mettere a tacere le voci del mio essere una donna come mia madre a causa del luogo della mia crescita.
Fu poco dopo, mentre mi ristoravo, che incontrai Percival. Era stanco, ammaccato e come me sembrava essere invecchiato molto velocemente ed in così poco tempo.
Abbiamo continuato la strada assieme, di comune accordo, e ci siamo diretti verso il mare.
Non accadde molto, in quei giorni, nulla che meriti di esservi raccontato perché sono sicuro che le vostre avventure siano molto più meritevoli delle mie. Vi dirò solo che una settimana dopo arrivammo ad un piccolo villaggio sul mare dove una fanciulla ci stava aspettando.
Non seppi mai come fece a sapere che stavamo arrivando ma la giovane donna, Dindrane, sapeva di noi e della nostra missione. Solo di recente Perceval mi ha rivelato che Dindrane è sua sorella e credo che Pelles abbia chiesto alla giovane di aiutarci nella nostra santa missione.
Dindrane aveva una piccola barca, una barca da pescatori di mare, ed aiutati da un giovane prete siamo partiti per Collibe.
Lei sapeva dove stavamo andando così non ho più fatto domande. Ed una parte colpevole di me voleva solo pensare al mare.
Fu bello poter rivedere le onde, sentire l'odore dell'infinito ed il gridare dei gabbiani. Fu bello, per un attimo, pensare solo al mare e non allo scudo dalla croce rossa ed a tutto ciò che stava accadendo.
Mi manca Camelot, a volte, nonostante non fosse mai stata una città particolarmente accogliente.
Collibe, d'altra parte, è uno sfarzoso castello che si può vedere da miglia di distanza, arrivando per mare. Siamo stati ospitati con generosità ed il signore del castello sembrava conoscere bene Dindrane e amarla come una figlia.
Ho dovuto accettare un altro dono: una bellissima spada, bianca come la neve e letale quanto il freddo morso del gelo.
La guardo e ne rimango incantato. Ne rimango atterrito a volte.
Il signore di Collibe mi ha raccontato che la spada fu dello stesso Salomone che tutti noi ricordiamo nei santi racconti e che l'arma fu sin da principio destinata a qualcuno di eletto.
Padre, le persone mi chiamano eletto ma io non le capisco. Capisco cosa vogliono da me ed a volte temo di non essere all'altezza di questo compito.
Pochi giorni dopo il nostro arrivo a Collibe, ci raggiunse Bors. Non ci volle dire nulla di ciò che gli accadde e spero un giorno di scoprire il perché dei suoi incubi notturni.
Partimmo il prima possibile e Dindrane decise di venire con noi.
Ora siamo in questa foresta: io, Dindrane, Perceval e Bors. I miei compagni di viaggio stanno dormendo ed io sono di guardia ma è una guardia inutile perché qui non accade nulla.
Questa parte del mondo sembra desolata.
Spero un giorno di poter tornare a Camelot o di compiere il mio destino. So che molte speranze sono riposte sulle mie spalle.

Con rispetto ed affetto,
Galahad

Mordred Inlè
02-03-2010, 12.08.51
03. A Mordred
Caro Mordred,
O forse non ho il diritto di chiamarvi così. Forse non dovrei nemmeno scrivervi questa lettera e non so perché lo sto facendo. Spero che tutto ciò che scrivo ora si perda come mi sto perdendo io stesso.
Sono successe molte cose da quando sono partito da Camelot. E' passato un anno o di più, non ricordo bene. Mi manca Camelot, non lo credevo possibile. Mi manca il freddo del castello, la pioggia, i cavalli delle scuderie. Mi manca la mia piccola stanza, mi mancate voi con il vostro ghigno, sempre pronto a mettere in discussione tutto e tutti.
Non vi ho mai capito, non ho mai capito cosa volevate veramente. Vi credevo pazzo.
Sono stanco e fuori c'è il sole, non mi sembra quasi possibile una simile combinazione.
Dindrane è morta... ma voi non sapete chi sia. Non è importante. Dindrane era una ragazza, una giovanissima donna sorridente. Una santa, amava tutti, ci voleva bene ed era la sorella di Perceval. Avresti dovuto vederli, si adoravano e tu avresti avuto di che riderne e punzecchiarli. Ti saresti malignamente divertito, lo so.
Ma è tardi perché lei è morta quasi sei mesi fa. Ci sono dei luoghi orribili mentre io ho sempre creduto che una luce divina illuminasse le nostre gabbie. Avevi ragione, ci sono dei luoghi orribili.
C'era questa città, una cittadina dipinta con il sangue. C'era una donna, una vecchia ormai malata e morente, convinta che il sangue di una vergine l'avrebbe salvata. Ci avevano circondati, la mia spada, la mia bella spada lucente non poteva fare nulla, non riusciva a fare nulla ed era inutile. Averla era stato inutile.
Dindrane si è sacrificata con un sorriso. Ho visto tutto, Mordred, l'ho vista mentre si sdraiava sorridendo accanto al letto dell'anziana donna, così sofferente, così debole, e le tagliavano i polsi. Il sangue era ovunque, ha iniziato ad uscire dappertutto.
Ho visto morti, ho assistito a ferite ma mai così. Non ho mai capito quanto fosse importante il sangue, per tutti noi, non fino a quel momento.
Dindrane è morta perché non aveva più nulla da dare. Ha dato la sua ultima goccia di sangue con un sorriso. L'abbiamo messa su una barca, abbiamo scritto la sua storia, io, Bors e Perceval, e poi l'abbiamo lasciata alla deriva sperando che Dio la riportasse a casa. Mi sono chiesto a che cosa servisse. Perceval mi ha spiegato che è stato un sacrificio reso a Dio.
Eppure quella volta vidi solo il sangue.
Non potei rimuginarci troppo, Mordred, non potei. Mi tormentavano, la notte, il volto di Dindrane e quello della vecchia signora.
Viaggiai con mio padre, poi. Io, mio padre, Bors e Perceval.
Un giorno voi mi diceste di non fidarmi di nessuno, nemmeno di mio padre. Non so se mi fido di lui, dei suoi occhi sempre verso il cielo. Mi ha parlato di Ginevra e della sua penitenza. Ho chiuso gli occhi ed ho fatto finta di dormire. Non volevo ascoltarlo perché le sue parole mi facevano male, mi facevano vergognare di me stesso: proprio io che sono sempre stato considerato il migliore di tutti,
Sento di essere caduto così in basso da non poter più rialzarmi. Ora lo ricordo così ma sono sicuro che quei sei mesi con mio padre ed i miei compagni furono sereni, se non felici finché non ci separammo. Non fui abbastanza per trattenere il grande Lancillotto. La corte, Artù, la regina, i tradimenti ed il sospetto furono più forti ed ammalianti del suo stesso figlio e lui se ne andò.
Mi abbracciò. Mi manca. Mi manca il suo abbraccio.
Noi continuammo a marciare ed eravamo stanchi, così stanchi che pensai che Dio finalmente avesse accolto la nostra penitenza quando arrivammo al castello di Mordrains. Mordrains ci indicò la via del Graal, ci disse di raggiungere Carbonek e così facemmo.
Bors e Perceval sembravano speranzosi. Perceval ora è morto. Ma devo andare con ordine perché le cose iniziano a farsi sempre più confuse nella mia testa...

Ho dovuto abbandonare la lettera, ieri. Ero troppo stanco per continuare a scrivere e la luce si affievoliva davanti ai miei occhi. Riesco ancora a tenere la penna in mano e mi chiedo per quanto tempo potrò continuare così perché le mie dita iniziano a tremare.
Mordred. Credo di potervi dare del tu, almeno qui, nel mio piccolo mondo di carta.
Ma dove ero rimasto? A Perceval?
No, ora vedo, al viaggio, ero rimasto al viaggio verso Carbonek. A Carbonek ci riposammo e ci sembrò di essere quasi vicini alla fine ed all'inizio di tutto. La speranza e la gioia dopo tutti quei mesi passati nell'incertezza. Non puoi capire cosa significasse per noi. Avevamo vissuto una vita dedicata all'idea della speranza, eravamo stati cresciuti con i racconti del Graal, convinti che Dio ci avrebbe protetti da qualsiasi cosa, insensibili a qualsiasi dubbio e finalmente il Graal, l'unica cosa che in tutto il mondo potesse dare senso ad una vita umana, si trovava nel nostro orizzonte.
Da Carbonek ci portarono fino a Sarras. Sarras è dove sono ora ed è dove sto lentamente morendo.
E' un piccolo regno dall'aria limpida. Le nuvole sembrano non oscurare mai il sole e le pulcinelle di mare si tuffano dalle scogliere quasi tutti i giorni. I gabbiani gridano sempre. Sono sicuro che ti piacerebbe come posto. Mi hai raccontato della Scozia una volta e penso che Sarras abbia il mare della Scozia ma senza il freddo terribile della tua casa.
Il sole entra dalla mia finestra ma non entra il rumore delle onde e non riesco ad alzarmi per aprirla. Mi sento vecchio ma ho solo un anno in più dall'ultima volta che ci siamo visti.
Ora vivo da ospite ma il sovrano del Sarras non fu con noi così mite come lo è ora la sua terra. Ci imprigionò. Temette che potessimo tornare a Camelot e che informassimo il mondo della bellezza del suo regno. Vedendo quel uomo ho finalmente capito cosa sia un pazzo. Una persona che non riesce più a guardarsi attorno ed a scorgere davvero cosa il mondo ha da offrirgli.
Mi chiedo se anch'io fui pazzo, un tempo, o forse lo sono solo ora. Non riesco a distinguere ciò che è vero da ciò che è falso.
A volte sogno Camelot. E tu ci sei sempre, vorrei che quella fosse la realtà.
Non rimanemmo molto in prigione. Il siniscalco del re ci liberò solo due settimane dopo, dimagriti, stanchi, deboli. Non lo fece per gentilezza, ma solo perché il re era malato e stava morendo. Nella sua paranoia, il sovrano credeva che almeno uno di noi sapesse come guarirlo. Mi tornò alla mente Dindrane e non dormii per molte notti.
Nessuno di noi sapeva come aiutarlo ed il re morì, dimenticandosi di noi.
E poi trovammo il Graal.
La salma del re si era appena raffreddata, so che apprezzi questi modi di dire, e la sua erede, la principessa Noral, era appena stata incoronata quando accadde. Eravamo nella sala da pranzo ed improvvisamente tutto divenne bianco.
Bors lo vide appena. Perceval ne morì quasi subito. Io sono ancora qui e spero che tutto vada bene, un giorno.
Abbiamo trovato il Graal. Lo scopo della nostra missione, lo scopo della nostra vita. Lo scopo della mia vita.
Le suore mi dicevano che la coppa si mostrava solo ai meritevoli e che trovarla significava raggiungere Dio, ho passato tutta la mia vita a perfezionarmi a tentare di divenire ciò che il Graal voleva.
Solo tu avevi capito. O forse non avevi capito nulla e avevi solo indovinato che ci avrebbe portati tutti alla morte. Una stoviglia mortale. Mi viene da ridere, avrei dovuto ridere di più alla tue ironiche battute sul mondo, erano divertenti, non te l'ho mai detto.
Dark as beneath a winter sky the sea. Una vecchia filastrocca.
Ripenso a quando mi baciasti la prima volta. Al mio orrore, a come ti spinsi via da me. A come ti evitai. Ma vi pensai molto e ci penso anche ora. Mi tocco le labbra ma non mi ricordo più com'era e mi manca.
A volte è l'unica cosa che riesco a ricordare.
So dark, O love, my spirit without thee.
Me lo dicesti una volta e ancora mi chiedo se tu stessi recitando per te stesso o per me.
Avevi tentato di avvertirmi, mi avevi chiesto di non andare.
Stavi tremando per me. Per un attimo ti ho avuto nelle mie braccia e tu stavi tremando per me, per un attimo mi hai parlato dei sogni ma io non seppi capire.
Quindi, come stai, Mordred? Vorrei potertelo chiedere di persona e bruciare il mio orgoglio, la mia presunta perfezione.
Il Graal però mi ha negato tutto questo.
No, non è giusto. Sono stato io a farlo, sono stato io a negarmi tutto per il Graal.
Me ne pento, sono blasfemo? Forse sì, ma ciò che ho visto non può essere qualcosa di bello. Dio esiste, da qualche parte, ma il Graal non può essere Suo.
Quella faccia sorridente, come di angelo, i capelli biondi, ed il sorriso, così largo, così largo, non sembrava nemmeno umano. Come può un angelo sorridere in quel modo?
Aveva una coppa fra le mani, questo lo ricordo. Ricordo che tentai di toccarla, ricordo che risi e così fece l'angelo.
"Lascia fare a me, piccolo uomo," mi disse, e mi tocco sulla fronte, con una mano, come a misurarmi la febbre. E' strano, pensai, ha due mani sulla coppa come può toccarmi con un'altra mano?
Era tutto bianco attorno a me, tutto vuoto, tiepido e piacevole.
"Dimmi cosa vuoi, piccolo uomo, così che io possa farti felice."
Dissi che volevo essere degno di Dio e l'angelo rise. Sembrò confuso. Un angelo che sembra confuso!
"Parla che io possa capirti, piccolo uomo." Sembrava un gatto, Mordred, sembrava un gatto che gioca con il proprio cibo.
Tremai, ebbi paura. Ebbi dubbi, per la prima volta in vita mia.
"Voglio l'amore, voglio le persone che amo."
Ma l'angelo continuò a guardarmi confuso, sorridendo senza denti, aveva una bocca larga e dentro era tutto nero. La coppa splendeva e si riempiva di qualcosa ed io non capivo. Sapevo solo che non era sangue.
Infine risposi che volevo te, Mordred.
Volevo tornare da te, vederti almeno un'altra volta, avere una nuova possibilità.
L'angelo sorrise e continuò a tenere la sua mano fredda sulla mia fronte, aveva delle unghie, lo giuro, aveva delle unghie e mi stavano graffiando. Io continuavo a ripetere il tuo nome e pian piano sentivo le forze che mi lasciavano.
Non ricordo cosa accadde, so solo che vidi Perceval, morto, abbracciato a me e Bors, chino su di me, tremante.
Tremavo anch'io e non riuscii ad alzarmi dal letto per tre giorni.
E' passato un mese da quel giorno e non ho molto altro da dare al mondo. Sembra che anch'io, come Dindrane, abbia dato tutto ma non so cosa, non so cosa ho dato. Probabilmente la mia stessa vita.
L'angelo, o qualsiasi cosa fosse, mi ha promesso che ti avrei rivisto. Spero di poterti rivedere a Glastonboury. Vorrei-

Hastatus77
02-03-2010, 13.04.12
Queste lettere sono scritte bene... sono profonde. :smile_clap:

llamrei
04-03-2010, 11.17.53
........ ammirevole Mordred...non ci sono parole:smile_clap::smile_clap:

Mordred Inlè
04-03-2010, 14.17.24
Grazie mille :*
:o

Andrikos
15-03-2010, 23.19.15
complimenti!!!scrivi davvero bene e il racconto ti conquista sin dall'inizio!!:smile: